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lunedì 31 maggio 2010

AGGRESSIONE A MILANO ENNESIMA PROVA DELL’IMBARBARIMENTO DELLA CITTA’ (g@yNET)




COMUNICATO STAMPA
AGGRESSIONE A MILANO ENNESIMA PROVA DELL’IMBARBARIMENTO DELLA CITTA’
Aggrediti in pieno centro, due ragazzi omosessuali e le loro amiche hanno subito un attacco omofobico dove pensavano di essere sicuri, tra tanti giovani che si divertivano, in un quartiere tranquillo in cui ogni notte migliaia di ragazzi si ritrovano per bere una birra in compagnia.
Tre uomini sulla trentina hanno pensato di poter prima insultare e poi picchiare impunemente i due ragazzi gay e una delle loro amiche. E così è stato. Nessuno li ha fermati e sono riusciti a fuggire indisturbati quando il gruppetto è riuscito a cavarsela da solo divincolandosi.
Il dramma dei ragazzi aggrediti è reso ancora più drammatico dal fatto che sia avvenuto in un luogo apparentemente sicuro, in mezzo alla gente. La situazione sociale è evidentemente degenerata e mentre degli omofobi maneschi possono esercitare impunemente le proprie maniacali abitudini, anche grazie alla scomparsa di un controllo sociale una volta vigile. I guasti di più di tre lustri di gestione condominiale della Città emergono da questo quadretto desolante e molto preoccupante.
I milanesi sono abbandonati a sé stessi in una vera e propria giungla e nessuno ha in progetto di farsi carico del gravissimo problema.
Se il Sindaco e la Giunta non sono capaci di gestire una società che si imbarbarisce, quantomeno si rendano responsabili e convochino immediatamente le associazioni LGBT per concordare una strategia per tentare di ridurre il danno.
Milano, 31 Maggio 2010

Marco Volante                         
Presidente g@yNET Milano

Milano: coppia gay aggredita in pieno centro (gay.tv)


A GAY.tv una coppia di ragazzi ha raccontato l'attacco omofobo subito sabato scorso: percosse e insulti in centro a Milano. È il secondo caso in pochi giorni di brutale violenza in Italia.

"Ricchioni! Perché non ci lasciate le vostre ragazze?". Iniziato in modo oscenamente consueto, il violento confronto tra una coppia di ragazzi omosessuali e un sparuta manciata di vigliacchi si è trascinato dietro l'altrettanto solita taccia di inspiegabile brutalità. Dopo il feroce attacco ai danni di un 22enne romano nella notte tra il 25 e il 26 maggio, Milano è diventata la sede di un ennesimo scontro discriminatorio. Nella sera di sabato 29, in Corso di Porta ticinese, all'altezza delle colonne di San Lorenzo, i ragazzi aggrediti erano in compagnia di due amiche. La coppia, dopo aver incassato gli insulti, ha prontamente ribattuto, causando l'ira dei tre aggressori 35enni.


In seguito ad un acceso scambio di opinioni, l'attacco fisico: i due ragazzi gay hanno incassato calci e pugni, mentre una delle due amiche, nel tentativo di sedare la rissa, ha ottenuto un forte schiaffo in pieno viso. I quattro, fortunatamente, sono riusciti a divincolarsi dallo scontro e sono fuggiti via, mettendosi in salvo. L'identità dei tre aggressori è ancora sconosciuta, ma uno di loro, secondo quanto dichiarato dalle vittime a GAY.tv, aveva una croce celtica stampata sulla maglietta. Le vittime, disorientate dallo shock, non hanno ancora effettuato denuncia alle autorità competenti.

Convegno: “Matrimonio omosessuale. Diritto, Morale, Politica”


A partire dalla sentenza 138/2010 della Corte Costituzionale che dichiara inammissibili e infondati i ricorsi avanzati da parte di coppie omosessuali per veder riconosciute le loro unioni, il dibattito sulle unioni gay si è acceso nel nostro paese. Per riflettere sui complessi problemi sollevati in ambito politico, giuridico e morale, Politeia e il Dipartimento di di Scienze Giuridiche “C. Beccaria” dell’Università di Milano organizzano un convegno a Milano il 9 Giugno dalle 15.00 alle 18.30, nella Sala di Rappresentanza del Rettorato presso l’Università degli Studi, Via Festa del Perdono 7.
Parteciperanno al convegno:
Patrizia Borsellino (Università degli Studi di Milano-Bicocca).
Vittorio Angiolini (Università degli Studi di Milano):
Libertà di sviluppo della personalità in relazione al sesso.
Barbara Pezzini (Università degli Studi di Bergamo):
Coppie same-sex e matrimonio: quale uguaglianza dopo la sent. 138/2010.
Marilisa D’Amico (Università degli Studi di Milano):
Principi costituzionali e quadro europeo: una decisione ambigua.
Paola Ronfani (Università degli Studi di Milano):
Famiglie e matrimoni dei nostri tempi.
Chiara Lalli (Università degli Studi di Cassino):
I paradossi della sentenza 138/2010.
Persio Tincani (Università degli Studi di Bergamo):
Difesa del matrimonio. Matrimonio omosessuale e principio del danno.
La partecipazione è libera. Vi allego il  programma completo del convegno in PDF: Matrimonio omosessuale 9 giugno.

Matrimonio omosessuale, se il codice civile prevale sulla Costituzione

di Persio Tincani

La vicenda del matrimonio omosessuale in Corte costituzionale si è conclusa nel modo che in molti prevedevano, cioè con un sostanziale rigetto delle questioni di costituzionalità rimesse dalla corte d'appello di Trento e dal tribunale di Venezia. Che la decisione fosse, in questo senso, prevedibile non ha, però, nulla a che vedere con la questione in sé (il matrimonio omosessuale è compatibile con la Costituzione?) e molto a che vedere con il fatto che non dobbiamo fingerci vergini, del tipo di quelle convinte che ci sia sempre un giudice a Berlino. Che la Corte avrebbe respinto le questioni, insomma, eravamo più o meno tutti ragionevolmente certi, tanto i favorevoli al matrimonio omosessuale, ovvero la stragrande maggioranza dei giuristi italiani, quanto la minoranza dei giuristi contrari.

Tutti o quasi tutti, infatti, consideravano assai improbabile che la Corte avrebbe deciso nel senso dell'ammissibilità del matrimonio omosessuale, in quanto la questione è stata caricata (non importa adesso quanto ciò sia stato fatto ad arte) di un significato politico pressoché esclusivo, che ha finito per far passare nelle retrovie il fatto che si tratti, come ogni altra questione posta di fronte alla Consulta, di una faccenda di leggi e di diritto.

Al di là delle argomentazioni sostenute da ciascuno per la tesi della fondatezza o dell'infondatezza dei particolari rilievi di costituzionalità presenti nei due atti con i quali le corti hanno posto la questione di fronte alla Consulta, e ancor di più al di là degli argomenti che ciascuno adduce per l'ammissibilità o per l'inammissibilità del matrimonio omosessuale nel nostro ordinamento, nessuno avrebbe scommesso sul fatto che una parola definitiva sarebbe stata pronunciata dalla Corte in merito.

Ciò che stupisce, quindi, non è che la Corte abbia dichiarato non fondate le questioni di costituzionalità, ma il modo in cui lo ha fatto, cioè con una sentenza, la n.138 2010 (15 aprile), assai criticabile, sia sotto il profilo della tecnica giuridica, sia sotto il profilo della mera coerenza argomentativa. I passaggi argomentativi fallaci o discutibili della sentenza sono molti. Qui mi limito a segnalarne uno.

Uno dei cavalli di battaglia degli oppositori del matrimonio omosessuale è il richiamo alla "natura" presente nell'art. 29 della Costituzione, dove si sancisce che "la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". Secondo l'interpretazione proposta da costoro, il significato di questo articolo sarebbe quello di sancire sul livello costituzionale la c.d. "famiglia naturale", che sarebbe composta da una moglie, un marito e, possibilmente, da un certo numero di figli.

Va da sé che è sufficiente leggere con un minimo di attenzione, o di onestà, il testo dell'art. 29 per vedere che le cose non stanno così e che non c'è nessuna "famiglia naturale". Si parla, infatti, di "famiglia come società naturale", il che significa, nel linguaggio giuridico, società che le persone formano senza che vi sia necessità di norme giuridiche (diversamente da come accade, per esempio, nel caso delle società per azioni, che non sarebbero concepibili senza le norme giuridiche che le definiscono e che le disciplinano).

Il diritto, insomma, arriva dopo. E la Costituzione, in particolare, arriva per stabilire che i diritti "della famiglia" (in realtà diritti dei singoli che la compongono) sono riconosciuti a patto che questa "società naturale" abbia dato luogo a un matrimonio, secondo le norme del diritto civile. La Corte, infatti, non prende neppure in considerazione la tesi della "famiglia naturale" e ribadisce, a beneficio dei duri, l'ovvietà che il testo della norma costituzionale ha il significato di riconoscere, appunto, che le famiglie esistono anche senza che vi sia una norma giuridica che le definisce.

Fin qui, nulla da dire. Il punto critico, però, viene subito dopo, quando la Corte scrive: «Ciò posto, è vero che i concetti di famiglia e di matrimonio non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore, perché sono dotati della duttilità propria dei princìpi costituzionali e, quindi, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell’ordinamento, ma anche dell’evoluzione della società e dei costumi.

