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sabato 24 aprile 2010

Il bacio gay che imbarazza Bollywood - LASTAMPA.it


La risposta indiana a Brokeback Mountain sfida i pregiudizi
GIUSEPPE BOTTERO
Il film è pronto, la locandina pure. Resta da vedere come reagiranno gli indiani. “Dunno Y”, prima pellicola “made in Bollywood” a mostrare un bacio gay, sta per sbarcare nelle sale, preceduta da un codazzo di polemiche e minacce. I critici l’hanno bollata come la risposta indiana a “Brokeback Mountain”, la storia dei cow boy innamorati che nel 2005 ha sbancato l’Academy portandosi a casa tre premi Oscar. In realtà, a parte l’amore omosessuale, i punti in comune sono pochi. “Dunno Y” racconta le difficoltà di un modello che tenta la fortuna trasferendosi a Mumbai sfidando i pregiudizi e lasciandosi coinvolgere dal variopinto universo omosex indiano, quasi clandestino eppure vivo e pulsante. Gli attivisti che hanno visto il film in anteprima l’hanno promosso ma temono le rappresaglie dei conservatori. «Il film funziona perché mostra le difficoltà dell’essere gay in India, un Paese in cui i tabù sono ancora fortissimi. Speriamo che aiuti a cambiare le cose», dice Ashok Row Kavi, direttore del “Bombay Dost”, la più famosa rivista gay indiana.

Per l’industria del cinema locale, però, “Dunno Y” è una sorta di affronto. «Nonostante fossi preparato girare le prime scene è stato imbarazzante», dice Kapil Sharma, fratello del regista e attore principale. Il poster promozionale, linkatissimo sui forum, mostra due ragazzi nudi che si abbracciano: un sasso scagliato contro il perbenismo e l’ipocrisia, dopo che per anni Bollywood ha censurato anche i baci eterosessuali, tagliando le scene più pruriginose ed edulcorando la realtà fino a trasformarla in cartone animato.

Il film “Love Sex aur Dhokha” (Amore, sesso e tradimento), uscito la scorsa primavera, è stato il primo a infrangere il muro del sesso sul grande schermo, scatenando discussioni accesissime e rischiando il boicottaggio. «Prima il sesso stava dietro porte chiuse, adesso le cose stanno cambiando», dice il regista Dibakar Banerjee. Fino a dieci anni fa, quando una coppietta appartata stava per baciarsi sul grande schermo, l'immagine si sarebbe dissolta su due fiori che si sfiorano o su degli uccellini che si scambiano effusioni con il becco. Non è più così. «La rivoluzione sessuale è stata ignorata per mezzo secolo- si sfoga sul Guardian il critico Anupama Chopra-. Finalmente i giovani registi l’hanno affrontata, e gli spettatori, soprattutto i ragazzi, si sono fatti trovare pronti». L’omosessualità, però, continua a rimanere un terreno scivoloso nonostante dal luglio scorso non sia più considerata un reato. L’Alta Corte infatti ha sconfessato la legge ereditata dagli ex colonizzatori britannici dichiarandola «lesiva dei diritti umani».

Il regista di “Dunno Y” Sanjay Sharma è consapevole delle difficoltà ma ha fiducia nei giovani: «Penso che il pubblico ormai sia sufficientemente maturo - dice alla Bbc - e per il momento non ho subito pressioni politiche». La censura a Bollywood è severissima. Su 248 film prodotti a Mumbai nel 2009, solo 93 sono stati dichiarati visibili a tutti; 92 sono stati vietati ai minori di 12 anni e 63 sono stati dichiarati solo per adulti. “Dunno Y”, in uscita all’inzio di maggio, ha il compito di scompaginare definitivamente le carte. «Io non ho paura- dice Sharma-. Vado avanti per la mia strada».

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