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mercoledì 27 aprile 2011

4 Maggio - Milano, la svolta! Incontro con Gianni VATTIMO all'ARCI Corvetto


NUCLEARE: DI PIETRO, IL 'TAPPETARO' HA SVELATO LA TRUFFA


Roma, 26 apr. (ANSA) - ''Oggi, a Roma, il tappetaro che indegnamente occupa palazzo Chigi ha svelato la truffa che ha organizzato ai danni dei cittadini e della Costituzione. Ha ammesso quello che noi dell'Italia dei valori stiamo denunciando da giorni: non ha alcuna intenzione di rinunciare al nucleare, e la 'sospensione' e' solo una messa in scena per dare una fregatura alla maggioranza degli italiani che dopo Fukushima voterebbero contro la follia nucleare''. Lo scrive nel suo blog il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. ''Poi, passata la festa, gabbato lo santo. - aggiunge - Una volta scavallato il referendum il programma nucleare riprendera' come se niente fosse alla faccia della democrazia e della Costituzione. Tanti si chiedono perche' il truffatore ha svelato cosi' il suo piano. Semplice. Perche' non poteva fare diversamente altrimenti avrebbe dovuto rompere i contratti con la Francia per il ritorno al nucleare e, come ha detto per rassicurare Sarkozy, non ha alcuna intenzione di farlo''. ''A questo punto - prosegue - e' assolutamente indispensabile che chi ha il compito di garantire il rispetto delle regole blocchi questa manovra truffaldina, un vero e proprio tradimento ai danni del popolo italiano e della Carta costituzionale. Il presidente della Repubblica non deve firmare una legge dichiaratamente scritta per fregare gli italiani. Tutte le persone oneste, indipendentemente da quello che pensano del nucleare, devono insorgere e protestare contro questo attentato alla democrazia".

martedì 26 aprile 2011

La Milano dei diritti - incontro tra Arcigay e Giuliano Pisapia il 30 aprile alle 2030

30/04/2011 20.30

La Milano dei diritti

Sala Bausch, Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires 33. Laura Balbo e Giani Rossi Barilli dialogano con Giuliano Pisapia. Giuliano Pisapia incontra la comunità lgbt raccogliendo l'invito avanzato da Arcigay Milano attraverso la campagna di sensibilizzazione cittadina”Milano siano anche noi” sui temi dei diritti civili, dell'inclusione sociale e della laicità contenente 10 proposte amministrative per la città.

venerdì 22 aprile 2011

AMMINISTRATIVE MILANO - VOLANTE (IDV): CI VOLEVA LA VARICELLA PER FAR INTERESSARE AD INTERNET L'ASSESSORE AL TURISMO MORELLI

Morelli ha la varicella e si informa e comunica tramite internet, bravo! Vorrei fare una domanda all’assessore leghista al turismo e al marketing territoriale: visto che ha tanta dimestichezza con il web, perché non ha mai pensato di implementare la rete WI-FI così da rendere più facile la vita a milioni di turisti, ai duecentomila studenti universitari, a chi usa internet ogni giorno per allacciare e mantenere reti di contatti fondamentali per far camminare la macchina produttiva di Milano? La banda larga è il presente e il futuro, il discrimine tra una città integrata nel mondo e un’isola depressa e merita una programmazione seria come quella che ha prospettato Pisapia e che l’IDV milanese ha nel suo programma. Morelli forse è più “legato” alla delega all’identità (padana?) di Milano che alle altre che invece presuppongono una grande attenzione alla comunicazione e alla tecnologia.
Marco Volante
Candidato IDV al Consiglio Comunale di Milano e al Consiglio di Zona 4


Volante (Idv): "La Lega scopre la Rete solo quando è malata" (Affaritaliani)

Venerdí 22.04.2011 16:02
di Marco Volante
Candidato IDV al Consiglio Comunale di Milano e al Consiglio di Zona 4