Detta interpretazione, però, non può spingersi fino al punto d’incidere sul nucleo della norma, modificandola in modo tale da includere in essa fenomeni e problematiche non considerati in alcun modo quando fu emanata». In particolare, dato che «la questione delle unioni omosessuali rimase del tutto estranea al dibattito svoltosi in sede di Assemblea [costituente, N. d. A.], benché la condizione omosessuale non fosse certo sconosciuta [...] si deve ribadire, dunque, che la norma non prese in considerazione le unioni omosessuali, bensì intese riferirsi al matrimonio nel senso tradizionale di detto istituto».

Proviamo a vedere che cosa c'è che non va in questo passaggio, cruciale, della sentenza. Se e è vero che i concetti di "famiglia" e di "matrimonio" non devono intendersi come cristallizzati nell'epoca in cui fu formulato l'art. 29, allora non si capisce per quale motivo l'evoluzione della società e dei costumi, pure richiamata dal testo della sentenza come elemento da tenere in conto per interpretare la norma, non sia qui idonea a ricomprendere nella definizione di "famiglia" che può accedere al "matrimonio" quella composta da due persone dello stesso sesso. La Corte chiarisce, però, che il ruolo dell'interpretazione non può spingersi fino a incidere "sul nucleo della norma", che indicherebbe il matrimonio "nel significato tradizionale".

Qui, come si vede, c'è qualcosa che non quadra. Il fatto che il costituente abbia preso in considerazione il matrimonio tradizionale è, con ogni probabilità, indubbio. Ma, allo stesso tempo, ciò non può essere inteso come un vincolo per l'interprete successivo, almeno non se si ammette, come fa la Corte, che i principi costituzionali sono contraddistinti da una intrinseca duttilità, data dal loro tener conto delle trasformazioni dell'ordinamento e dall'evoluzione "della società e dei costumi".

Questa evidente incongruenza (o le norme sono duttili e seguono l'evoluzione dei costumi o non lo sono) viene, però, corretta da un'immediata precisazione della Corte stessa, che chiarisce come la "duttilità" non possa giungere fino a "incidere sul nucleo della norma". Qual è questo nucleo? L'eterosessualità del matrimonio. E perché? Perché lo stabilisce il codice civile: «I costituenti, elaborando l'art. 29 Cost., discussero di un istituto che aveva una precisa conformazione ed un'articolata disciplina nell'ordinamento civile. Pertanto, in assenza di diversi riferimenti, è inevitabile concludere che essi tennero presente la nozione di matrimonio definita dal codice civile entrato in vigore nel 1942, che [...] stabiliva (e tuttora stabilisce) che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso».

Ora, affermare che il codice civile stabilisca la diversità di sesso degli sposi perché il matrimonio sia valido è perlomeno azzardato. Il codice civile, piuttosto, non esplicita mai la condizione necessaria della diversità di sesso per un valido matrimonio, tant'è che le decisioni giudiziarie esistenti in merito hanno sempre ricavato questo elemento da un lavoro interpretativo.

Ma anche se si volesse sorvolare su questo punto - in realtà il centro dell'intera questione - il ragionamento esplicitato dalla Corte si rivela un controsenso, perché sfocia nella sola conseguenza logica possibile di subordinare la Costituzione al codice civile. Che, per essere precisi, è proprio il contrario di quello che, invece, si fa a rigor di diritto: non interpreto un articolo della Costituzione alla luce del codice civile, ma viceversa.

Se così non fosse, infatti, non si capisce quale sarebbe il ruolo di una corte costituzionale, e quale tipo di censura potrebbe esercitare sul diritto ordinario, se quest'ultimo diviene lo strumento al quale la norma costituzionale deve guardare per ricevere significato.

(22 aprile 2010)

domenica 30 maggio 2010

Ragazzo gay aggredito a Roma: appello a premier, azioni concrete (Apcom)

"Spero partecipazione attiva a prossimo gay Pride del 3 luglio"
Roma, 30 mag. (Apcom) - Un appello al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "affinché venga approvata la legge contro l'omofobia": a farlo è il giovane di 22 anni che la scorsa settimana, ma la notizia è stata resa nota solo ieri da Arcigay, è stato vittima di una aggressione omofoba in via Cavour, in pieno centro di Roma. Il giovane, dimesso ieri mattina dall'ospedale dove era stato ricoverato a causa delle gravi lesioni riportate, si trova ora a casa con i propri familiari e preferisce, al momento, non intervenire in pubblico e continuare a mantenere la propria privacy per agevolare il corso delle indagini. "Volevo ringraziare Gay Help Line - dice in una breve dichiarazione diffusa tramite Arcigay - per il sostegno ricevuto e tutte le istituzioni per la solidarietà espressami, però credo ci sia bisogno di azioni concrete e volevo fare un appello al presidente Berlusconi affinché venga approvata la legge contro l'omofobia e nello stesso tempo mi auguro che le forze dell'ordine - aggiunge - risolvano il mio come tutti gli altri casi irrisolti". "Come atto di civiltà - si augura infine - spero che ci sia una partecipazione attiva al prossimo Gay Pride di Roma del 3 luglio dove sicuramente parteciperò anche io".

sabato 29 maggio 2010

Ciampi: "La notte del '93 con la paura del golpe" (Repubblica)

Ciampi: "La notte del '93 con la paura del golpe"

Parla l'ex presidente della Repubblica: "Alle quattro di notte parlai con Scalfaro al Quirinale e gli dissi 'dobbiamo reagire'. Grasso dice cose giuste"

di MASSIMO GIANNINI
ROMA - "Non c'è democrazia senza verità. Questo è il tempo della verità. Chi c'è dietro le stragi del '92 e '93? Chi c'è dietro le bombe contro il mio governo di allora? Il Paese ha il diritto di saperlo, per evitare che quella stagione si ripeta...". Dopo la denuncia di Piero Grasso 1, dopo l'appello di Walter Veltroni 2, ora anche Carlo Azeglio Ciampi chiede al governo e al presidente del Consiglio di rompere il muro del silenzio, di chiarire in Parlamento cosa accadde tra lo Stato e la mafia in uno dei passaggi più oscuri della nostra Repubblica.

L'ex presidente, a Santa Severa per un weekend di riposo, è rimasto molto colpito dalle parole del procuratore nazionale antimafia, amplificate dall'ex leader del Pd. E non si sottrae a una riflessione e, prima ancora, a un ricordo di quei terribili giorni di quasi vent'anni fa. "Proprio la scorsa settimana ho parlato a lungo con Veltroni, che è venuto a trovarmi, di quelle angosciose vicende. E ora mi ritrovo al 100 per cento nei contenuti dell'intervista che ha rilasciato a "Repubblica". Quelle domande inevase, quel bisogno di sapere e di capire, riflettono pienamente i miei pensieri. Tuttora noi non sappiamo nulla di quei tragici attentati. Chi armò la mano degli attentatori? Fu solo la mafia, o dietro Cosa Nostra si mossero anche pezzi deviati dell'apparato statale, anzi dell'anti-Stato annidato dentro e contro lo Stato, come dice Veltroni? E perché, soprattutto, partì questo attacco allo Stato? Tuttora io stesso non so capire... ".

Il ricordo di Ciampi è vivissimo. E il presidente emerito, all'epoca dei fatti presidente del Consiglio di un esecutivo di emergenza, che prese in mano un Paese sull'orlo del collasso politico (dopo Tangentopoli) e finanziario (dopo la maxi-svalutazione della lira) non esita ad azzardare l'ipotesi più inquietante: l'Italia, in quel frangente, rischiò il colpo di Stato, anche se è ignoto il profilo di chi ordì quella trama. "Il mio governo fu contrassegnato dalle bombe. Ricordo come fosse adesso quel 27 luglio, avevo appena terminato una giornata durissima che si era conclusa positivamente con lo sblocco della vertenza degli autotrasportatori. Ero tutto contento, e me ne andavo a Santa Severa per qualche ora di riposo. Arrivai a tarda sera, e a mezzanotte mi informarono della bomba a Milano. Chiamai subito Palazzo Chigi, per parlare con Andrea Manzella che era il mio segretario generale. Mentre parlavamo al telefono, udimmo un boato fortissimo, in diretta: era l'esplosione della bomba di San Giorgio al Velabro. Andrea mi disse "Carlo, non capisco cosa sta succedendo...", ma non fece in tempo a finire, perché cadde la linea. Io richiamai subito, ma non ci fu verso: le comunicazioni erano misteriosamente interrotte. Non esito a dirlo, oggi: ebbi paura che fossimo a un passo da un colpo di Stato. Lo pensai allora, e mi creda, lo penso ancora oggi... ".

Resta da capire per mano di chi. Su questo Ciampi allarga le braccia. "Non so dare risposte. So che allora corsi come un pazzo in macchina, e mi precipitai a Roma. Arrivai a Palazzo Chigi all'una e un quarto di notte, convocai un Consiglio supremo di difesa alle 3, perché ero convinto che lo Stato dovesse dare subito una risposta forte, immediata, visibile. Alle 4 parlai con Scalfaro al Quirinale, e gli dissi "presidente, dobbiamo reagire". Alle 8 del mattino riunii il Consiglio dei ministri, e subito dopo partii per Milano. Il golpe non ci fu, grazie a dio. Ma certo, su quella notte, sui giorni che la precedettero e la seguirono, resta un velo di mistero che è giunto il momento di squarciare, una volta per tutte". La certezza che esponeva ieri Veltroni è la stessa che ripete Ciampi: non furono solo stragi di mafia, ed anzi, sulla base delle inchieste si dovrebbe smettere di definirle così. Furono stragi di un "anti-Stato", ancora tutto da scoprire. E come Veltroni anche Ciampi aggiunge un dubbio: perché a un certo punto, poco dopo la nascita del suo governo, le stragi cominciano? E perché, a un certo punto, dopo gli eccidi di Falcone e Borsellino, le stragi finiscono? Perché la mafia comincia a mettere le bombe? Perché la mafia smette di mettere le bombe?

È lo scenario ipotizzato dal procuratore Grasso: gli attentati servirono forse a preparare il terreno alla nascita di una nuova "entità politica", che doveva irrompere sulla scena tra le macerie di Mani Pulite. Un "aggregato imprenditoriale e politico" che doveva conservare la situazione esistente. Quell'entità, quell'aggregato, secondo questo scenario, potrebbe essere Forza Italia. Nel momento in cui quel partito si prepara a nascere, e siamo al '94, Cosa Nostra interrompe la strategia stragista. E' uno scenario credibile? Ciampi non si avventura in supposizioni: "Non sta a me parlare di tutto questo. Parlano gli avvenimenti di quel periodo. Parlano i fatti di allora, che sono quelli richiamati da Grasso. Il procuratore antimafia dice la verità, e io condivido pienamente le sue parole".

Per questo, in nome di quella verità troppo a lungo negata, l'ex capo dello Stato oggi rilancia l'appello: è sacrosanto che chi sa parli. Ed è sacrosanto, come chiede Veltroni, che "Berlusconi e il governo non tacciano", perché la lotta alla mafia non è questione di parte, "ma è il tema bipartisan per eccellenza". Si apra dunque una sessione parlamentare, dedicata a far luce su quegli avvenimenti. Perché il clima che si respira oggi, a tratti, sembra pericolosamente rievocare quello del '92-'93. Ciampi stesso ne parlerà, in un libro autobiografico scritto insieme ad Arrigo Levi, che uscirà per "il Mulino" tra pochi giorni. "Lì è tutto scritto, ciò che accadde e ciò che penso. Così come lo riportai, ora per ora, sulle mie agende dell'epoca... ". Deve restare memoria, di tutto questo. Ma insieme alla memoria deve venir fuori anche la verità. "Perché senza verità - conclude l'ex presidente della Repubblica - non c'è democrazia".

Gay Pride a Mosca: eluso controllo della Polizia, bandierone lungo 20 metri (rassegna stampa)



Gay Pride a Mosca: in centro bandiera Arcobaleno di 20 metri Per la prima volta orgoglio omosessuale elude autorità locali Mosca, 29 mag. (Apcom-Nuova Europa) - Alla fine ci sono riusciti. Gli organizzatori del Gay Pride hanno steso una bandiera arcobaleno di 20 metri su Leninskij Prospekt una delle arterie principali della capitale russa. La manifestazione, senza il permesso delle autorità municipali, si è tenuta dopo una specie di caccia al tesoro dove la stampa internazionale si è trovata sballottata da una parte all'altra della capitale, in una serie di appuntamenti a catena, fatti a posta per seminare le forze dell'ordine. In tutti i precedenti tentativi di gay pride a Mosca le forze speciali Omon erano intervenute bloccando gli incontri tra gli attivisti dei diritti per gli omosessuali e gli ultraortodossi. Questa volta, invece, tutto è avvenuto al di fuori dell'attenzione del sindaco Juri Luzhkov. All'odierno Gay Pride hanno partecipato anche esponenti dei parlamenti europei come il tedesco Volker Beck, appartenente alla fazione dei Verdi al Bundestag. È la prima volta che il movimento per l'orgoglio omosessuale riesce ad eludere le autorità locali. Giusto un'ora fa l'organizzatore Nicolai Alexev, in una conferenza stampa improvvisata, alla periferia di Mosca, in uno dei tanti appuntamenti di questa "folle caccia al tesoro" aveva annunciato che alla manifestazione avrebbero preso parte 35 persone. Grande presenza della stampa internazionale e oltre a esponenti di Ong internazionali come il francese Louis-Georges Tin, fondatore dell'International Day Against Homophobia and Transphobia.

RUSSIA: GAY PRIDE, IN POCHI SFILANO SFIDANDO DIVIETO COMUNE (ANSA) - MOSCA, 29 MAG - E' durato pochissimi minuti e con pochissimi partecipanti il tentativo degli omosessuali russi di sfilare a Mosca in un corteo anti-Unione europea e anti-comune cittadino. In una ventina, i fautori del gay pride hanno sfilato nella via pedonale dello Stari Arbat, nel centro moscovita: ma appena hanno visto da lontano i poliziotti, hanno preferito scappare, secondo il quotidiano online Gazeta.ru. I manifestanti portavano delle bandierine colorate e gli slogan 'Abbasso l'omofobia' e 'I gay per l'uguaglianza senza compromessi', fra la generale indifferenza degli abitanti. Il capo del movimento omosessuale di Mosca, Nikolai Alekseiev, aveva affermato nei giorni scorsi che i suoi compagni avrebbero sfidato il silenzio delle autorita' cittadine (il sindaco Iuri Luzhkov ha piu' volte dichiarato che finche' sara' in carica, i gay non avranno alcuna autorizzazione), e avrebbero manifestato davanti alla sede dell'Unione europea, per attirare l'attenzione sul problema dell'omofobia, dato che Bruxelles a loro dire ignora le discriminazioni. Dal 2006, i fautori del gay pride tentano di ottenere l'autorizzazione per una sfilata annuale, ricevendo dalle autorita' del Comune un parere negativo. Gli omosessuali tentano comunque di manifestare, ma a quel punto entrano in gioco i poliziotti, che in passato hanno usato i manganelli e i fermi di polizia: applauditi da ortodossi, musulmani, protestanti e spesso coadiuvati dai cittadini che in gran parte non vogliono sentir parlare di orgoglio omosessuale. (ANSA)

Aggressione omofobica di un ragazzo gay a Roma - rassegna stampa


GAY: BRANCO PESTA GIOVANE OMOSESSUALE VICINO COLOSSEO/ANSA
VITTIMA: MI HANNO SEGUITO, ERO LORO CAVIA. IN BAR RIFIUTATE CURE (di Lorenzo Attianese) (ANSA) - ROMA, 29 MAG - Una serata spensierata passata con gli amici nella 'Gay street'. Ma una volta rimasto da solo, la notte romana ha materializzato un incubo: dietro l'angolo lo aspettava il ghigno dei suoi aguzzini, che lo hanno riempito di botte urlandogli ''Frocio di m...''. Sono gli attimi di terrore vissuti da un giovane omosessuale a Roma, pestato a sangue nei pressi del Colosseo da un gruppo di quattro o cinque ragazzi. La vittima, che oggi ha denunciato la vicenda attraverso l'Arcigay, ha persino rischiato di perdere un occhio. Il giovane, un romano di 24 anni residente nell'hinterland capitolino, stava tornando a casa dopo essere stato nel vicino locale della Gay street, il 'Coming out'. Una volta arrivato alle scale per raggiungere via Cavour e poi la stazione Termini, e' stato accerchiato dal gruppo di ragazzi tra i 25 e i 30 anni. La vittima ha subito capito di essere stata seguita. ''Sei un frocio di m...'', gli urlavano. Lui ha avvertito subito il pericolo e ha lanciato l'Sos chiamando al cellulare il suo compagno. Hanno cominciato a prenderlo a pugni. Poi, una volta finito a terra, gli hanno sferrato calci dappertutto e prima di scappare gli hanno rubato il cellulare. Dopo poco e' arrivato il compagno della vittima e un altro amico. Ma l'incubo non era ancora finito. ''In via Cavour, uno dei miei due soccorritori ha chiesto dei fazzoletti in un bar per tamponare il sangue, ma loro si sono rifiutati. Nel frattempo io non ero cosciente e il mio sangue colava'', ha spiegato la vittima al suo avvocato Daniele Stoppello. Il ragazzo aggredito - ha spiegato il legale - e' stato ricoverato d'urgenza all'Umberto I, riportando diverse ferite, tagli e contusioni al volto e rischiando di perdere l'occhio. ''Mi sono sentito la loro cavia'', ha detto oggi il giovane omosessuale ricordando sconvolto quei momenti di paura - L'unico potere che ho in questo momento e' quello di denunciare i miei aggressori. Mi auguro la collaborazione di qualcuno, ma spero che nessuno abbia assistito a quanto e' successo, perche' sapere che qualcuno ha visto e non parla mi farebbe ancora piu' male''. L'aggressione e' avvenuta in via del Fagutale, sotto la casa dell'ex-ministro Claudio Scajola. E i criminali potrebbero essere stati individuati da eventuali telecamere presenti sul posto. Unanime lo spirito di solidarieta' al giovane aggredito e lo sdegno per la vicenda, manifestati da molti esponenti politici, prima tra tutte il ministro Mara Carfagna, dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti e dalla presidente della Regione Renata Polverini. Per il ministro per le Pari Opportunita' e' indispensabile che "chi ha visto, parli. Lo faccia per assicurare alla giustizia una banda di delinquenti e, se non basta, per riparare all'errore di non essere intervenuto ad aiutare un ragazzo vittima di una barbara aggressione". L'Arcigay di Roma ha lanciato ''un appello alle forze dell'ordine affinche' rintraccino i colpevoli di questa aggressione cosi' violenta'', perche' ''sono troppi i casi di omofobia irrisolti di cui non sono stati individuati i responsabili''.Mentre per il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, "gli episodi di violenza quotidiani che sentiamo riportare dalla stampa e che i nostri operatori registrano sul territorio ogni giorno sono un campanello d'allarme di un'escalation di intolleranza e discriminazione nei confronti dei cosiddetti "diversi". Dall'agosto dello scorso anno, quando una coppia di ragazzi gay fu aggredita di fronte al Gay Village e uno di loro fu ferito da un colpo di bottiglia rotta sferrato all'addomme, nella Capitale si sono verificate diverse aggressioni contro gli omosessuali. L'ultima lo scorso aprile: nella notte un giovane volontario di Arcigay era stato insultato e aggredito da un gruppo di quattro ragazzi a bordo dell'autobus a Trastevere.(ANSA).