Morelli ha la varicella e si informa e comunica tramite internet, bravo! Vorrei fare una domanda all’assessore leghista al turismo e al marketing territoriale: visto che ha tanta dimestichezza con il web, perché non ha mai pensato di implementare la rete WI-FI così da rendere più facile la vita a milioni di turisti, ai duecentomila studenti universitari, a chi usa internet ogni giorno per allacciare e mantenere reti di contatti fondamentali per far camminare la macchina produttiva di Milano? La banda larga è il presente e il futuro, il discrimine tra una città integrata nel mondo e un’isola depressa e merita una programmazione seria come quella che ha prospettato Pisapia e che l’IDV milanese ha nel suo programma. Morelli forse è più “legato” alla delega all’identità (padana?) di Milano che alle altre che invece presuppongono una grande attenzione alla comunicazione e alla tecnologia.

Astensionismo e indifferenza davanti alla violenza sono la stessa cosa?


Una riflessione sull'indifferenza davanti all'ingiustizia e sull'astensionismo mi è venuta spontanea ripensando a mente libera alla brutta avventura capitata a Paola e Ricarda. Aggredite nel pieno centro di Roma, a due passi dal Parlamento, senza che nessuno alzi un dito per soccorrerle.Immagino lo sgomento per essere aggredite in pubblico e la rabbia per essersi rese conto che anche chi stava passando e non diceva nulla, in realtà, le stava aggredendo con la stessa violenza, anche se più subdola. Di certo a molti appare facile e comodo restare immobili di fronte all'ingiustizia ma alla lunga si crea una situazione troppo grave da potersi risolvere con gli strumenti ordinari.
Per esempio, per troppi anni la finanza si è autoalimentata crescendo molto al di sopra della base economica su cui avrebbe dovuto poggiare, e il risultato è stato una crisi finanziaria così grave da mettere in ginocchio anche l'economia, far schizzare in alto la disoccupazione e bloccare i consumi. Tutto questo perché non c'è stata attenzione e un'adeguata sorveglianza da parte degli organi preposti a farlo.
Per la democrazia vale purtroppo la medesima regola, ma l' "organo" competente al controllo siamo noi cittadini, il "popolo sovrano" quello che qualcuno vorrebbe cancellare dalla Costituzione Italiana. E' ancora una volta evidente che appena ti distrai te ne tolgono un po' alla volta finché la situazione è troppo compromessa per poterla riequilibrare. Finché ne abbiamo ancora la forza, invece, il nostro dovere di popolo democratico è quello di non permettere più quella inesorabile erosione con lo strumento che abbiamo, il voto, l'unico strumento più forte degli intrighi, degli affari miliardari, della corruzione, e di tutte le reti che questo sistema virale ha creato per infettare la società. Astenersi, restare immobili davanti all'aggressione, oggi significa essere correi, complici di chi vorrebbe ridurre la democrazia a paravento di una dittatura.
Marco Volante

giovedì 21 aprile 2011

GAY: VOLANTE (IDV), A MILANO MORATTI NON HA FATTO NULLA CONTRO OMOFOBIA ANCHE QUI CONTINUE AGGRESSIONI A LGBT Milano, 21 apr. (Adnkronos)

''Anche a Milano ci sono continue aggressioni verbali e fisiche a carattere omofobico, eppure la giunta Moratti non ha fatto assolutamente nulla, non ha istituito uno sportello contro la violenza omofobica, ne' i relativi corsi per la Polizia Municipale e i funzionari comunali, non ha neppure istituito un tavolo per dialogare con la comunita' Lgbt, che a Milano conta non meno di trecentomila cittadini''. Lo afferma Marco Volante, candidato dell'Idv al Consiglio Comunale di Milano e presidente di Gaynet Milano, dopo l'aggressione ai danni di Paola Concia, deputata del Pd, a Roma. ''Tutta questa scandalosa e ostentata indifferenza da parte della giunta Moratti - conclude Volante - la rende moralmente corresponsabile delle aggressioni e del disagio subiti da troppi cittadini''. (Red-Tog/Ct/Adnkronos)