GAY AGGREDITO: VITTIMA, SCONVOLTO MI SONO SENTITO LORO CAVIA (ANSA) - ROMA, 29 MAG - ''Sono ancora sconvolto per quello che e' successo, mi sono sentito la loro cavia''. Sono le parole del giovane omosessuale romano vittima dell'aggressione subita a Roma alcuni giorni fa, riferite dal suo avvocato Daniele Stoppello. ''Mi e' capitato altre volte di essere deriso per la mia omosessualita', ci sono abituato, e' una cosa che ho sempre accettato rispettando le opinioni degli altri - ha detto la giovane vittima - Ma stavolta si e' superato il confine della liberta' altrui, passando dall'opinione all'aggressione''. La vittima spera ''con questa denuncia di portare alla luce un problema e di contribuire a risolverlo, ''per questo ho voluto rendere pubblico quello che mi e' successo. L'unico potere che ho in questo momento e' quello di denunciare i miei aggressori''. (ANSA)

GAY AGGREDITO: VITTIMA, IN BAR RIFIUTATI OFFRIRE PRIME CURE (ANSA) - ROMA, 29 MAG - ''In via Cavour, uno dei miei due amici, arrivati per soccorrermi, ha chiesto dei fazzoletti in un bar per tamponare il sangue, ma loro si sono rifiutati. Questo mi e' stato riferito, io non ero cosciente e il mio sangue colava. Ricordo ancora i miei aggressori che sghignazzavano mentre mi colpivano''. Sono le parole del giovane omosessuale romano vittima dell'aggressione subita alcuni giorni fa, riferite dal suo avvocato Daniele Stoppello, responsabile dell'Ufficio Legale di Gay Help Line. L'aggressione e' avvenuta nei pressi del Colosseo, in via del Fagutale, una strada recentemente alla ribalta delle cronache per le polemiche scatenate dall'abitazione dell'ex-ministro Claudio Scajola. Prima di essere aggredita da quattro o cinque giovani, molto probabilmente italiani, la vittima, un romano residente nell'hinterland capitolino, stava dirigendosi da sola verso la stazione Termini per salire su un treno e tornare a casa intorno all'una e mezza della notte, dopo essere stato nel vicino locale gay 'Coming Out'. ''Probabilmente mi hanno seguito. Poi mi hanno pestato dietro un parcheggio, in una zona isolata - ha spiegato il giovane omosessuale attraverso le parole dell'avvocato Stoppello - Mi auguro la collaborazione di qualcuno, ma spero che nessuno abbia assistito a quanto e' successo, perche' sapere che qualcuno ha visto e non parla mi farebbe ancora piu' male''. (ANSA).

GAY AGGREDITO: GRILLINI,DESTRA SI ASSUMA SUE RESPONSABILITA' (ANSA) - ROMA, 29 MAG - ''La gravissima aggressione a Roma che ha ferito pesantemente una ragazzo gay di 22 anni ci ricorda brutalmente che la violenza verso le persone lgbt (lesbiche gay bisex e transgender) in Italia Š la pi— grave d'Europa''. A sostenerlo e' Franco Grillini, presidente di Gaynet. ''In nessun paese europeo - prosegue - esiste un "maschilismo criminale" come da noi, che colpisce non solo gli omosessuali, ma anche tra le pareti domestiche dove ogni tre giorni muore una donna. Quello che Š successo marted� notte a Roma poteva accadere a molti, io stesso ero nella gay street quella sera. Ci si chiede quindi se Roma sia ancora una citt… sicura, se Š possibile per un omosessuale vivere con serenit… nella capitale''. Grillini ricorda che ''la destra pi— l'Udc hanno respinto un anno fa la proposta di introdurre un'aggravante per i fatti di omofobia in Italia approvando una mozione, violentemente omofobica e offensiva verso la comunit… lgbt, dove la lotta alla violenza contro gli omosessuali Š stata definita persino incostituzionale. Il veto alla legge contro l'omofobia, di cui la destra deve assumersi in toto la responsabilit…, Š una sorta di via libera alla violenza omofobica''.(ANSA)

GAY AGGREDITO: ROCCA (CRI), SOLIDARIETA' E VICINANZA (AGI) - Roma, 29 mag. - "Voglio esprimere solidarieta' e vicinanza al ragazzo aggredito a Roma. La Croce Rossa Italiana condanna ogni forma di violenza e lotta con i suoi principi contro ogni discriminazione". Cosi' in una nota Francesco Rocca, Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana. "Gli episodi di violenza quotidiani che sentiamo riportare dalla stampa e che i nostri operatori registrano sul territorio ogni giorno - sottolinea Rocca -, sono un campanello d'allarme di un'escalation di intolleranza e discriminazione nei confronti dei cosiddetti 'diversi'. E' nostro compito proteggere la dignita' umana e siamo preoccupati per le continue discriminazioni di cui sono vittime, tra gli altri, le donne, le persone migranti e le persone omosessuali. Il coinvolgimento, inoltre, di ragazzi sempre piu' giovani in episodi di bullismo, ci convince che sia necessario investire sempre di piu' nell'educazione e nella promozione di una cultura di dialogo, pace e non violenza.Vogliamo confermare il nostro impegno e la nostra disponibilita' - continua il Commissario straordinario della Cri - al ministero delle Pari opportunita' a promuovere programmi nelle scuole potenziare il nostro lavoro di promozione dell'inclusione sociale e di una cultura della non violenza e della pace". (AGI)

GAY AGGREDITO: CARFAGNA, CHI HA VISTO PARLI CITTADINI COLLABORINO, PRENDERE I RESPONSABILI (ANSA) - ROMA, 29 MAG - ''Chi ha visto, parli. Lo faccia per assicurare alla giustizia una banda di delinquenti e, se non basta, per riparare all'errore di non essere intervenuto ad aiutare un ragazzo vittima di una barbara aggressione''. Cosi' il ministro per le Pari opportunita', Mara Carfagna, commenta all'ANSA l'aggressione di un giovane gay avvenuta a Roma. ''Le istituzioni - prosegue il ministro - hanno bisogno dell'aiuto dei cittadini per svuotare le sacche di odio e di ignoranza che ancora resistono nel nostro Paese. Anche per questa ragione il ministero per le Pari opportunita' ha voluto creare insieme al Comune di Roma un Osservatorio cittadino contro le discriminazioni, che entrera' presto a regime. Inoltre - sottolinea Carfagna - mi aspetto, come gia' ho avuto modo di dire in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia e nell'attesa che il Parlamento ridiscuta le aggravanti per questi reati odiosi, che i magistrati, quando sara' il momento, diano pene esemplari''. (ANSA)

Gay/ Concia (Pd): Approviamo in fretta legge contro omofobia Gay/ Concia (Pd): Approviamo in fretta legge contro omofobia Così la deputata dopo l'ennesima aggressione a Roma Milano, 29 mag. (Apcom) - "La legge contro l'omofobia è di nuovo in Commissione Giustizia, io sono la relatrice. Potrebbe essere approvata, il centrodestra deve dare una risposta. Noi siamo pronti". La deputata del Pd Paola Concia ha commentato così l'ennesima aggressione a un giovane gay a Roma, e spiega a che punto è la legge contro l'omofobia ferma in Parlamento. "Per approvarla ci vuole pochissimo tempo - aggiunge - non ci sono grandi discussioni da fare, si tratta di prendere una decisione su un testo comune. Quello di oggi è un episodio bruttissimo, un ragazzo di 22 anni che rischia di perdere un occhio, picchiato a sangue". Non possiamo - continua Concia - andare avanti così in questo Paese! Faccio un appello ai miei colleghi al senso di responsabilità, non possiamo continuare a lasciare impunite queste cose. E' veramente avvilente per me, io non so più come dirlo, non so più cosa dire".

MALAWI: PRESIDENTE 'GRAZIA' COPPIA GAY CONDANNATA 14 ANNI (AGI/AFP)

Lilongwe, 29 mag. - Il presidente del Malawi Bingu Wa Mutharika ha graziato la coppia gay che era stata condannata a 14 anni di carcere per aver 'celebrato' il primo matrimonio omosessuale del Paese. Lo ha annunciato lo stesso Capo dello Stato. (AGI)

GAY: MALAWI;PRESIDENTE INCONTRA BAN KI MOOON,GRAZIATA COPPIA DECISIONE PRESA 'PER MOTIVI UMANITARI' (ANSA-REUTERS) - LILONGWE (MALAWI), 29 MAG - Il presidente del Malawi Bingu wa Mutharika ha concesso la grazia alla coppia omosessuale che il 20 maggio scorso era stata condannata a 14 anni di prigione ta un tribunale del paese. La decisione, presa per ''per motivi umanitari'', e' stata presa dopo un incontro fra il presidente ed il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon. ''Questi ragazzi - ha detto wa Mutharika - hanno commesso un crimine contro la nostra cultura, la nostra religione e le nostre leggi. Cio' nonostante, in qualita' di capo dello stato li perdono e percio' chiedo il loro immediato rilascio senza condizioni''. ''Ho fatto questo per motivi umanitari, ma questo non significa che io approvi questi fatti'' ha aggiunto il presidente del Malawi. (ANSA-REUTERS).

Valerio fa coming out ma in casa scoppia il dramma (gay.it)


Finalmente Valerio Pino fa coming out. E lo fa raccontando alla rivista Top la sua storia dal risvolto negativo. Dopo essere stato sui tabloid internazionali per le dichiarazioni di un giornalista spagnolo che ha parlato di una storia d'amore tra il ballerino di Amici e il cantante portoricano Ricky Martin la vita di Valerio è cambiata. Se da una parte le proposte di lavoro sono aumentate a dismisura e le chiamate per scoprire la verità si sono fatte sempre più insistenti, dall'altra parte la sua famiglia ha dovuto apprendere attraverso le pagine dei giornali l'orientamento sessuale del figlio: «Avrebbero preferito che fossi morto - ha dichiarato Valerio alla rivista di gossip, secondo quanto riporta il magazine di Libero.it  - Mi è caduto il mondo addosso, per una settimana non sono riuscito a dormire». Se Ricky Martin, infatti, ha fatto coming out lo scorso aprile davanti al mondo intero, Valerio non l'aveva mai fatto e forse non voleva farlo.
Gay.it - Valerio fa coming out ma in casa scoppia il drammaAlmeno fino ad oggi, quando si è aperto sulla rivista Top. «La sessualità di ognuno di noi è indefinita», ha detto il ballerino calabrese, ammettendo di aver avuto rapporti sia con donne, tra cui Eleonora Scopelliti, la ex che lo aveva difeso pochi giorni fa sui giornali, che con uomini. La giornalista ha, poi, chiesto conferma a Valerio di un'altra ipotetica storia con un cantante italiano, ma Pino ha preferito tagliare corto: «Ci manca solamente di finire in un altro gossip internazionale, adesso. Cambiamo discorso, per favore». Con il coming out, oltre all'affetto del fratello e della madre, anche la possibilità di rivederlo nel programma di Maria De Filippi sembra svanire: «Sono io che non considero più il programma» ha dichiarato Valerio, lasciando intuire che la rottura non sia avvenuta nel migliore dei modi.

venerdì 28 maggio 2010

Mc Donald's : "Venite così come siete" pubblicità versione gay per la Francia







Delicato e interessante spot a tematica gay di McDonald’s trasmesso in Francia sia in tv che nei cinema. Un ragazzo è seduto in un ristorante della famosa catena di fast food e guarda una foto dei suoi compagni di classe. Squilla il cellulare e il giovane risponde dicendo “ti pensavo e stavo guardando la nostra foto scolastica. Ora ti devo lasciare, che arriva papà. Ti amo”. Giunge il padre con i vassoi, vede la foto e chiede:
“È la foto della tua classe? Quando avevo la tua età ero molto simile a te: facevo impazzire tutte le ragazze. Peccato che la tua fosse una classe solo maschile…”
L’enigmatico sorriso del ragazzo che chiude il filmato è impagabile (e, ammettiamolo, pure lo slogan pubblicitario che invita ad andare da Mc’Donalds così come si è). (queerblog.it)

Sondaggio: Marco Carta nudo o è un fake?

Che ne dite?

La tragicommedia del porno etero-gay con le voci italiane di Lillo e Greg (la Repubblica)


In arrivo l'indipendente Usa "Humpday- Un mercoledì da sballo": due amici non omosessuali decidono di filmarsi in un rapporto a luci rosse. Il duo di doppiatori: "Si ride ma è un film serio sull'omofobia"
di CLAUDIA MORGOGLIONE

La tragicommedia del porno etero-gay con le voci italiane di Lillo e Greg

ROMA - L'idea di Humpday - Un mercoledì da sballo, film cult e pluripremiato in arrivo dagli States, è racchiusa in un ossimoro: porno etero-gay. Perché è questa la sfida che, sullo schermo, i due protagonisti, amici da anni, si lanciano: girare un film casereccio che immortali un rapporto sessuale tra loro due - uomini a cui, dichiaratamente, piacciono solo le donne. E il risultato è una sorta di tragicommedia fatta di discorsi a ruota libera, momenti malinconici e situazioni divertenti. Con un elemento di curiosità in più, nella versione italiana: la presenza di due personaggi amici e complici (nella vita e nel lavorio) come Lillo e Greg, nel ruolo di doppiatori dei due interpreti principali.

Sono loro infatti, Pasquale Petrolo e Claudio Gregori - coppia radiofonica, teatrale, musicale con la band Latte e i suoi derivati - a fornire le voci ai due stralunati eroi della pellicola: Ben (Mark Duplass, doppiato da Greg) e Andrew (Joshua Leonardo, doppiato da Lillo). Si sono conosciuti al college, poi le loro strade si sono divise: Ben ha messo la testa a posto e si è sposato con Anna (Alicya Delmore); Andrew si autoproclama artista e gira il mondo senza mete precise. Ma poi torna dall'amico, lo coinvolge in una festa "dionisiaca" a casa della sua fiamma del momento (la interpreta la regista del film, Lynn Shelton), e lì, tra alcol ed erba, matura la loro idea: partecipare a un festival di porno caserecci con un filmino che immortala un rapporto sessuale tra i due. Peccato però che entrambi si dichiarino assolutamente eterosessuali. E chissà come farà Anna a digerire il programma "artistico" dei due...

Il tutto in una pellicola - in arrivo nelle nostre sale dal 4 giugno, distribuita dalla Archibald di Vania Traxler Protti - non dichiaratamente comica, malgrado l'argomento che tratta. Anche se in certi momenti gli elementi divertenti prevalgono: "In alcune scene non si può fare a meno di ridere - spiega Lillo, alla presentazione di questa mattina - come ad esempio quando Ben tenta di spiegare la situazione alla moglie, o quando cercano di cominciare a girare il porno. Il loro imbarazzo strappa risate: è una comicità non di battute ma di situazioni, un po' cone la nostra. Ma credo che in realtà si tratti di un film serio, che parla di omofobia. E soprattutto di amicizia, dell'incontro tra i due mondi diversi dei protagonisti".

Un'interpretazione, la sua, avallata dallo stile scelto dalla regista: Humpday si inserisce infatti nella corrente più sperimentale del cinema low budget americano, il Mumble Core, che si affida molto alla verità e spontaneità dei dialoghi. Non a caso, è stato premiato sia al Sundance che agli Independent Spirit Awards. "L'aspetto sperimentale è importante - prosegue Lillo - perché in altre mani questa storia del porno etero gay sarebbe potuta diventare retorica e cialtrona. In Italia, ad esempio,  ci avrebbero scritto su battute scontate, telefonate, volgari. Invece qui quando si ride si ride con gusto".

Quanto alla strana coppia di doppiatori, entrambi sottolineano che prestare le loro voci non è stato affatto facile: "E' un film difficile da doppiare - spiega ancora Lillo - perché gli attori usano molte esitazioni, nel parlare. Ero spaventatissimo. Certo, la familiarità con Claudio mi ha aiutato: anche quando lavoravo da solo, chiedevo alla direttrice del doppiaggio di farmi sentire la sua voce, anziché quella originale, per sentirmi a mio agio". Alla fine, anche lui non resiste al gusto dello scherzo intorno al tema di Humpday: "Sì, anche io e Greg abbiamo fatto sesso più volte... mentre si è in tour è comodissimo".

Marco Carta: “Non sono gay e non ho pregiudizi sull’omosessualità” (newnotizie.it)

Marco Carta, il giovane e talentuoso cantante nato all’interno del talent show Amici, di cui è stato vincitore nel 2008, è nuovamente ritornato con un nuovo album ed un nuovo look. Il ragazzo, riprende l’argomento sull’omosessualità e sulle insinuazioni nei suoi confronti da parte del sito gay.tv…

Marco Carta, il giovane e talentuoso cantante nato all’interno del talent show ideato e condotto da Maria De Filippi, Amici, continua a raccogliere consensi di pubblico e critica. Facendo un breve resoconto della sua carriera, i successi collezionati (e meritatissimi ogni volta), sono stati di tutto rispetto: dalla vittoria del talent, Amici 2008, al trionfo al Festival di Sanremo nel 2009, fino a tutti i riconoscimenti musicali raccolti nel corso della passata stagione estiva. Ora, Marco è nuovamente tornato, carico di sorprese, a partire dal suo nuovo album, uscito il 25 maggio, “Il cuore muove”, seguito da un tour la cui partenza è prevista per il prossimo 12 giugno con prima tappa Somma Vesuviana, nel napoletano, e sempre nel mese di giugno (il 25), tornerà nella sua Sardegna, a Cagliari.

Il successo è sempre lo stesso, eppure di cambiamenti nella vita del giovane cantante, ce ne sono stati non pochi. È lo stesso ragazzo a parlarne, sulle pagine del settimanale Diva e Donna, in occasione di una recentissima intervista a lui riservata: “Artisticamente sono cresciuto, mi sta cambiando un po’ la voce, ma in positivo: il timbro è più black. Il Marco uomo invece, sta diventando… uomo, con uno spirito sempre da ragazzino. Che non è immaturità. La leggerezza ogni tanto ci vuole”.

Ma anche il look ha subito un cambiamento significativo: “Adesso sono più magliettina e jeans, mentre prima ero jeans e camicia”, afferma il ragazzo. Ed il fisico? Marco sembra tenerci molto, al punto da dedicarsi anche alla palestra, per “stare bene questa estate, al mare”, sostiene.

Nonostante le rinunce che il ragazzo ha dovuto “subire”, in cambio della popolarità, Carta non ha nessun rimorso ed, anzi, rifarebbe tutto dall’inizio. In merito ai suoi progetti futuri, invece, probabilmente lo rivedremo nuovamente sull’ambito palcoscenico dell’Ariston, ma è ancora presto per dirlo. Tra i suoi sogni, anche una conduzione televisiva: “Fare Italia’s got talent da giurato mi sarebbe piaciuto”.

Sul versante “amore”, invece, Marco dichiara di essere single da tre anni: “Qualche mese fa c’è stata una ragazza che mi stava prendendo il cuore, però è fidanzata, così ho preferito togliermi dalle scatole”.

Di recente, invece, si è spesso giocato sull’ambiguità sessuale etero – gay, ed in mezzo c’è finito anche Marco Carta, insieme ad altri giovani talenti quali Marco Mengoni e Valerio Scanu. In merito, Carta ha affermato: “Marco è molto ironico su questo, io ci gioco un po’ meno. Rido anch’io, però dico che non è così, non sono gay. Ho sofferto quando sono uscite mie foto nude sul sito gay.tv: non ho alcun tipo di pregiudizio sull’omosessualità, però in quel caso mi sono sentito usato come un oggetto”.

Emanuela Longo

Foxconn, non si fermano i suicidi nella fabbrica iPad (rassegna.it)

  

















Dieci morti dall’inizio dell’anno alla Foxconn, sussidiaria di Apple, Dell e Nokia, che fa firmare ai suoi dipendenti una lettera in cui si impegnano a non suicidarsi. Nella città-fabbrica lavorano, vivono e dormono 300 mila persone
 
Foxconn non riesce a fermare la spirale dei suicidi, e dei tentativi di suicidio, tra i suoi dipendenti a Shenzen. Ieri si è ucciso il decimo impiegato, in cinque mesi, dell’azienda cinese che fabbrica componenti per i gadget elettronici più diffusi al mondo, tra cui iPad e iPod per Apple. L’uomo, un 23enne originario della provincia cinese di Gansu, si è gettato dall’edificio di un dormitorio della fabbrica, informa l’agenzia Nuova Cina ripresa dall’Ansa. Oggi un altro dipendente ha tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene, ma è stato salvato dall’intervento dei sanitari. Due giorni fa un dipendente di 19 anni, Li Hai, si è gettato dal tetto di uno dei padiglioni del complesso. Il ragazzo lavorava alla Foxconn da appena 42 giorni.

Foxconn Technology Group appartiene alla taiwanese Hon Hai Group, un’azienda con ben 800 mila dipendenti in Cina, che produce non solo per Apple, ma anche per Sony, Dell, Hewlett-Packard e Nokia. La maggior parte degli impiegati sono sotto i 30 anni. Orari di lavoro, stress, violenza, l’universo concentrazionario di una fabbrica in cui si vive, lavora e dorme sono all’origine di una catena di morti contro la quale si sono mobilitati gli stessi vertici dell’azienda taiwanese. Il 26 maggio agli oltre 300 mila impiegati della Foxconn di Shenzen è stato fatto firmare un documento che prescrive l’impegno formale a non suicidarsi. “Prometto di non fare del male a me stesso o agli altri in maniera irreparabile”: questa la formula del giuramento del ‘suicidio proibito’.

Sempre il 26 l’azienda ha aperto ai media le porte della sua città-fabbrica. La visita è stata guidata dal manager Terry Gou, che ha chiesto scusa per i suicidi, negando che le morti siano legate alle condizioni di vita e di lavoro dei suoi dipendenti. Eppure i giornali cinesi descrivono condizioni umane più simili a una vita di prigionia che di lavoro.

Le contromosse dell’azienda, oltre il giuramento, comprendono psicologi, call center di sostegno, ricompense a chi segnala colleghi a “rischio suicidio”. L’azienda avrebbe anche chiesto ai dipendenti di firmare una lettera nella quale acconsentono ad essere ricoverati in istituti psichiatrici se vengono loro riscontrate condizioni fisiche e mentali “anormali”. “Se litigo con il mio capo, mi manderanno in manicomio?”, si è chiesto un dipendente intervistato da un giornale.

giovedì 27 maggio 2010

Omofobia: Penati, “Basta polemiche la posizione del partito è chiara” (partitodemocratico.it)

Dichiarazione di Filippo Penati, capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani

“Il Pd ha una posizione nettissima sui diritti e contro l’omofobia: lo stesso segretario ha più volte ribadito l’impegno suo e dell’intero partito ad arrivare quanto prima ad una legge che tuteli i diritti di tutti.

Il caso di Udine non rispecchia la posizione del Pd ma segnala semmai una leggerezza del gruppo consiliare del partito. Tanto è vero che l’amministrazione di centro sinistra della città ha patrocinato l’iniziativa senza se e senza ma. Ora è necessario continuare a costruire, insieme anche alle associazioni, un impegno a difesa dei diritti e per respingere i rischi di vecchie e nuove omofobie. Ma per questo è anche importante evitare, da parte di tutti, toni eccessivi e polemiche che sbagliano il bersaglio”.

NASCE LA PRIMA HIT ITALIANA DEDICATA ALL’EUROFESTIVAL (gaynews)


Un modo diverso per dire: “Rivogliamo anche in Italia l’Eurovision Song Contest!” (video)

Eurofestival WebSite presenta Eurofestival HIT, la prima HIT tutta italiana dedicata all’Eurovision Song Contest o meglio conosciuto come Eurofestival, la manifestazione musicale più seguita in Europa (125 milioni di telespettatori nel 2009) e che vede l’Italia esclusa per volontà della nostra Tv di Stato, che non partecipa all’evento dal 1998 e che non ne permette nemmeno la semplice visione nel nostro Paese. Un modo diverso per dire “rivogliamo anche in Italia l’Eurofestival!”. Eurofestival HIT nasce da un’idea dei fondatori di Eurofestival News ed Euromusica, che hanno trovato il totale supporto e la totale disponibilità di Daniele Moretti (uno degli autori del pezzo "Etcetera" con cui l’Irlanda ha partecipato nel 2009 all’Eurovision Song Contest).

Roma Pride 2010: pubblicata la bozza delle Richieste



Questa è la lista delle richieste che vengono avanzate al mondo politico e delle istituzioni e che completa la bozza di documento politico del Roma Pride 2010.

Il testo è aperto ai contributi che potranno arrivare da qui alla sera di domani, poiché sabato mattina (29 maggio) si procederà con la stesura definitiva.

Grazie in anticipo a quant* vorranno intervenire
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Roma Pride 2010 - Ogni bacio una rivoluzione

Cosa chiediamo


Rapporti familiari

Apertura della discussione politica e parlamentare sul tema della costituzione di nuclei familiari composti da persone dello stesso sesso (v. sent. Corte Costituzionale 138/2010). La discussione e la conseguente azione politica e legislativa dovranno tener conto delle seguenti necessità:


    * Matrimonio civile per le coppie formate da persone dello stesso sesso;

    * Regolamentazione della co-responsabilità genitoriale del partner dello stesso sesso, anche se non è il genitore biologico;

    * Adozione di minori per le coppie formate da persone dello stesso sesso e per i singoli, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere;

    * Riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili e loro accessibilità anche per le coppie formate da persone dello stesso sesso.



Pari diritti ed opportunità

Il Parlamento italiano deve impegnarsi a dare piena attuazione ai principi costituzionali e alle Direttive europee in materia di pari dignità ed uguaglianza, con particolare riguardo a:


    * applicazione anche alle persone intersessuali e a quelle che compiono la transizione di sesso della direttiva europea 207/76 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di accesso al lavoro, formazione e promozione professionali, condizioni di lavoro (sentenza della Suprema Corte Europea del 30/4/96);

    * recepimento della Direttiva europea che garantisce la libertà di movimento dei cittadini europei (38/00), in modo da salvaguardare lo status e i diritti delle persone dello stesso sesso che si sono unite in base a normative degli stati membri dell'Unione;

    * rimozione delle discriminazioni verso le persone LGBTQI e le coppie formate da persone dello stesso sesso, sia in ambito sanitario, sia ai fini della tumulazione;

    * riattivazione delle campagne ministeriali d’informazione sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, garantendo i diritti delle persone sieropositive;

    * modifica della legge 40 per consentire l'accesso alla procreazione medicalmente assistita alla singola maggiorenne e alle coppie formate da persone dello stesso sesso;

    * introduzione di disposizioni e normative che garantiscano l’erogazione gratuita attraverso il Servizio Sanitario Nazionale per le cure e le terapie necessarie alla transizione di genere e per l’assistenza alle persone intersessuali;

    * istituzione di una commissione interministeriale e multidisciplinare sull’intersessualismo, che approfondisca e delinei le problematiche legate alle sue diverse forme, con l’obiettivo di garantire un armonioso ed equilibrato sviluppo della persona soprattutto in funzione delle sue scelte e della sua consapevolezza di genere. In particolare occorre impedire che le assegnazioni di sesso avvengano in maniera arbitraria fin dai primi mesi di vita;

    * cambio anagrafico del nome proprio e dell’identificativo di genere senza l’obbligo di interventi chirurgici, sia per le persone in transizione sessuale, sia per le persone intersessuali;

    * introduzione di identificativi di genere specifici come opzione per le persone transessuali, transgender o intersessuali che desiderino avvalersene, da usarsi in tutte le possibili aree di applicazione (questionari, rilevazioni, registrazioni, ecc.)



Prevenzione e rimozione delle discriminazioni in materia di orientamento sessuale ed affettivo e identità di genere

In Italia le persone LGBTQI continuano a subire discriminazioni in famiglia, sul lavoro, nella scuola, nella società senza potersi avvalere di alcun strumento giuridico specifico che le tuteli. Questo nonostante esistano pronunciamenti del Parlamento Europeo e della Suprema Corte Europea (direttive 207/76 e 78/00, risoluzione gennaio 2006, sentenza del 30/3/06). Per questa ragione è indispensabile che il Parlamento ed il Governo italiani intervengano attraverso:


    * una legge di prevenzione e lotta alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale ed affettivo e sull’identità di genere, che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone LGBTQI;

    * l’estensione della legge Mancino (n. 205/93) all’orientamento sessuale e all’identità di genere;

    * la pianificazione ed il finanziamento di specifiche campagne ed iniziative di informazione tese a contrastare il pregiudizio omofobico e transfobico e le discriminazioni, soprattutto attraverso interventi nelle scuole e promozione di buone pratiche;

    * la modifica del Decreto legislativo 216 del 2003 “Attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, che deve tenere in considerazione la necessità di eliminare le nuove forme di discriminazione introdotte nel frattempo (ad esempio, verso gay e lesbiche in divisa);

    * l’estensione delle norme che tutelano le lavoratrici e i lavoratori dalla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere a tutte le tipologie di contratti di lavoro;

    * l’introduzione del diritto al risarcimento delle persone transessuali che fino al 1982 sono state sottoposte a regime carcerario per la loro diversa identità di genere e l’abrogazione dell’Articolo 85 del Decreto 773 del 1931 (sul camuffamento ed il mascheramento in pubblico);

    * il rafforzamento del ruolo dell’Italia per il rispetto dei diritti umani nel mondo, in particolare attraverso il massimo sostegno alla proposta di legge depositata dall’ONU per l’abolizione della pena di morte e per la depenalizzazione dei reati di omosessualità e transessualità.

    * Il perfezionamento dell’applicazione della direttiva europea 85 del 2005 riguardo allo status di rifugiato anche per le persone perseguitate a causa del loro orientamento sessuale e affettivo o per la loro identità di genere;

    * la riforma delle disposizioni in materia di sicurezza affinché sia possibile ed agevole denunciare le situazioni di sfruttamento ed accertarsi del rispetto dell’identità di genere nei casi in cui le persone immigrate siano sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà.



Richieste specifiche per il territorio del Lazio

Molte delle richieste delle persone LGBTQI richiedono l’intervento del Parlamento, ma, a livello territoriale, Regioni, Provincie e Comuni hanno rilevanti competenze e possono intervenire per migliorare le condizioni di vita delle persone LGBTQI. In particolare, nell’ambito del territorio del Lazio riteniamo necessario:


    * costituire gruppi di lavoro presso Consigli o Giunte che sviluppino un rapporto di dialogo e di confronto costante con l’universo LGBTQI;

    * migliorare i servizi di assistenza e di prevenzione relativi alle malattie sessualmente trasmissibili. Un particolare riguardo va riservato alle persone sieropositive all'HIV o affette da AIDS, per le quali vanno migliorate le strutture ospedaliere, l'assistenza domiciliare e gli altri servizi sociali;

    * rimuovere le discriminazioni e assicurare pari opportunità in materia di occupazione e di condizioni di lavoro per tutto il personale delle istituzioni locali e degli enti ad esse collegati (attuazione del D.LGS 216/03 e della Direttiva 2000/78/CE);

    * adottare una legge regionale contro l'omofobia e le discriminazioni, che dia attuazione alla mozione approvata a settembre 2009, in attesa che il Parlamento affronti e risolva la questione. Gli interventi devono riguardare principalmente la formazione degli operatori pubblici, l'informazione nelle scuole e campagne locali in collaborazione con le associazioni, la costituzione di un ufficio di studio ed un osservatorio multidisciplinari e permanenti sulle discriminazioni e la violenza motivata dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere. In particolare devono essere oggetto di specifici interventi le forme di bullismo omo-trans fobico, l'educazione sessuale e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili;

    * attivare case di accoglienza e strutture di assistenza per le persone transessuali che sono oggetto di tratta o di sfruttamento, nell'ambito di specifici piani di intervento per il loro sostegno;

    * garantire la gratuità delle terapie necessarie alla transizione di genere e dell’assistenza e al sostegno per le persone intersessuali.

    * costituire un dipartimento regionale per le persone intersessuali specializzato e multidisciplinare per sostenere ed indirizzare personale opportunamente formato e seguire tali persone dalla prima infanzia fino al momento di una scelta autodeterminata e consapevole della soluzione più coerente rispetto alle caratteristiche e alle esigenze individuali;

    * socializzare la memoria storica delle persone LGBTQI che furono perseguitate durante i totalitarismi, sia attraverso la costruzione di un monumento ad esse dedicato, sia attraverso la promozione e l'organizzazione di iniziative culturali collegate al tema della memoria e della violazione dei diritti delle persone LGBTQI anche nel presente.



Gran parte degli interventi indicati può trovare applicazione anche all'interno di una legge quadro regionale dedicata proprio al tema dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere che perseguirà questi obiettivi:
Libertà di espressione:


    * garantire l'autodeterminazione in tema di orientamento sessuale e di identità di genere, per superare le discriminazione a questi collegate;

    * garantire parità di condizioni agli interventi e ai servizi compresi nella competenza legislativa regionale;

    * estendere la competenza del difensore civico ai casi di discriminazioni motivate da orientamento sessuale o identità di genere.


Lavoro, impresa, formazione ed integrazione sociale:


    * rimuovere le discriminazioni relative all'accesso al lavoro, anche favorendo l'inserimento e la formazione per le persone discriminate;

    * promuovere lo sviluppo di una cultura professionale correlata all’acquisizione positiva dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere;

    * dare attuazione alla normativa comunitaria per quanto di competenza regionale coinvolgendo le associazioni rappresentative;

    * promuovere l’adozione da parte dei dipendenti delle amministrazioni di linguaggi e comportamenti ispirati alla considerazione e rispetto per ogni orientamento sessuale e identità di genere, intervenendo con attività di formazione del proprio personale;

    * assicurare parità d’accesso ai servizi pubblici e privati e alle prestazioni erogate; riconoscere il diritto all’abitazione alle persone e alle famiglie, per rimuovere le cause che determinano disuguaglianze e disagio.


Sanità ed assistenza:


    * garantire che siano le persone designate dal paziente a prestare assistenza in ogni fase della degenza, indipendentemente dai legami di parentela legale;

    * le aziende sanitarie locali devono assicurare interventi di informazione, consulenza e sostegno per rimuovere gli ostacoli alla libertà di scelta ed espressione circa l'orientamento sessuale o l'identità di genere


Informazione e cultura:


    * assicurare il monitoraggio dei contenuti della programmazione televisiva e radiofonica rispetto alla pari dignità riconosciuta agli orientamenti sessuali e all'identità di genere;

    * assicurare spazi di informazione ed espressione su questi temi;

    * dedicare attenzione agli aspetti culturali del mondo LGBTQI incentivando, sviluppando, sostenendo – anche con lo stanziamento di risorse economiche - progetti per la realizzazione di spazi culturali, mostre, giornali, case editrici, cinema, teatro e di tutte quelle forme artistiche che si propongono di diffondere una comunicazione scevra da pregiudizi;

    * promuovere attività culturali, turistiche e commerciali aperte ai diversi stili di vita per superare le discriminazioni nei pubblici esercizi e nei servizi turistici e commerciali, promuovere il confronto culturale sulle tematiche familiari per favorire l’eguaglianza di opportunità nell'assunzione del ruolo e della responsabilità genitoriali;

    * attivare campagne di comunicazione per accrescere l’attenzione su questi temi per fornire tutte le informazioni utili e necessarie per la tutela dei diritti in tema di parità di trattamento e contro ogni forma di discriminazione.


Interventi in favore delle famiglie

Le istituzioni locali del Lazio, dove sussiste una delle maggiori realtà metropolitane italiane, devono adoperarsi per sostenere la famiglia in tutte le sue diverse declinazioni ed
assicurare l'equiparazione di tutte le forme di famiglie partendo dall'evoluzione del concetto giuridico di famiglia anagrafica e di nucleo familiare come descritti dall'art. 4 del DPR 223/1989 e dalla loro rilevanza fiscale confermata dal Consiglio di Stato (sentenza 770/94) e dal Ministero dell'Interno (circolare 5/95).

Organizzatori Gay Roma Pride: evento inizierà con migliaia di baci (Apcom)

 

La decisione dopo mozione Udine contro manifesti anti omofobia

Gli organizzatori del Gay Pride di Roma del 3 luglio prossimo hanno annunciato che l'evento inizierà con "migliaia di baci", una risposta alla mozione approvata dal gruppo consiliare del Pd a Udine che criticava i manifesti della campagna contro l'omofobia, dove è ritratto un bacio tra due omosessuali. "I nostri baci sono un messaggio forte contro l'omofobia", avvertono gli organizzatori del Pride romano. "Siamo indignati per quanto è accaduto a Udine dove è stato detto no ai manifesti contro l'omofobia che ritraevano un bacio di due coppie omosessuali", dichiarano in una nota gli organizzatori del Roma Pride 2010, sottolineando. "Agli attacchi de La Destra e alla confusione totale in cui sembra piombato il Pd, noi gay romani risponderemo proprio con migliaia di baci all'inizio della manifestazione del Roma Pride del 3 luglio che ha come slogan: 'ogni bacio una rivoluzione'". "Sarà questa - concludono - la nostra risposta ferma di fronte a una politica che sul tema dei diritti delle persone gay, lesbiche e trans e dell'impegno concreto contro l'omofobia e ogni discriminazione sembra non avere un punto fermo".

iPad: considerazioni sparse di un'utilizzatrice «feticista» (corriere.it)

iPad: considerazioni sparse di un'utilizzatrice «feticista» (corriere.it)

La partecipazione dell'OPL al convegno: Identità di genere e libertà – due giornate di formazione con Joseph Nicolosi


Relazione del Segretario dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia sulle terapie riparative 

Nei giorni 21 e 22 maggio si è svolto a Roncadelle (Brescia) il convegno “Identità di genere e libertà – due giornate di formazione con Joseph Nicolosi”, promosso da: AGAPO, Alleanza Cattolica, Consultorio Delta, Gruppo LOT, Living Waters Italia, Living Waters Ticino, Medici Cattolici Brescia, NARTH, Nuove Onde, Obiettivo Chaire, Scienza & Vita Brescia, Scienza & Vita Milano. Proprio in seguito alle numerose segnalazioni ricevute in occasione del convegno, l'OPL ha preso una posizione sulle terapie riparative, con un'apposita delibera approvata durante il consiglio del 12 maggio 2010. La posizione dell'OPL è stata ampiamente ripresa dalla stampa (link a rassegna stampa).
Come OPL abbiamo voluto essere presenti al convegno, per testimoniare la nostra presenza istituzionale rispetto ad un intervento psicologico e psicoterapeutico discusso, sia da parte dei nostri iscritti che da parte dei cittadini. Hanno partecipato nella giornata di venerdì il Presidente, dott. Mauro Grimoldi e il giornalista responsabile dell'Ufficio Stampa OPL, dott. Pietro Cobor,  nella giornata di sabato il Segretario dott.ssa Carlotta Longhi e il Consigliere dott.ssa Francesca Urciuoli.
I rappresentanti dell'OPL hanno avuto diverse occasioni di scambio, sia con il dott. Nicolosi, che con gli altri relatori ed organizzatori dell'evento e con il pubblico. La posizione dell'OPL è stata ripetutamente presentata durante il convegno, sia durante le relazioni che attraverso il materiale distribuito al pubblico. La posizione dell'OPL nei confronti delle terapie riparative, come prevedibile, ha suscitato reazioni “forti”. Tuttavia è stata apprezzata l'onestà di una posizione accompagnata da una presenza attenta e puntuale all'evento, tesa sia a comprendere meglio il fenomeno che a spiegare la nostra posizione con senso di responsabilità. Gli organizzatori e il pubblico hanno cercato un confronto ed una contrapposizione, basata su argomenti che spaziavano dalla scienza, alla deontologia, alla pratica psicoterapeutica, fino ad arrivare alle visioni religiose e filosofiche circa la natura umana. Il tema è tale da risultare estremamente coinvolgente, il nostro intento è stato quello di intervenire, sia negli scambi informali che in quelli formali, dal punto di vista di psicologi, psicoterapeuti e rappresentati dell'Ordine, quindi esprimendo un parere sull'intervento psicologico con persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.
In particolare, durante la seconda giornata gli organizzatori del convegno hanno proposto un confronto “all'americana” tra Joseph Nicolosi e Carlotta Longhi, come Segretario OPL.
Durante il confronto si sono evidenziati alcuni elementi cardine della divergenza di posizioni tra il dott. Nicolosi e l'OPL. In particolare, il fulcro della differente visione sembra risiedere in un misunderstanding da parte di chi promuove le terapie riparative sulla natura dell'intervento psicologico. Premessa fondante l'intervento psicologico è l'impossibilità di un esito predefinito. Chi sostiene che le terapie riparative siano liberamente scelte da persone omosessuali che desiderano cambiare orientamento sessuale, dimentica, o ignora, che l'intervento dello psicologo non segue mai la modalità “a domanda rispondo”. Se una persona chiede allo psicologo di modificare il proprio orientamento sessuale lo psicologo non deve certo rispondere in modo lineare aiutandolo a modificarlo. Sarebbe come se lo psicologo cui un cliente dichiara di voler morire lo aiutasse a suicidarsi. L'obiezione “sono i clienti stessi a chiedere questo” non è esauriente proprio perché, se il cliente è libero di scegliere la terapia e lo psicologo che preferisce, quest'ultimo non si limita a realizzare ciò che i clienti chiedono, ma opera attraverso l'analisi della domanda.  Gli obiettivi dell'intervento vengono definiti, indipendentemente dalla scuola di riferimento nel contesto di una particolare relazione, quella appunto tra lo psicologo e il suo cliente. Gli esiti del lavoro non possono essere predeterminati.
Sul fatto che lo psicologo non possa essere neutrale, altro argomento forte di Nicolosi, parla chiaro l'articolo 4 del Codice Deontologico, oltre alla formazione che ogni psicologo riceve. Posto che nessuno di noi può essere completamente neutrale, in quanto portatore di credenze, valori, opinioni, come psicologo si impegna affinché questi non interferiscano con il lavoro clinico e non influenzino il cliente. La posizione di partenza di Nicolosi, che afferma apertamente che a suo parere essere eterosessuali è meglio che essere omosessuali, ci sembra un presupposto che inficia pesantemente questo dovere clinico e deontologico di ogni psicologo.
Inoltre, la visione dell'omosessualità come comportamento e non come modo di essere della persona, apre la via ad una posizione che interpreta l'omosessualità come un sintomo se non come patologia vera e propria, in una concezione dell'essere umano in cui esistono comportamenti “naturali” e “non naturali”, posizione che può essere sostenuta dal punto di vista religioso, ma non certo da quello scientifico.
Carlotta Longhi

mercoledì 26 maggio 2010

DON PEZZINI, IL PRETE DEI GAY (da Vita.it)


Incredulo il gruppo Il Guado, nato proprio con il sacerdote arrestato con l'accusa di pedofilia
       
«Incredulità». È questa la prima reazione del Gruppo di omosessuali cattolici Il Guado dinanzi alla notizia dell'arresto di don Domenico Pezzini, sacerdote della diocesi Lodi accusato di pedofilia. Del gruppo Il Guado, fondato nel 1980 a Milano, don Pezzini ha visto la nascita, da prete pubblicamente schierato nell'accompagnare i percorsi spirituali e di vita delle persone omosessuali credenti.

«Se infatti è vero che le nostre strade si sono separate più di venticinque anni fa», scrivono oggi in un comunicato, «è anche vero che la nostra stima nei suoi confronti è ancora grande». Di lui apprezzano «il lavoro instancabile che ha fatto con centinaia di omosessuali credenti, che ha aiutato a conservare la fede; i ripetuti interventi con cui ha saputo affrontare il tema dell’omosessualità declinando in maniera esemplare la fedeltà al Vangelo e il rispetto per le persone che la vivono in prima persona; di lui conosciamo i numerosi libri di spiritualità che l’hanno fatto diventare un conferenziere molto apprezzato non solo nella Chiesa italiana, ma anche fuori d’Italia».

«La notizia che una persona che gode della nostra stima è stata arrestata con un’accusa grave ci lascia quindi increduli e frastornati. Facciamo fatica a pensare a lui come al responsabile di un reato così odioso e così vigliacco come quello di cui viene accusato. In attesa di conoscere la verità su questa vicenda dolorosa crediamo che la prima cosa che dobbiamo fare è quella di pregare, nella speranza che si tratti di un grosso equivoco».

La speranza che sia solo un'equivoco, in questo caso, non è un voltare la faccia dall'altra parte. Delicatissimo il passaggio del comunicato di Il Guado che lo spiega:«si tratta di una speranza che nasce dalla solidarietà nei confronti del ragazzo che ha sporto la denuncia, perché un male come un abuso sessuale subito da parte di un sacerdote non è mai da augurare a nessuno; si tratta di una speranza che nasce dalla nostra stima per don Domenico, che ha fatto tante cose buone e che non vorremmo mai vedere coinvolto in una situazione così grave: si tratta di una speranza che nasce dalla solidarietà che proviamo per tanti omosessuali credenti italiani, che in don Domenico hanno riposto la loro fiducia e che potrebbero sentirsi traditi se gli abusi di cui è accusato risultassero fondati; si tratta infine di una speranza che nasce dall’amore che portiamo per la chiesa italiana: una chiesa di cui il ragazzo che ha denunciato l’abuso è comunque un figlio; una chiesa di cui don Domenico è comunque un ministro; una chiesa di cui noi tutti ci sentiamo comunque membra ferite da questa notizia».

Nell'esprimere questa speranza, precisa Il Guado, «non possiamo però non ribadire il nostro rispetto e la nostra simpatia per il lavoro di indagine e di approfondimento che la magistratura e i corpi di polizia stanno portando avanti: a loro spetta il compito delicato di accertare la verità e di ristabilire la giustizia. Quanto a noi intendiamo continuare quello che facevamo prima con un impegno e con un senso di responsabilità ancora maggiori». (Fonte: Vita.it)