GAY: GRILLINI (IDV), SOLIDARIETA' A CONCIA NECESSARIA LEGGE CONTRO OMOFOBIA Roma, 21 apr. - (Adnkronos) - "Nell'esprimere tutta la solidarieta' affettuosamente possibile a Paola Concia, per l'aggressione vigliacca che ha subito ieri sera nei pressi del parlamento, non possiamo che essere d'accordo sull'assoluta necessita' di una legge contro l'omofobia che equipari gli atti omofobici al razzismo vero e proprio". Lo dichiara in una nota Franco Grillini, responsabile diritti civili dell'Idv e presidente dell'associazione giornalisti 'Gaynet', in seguito all'episodio di omofobia, verificatosi ieri sera a Roma, ai danni del deputato Pd, Paola Concia. "Stupisce e colpisce l'indifferenza dei passanti - prosegue Grillini - verso l'aggressione di cui e' stata vittima l'onorevole, segno di un degrado culturale ed umano che e' spia di una omofobia diffusa che va combattuta con le armi della lotta culturale oltreche' della legislazione". "Il prossimo 17 maggio - conclude il presidente di Gaynet - sara' la giornata internazionale contro l'omofobia e puo' essere occasione di lotta e di impegno per tutti in particolare dei media e delle istituzioni". (Mds/Pn/Adnkronos)

GAY: CONCIA; DI PIETRO, BRUTALE AGGRESSIONE DA CONDANNARE (ANSA) - ROMA, 21 APR - ''E' un'aggressione vile che non ha bisogno di commenti quella di cui sono state vittime ieri la deputata Pd, Paola Concia e la sua compagna. L'Italia dei Valori esprime piena solidarieta' e vicinanza per questa orribile vicenda che si aggiunge ai troppi casi di omofobia avvenuti negli ultimi tempi in Italia''. Lo dice in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. ''La violenza e la brutalita' delle parole usate contro la deputata - aggiunge - sono da condannare con ogni strumento in modo da difendere ad ogni costo la dignita' umana e la liberta' individuale''. (ANSA)

La proposta di Pisapia: come Zingaretti, a Milano 5000 punti wi-fi (da Affaritaliani.it)

Far diventare Milano la città più avanzata d’Europa nell’offerta pubblica di servizi Internet per tutti  i cittadini, con migliaia di luoghi di connessione e accesso gratuito all’aperto. Questo è l’obiettivo che Giuliano Pisapia vuole raggiungere attraverso Wi-Fi X Milano, una Rete pubblica internet senza fili che muoverà i primi passi nei primi 100 giorni di governo della città. Questa è la vera scossa digitale che Milano attende da anni.

diretta pisapia spl
La rete cittadina annunciata da Pisapia prevede l’utilizzo di edifici e spazi pubblici, esercizi commerciali (bar edicole, ristoranti,) fermate ATM delle linee di superficie, per offrire un accesso capillare senza fili (il cosiddetto Wireless) in tutto il territorio comunale. Tutto ciò disegnerà quella ‘Città Digitale’ che Milano attende da anni, ma non ha mai messo in pratica. Milano vuole muoversi dunque in questo senso, sulla scia dell’esempio di Roma, dove grazie all’attenzione del presidente della Provincia Nicola Zingaretti, con il quale si instaurerà una collaborazione costante, sono stati installati oltre 600 punti di accesso nell’area metropolitana.
In particolare il progetto prevede l’installazione di un dispositivo (una piccola antenna tecnicamente definita Access Point) che consenta l’accesso alla Rete. La mappa dei luoghi di connessione comprenderà edifici pubblici di proprietà (scuole, biblioteche, anagrafi, uffici comunali, centri civici, centri sportivi, parchi, ecc…), a questi si aggiungeranno centinaia di bar, ristoranti ed edicole che verranno incentivati a offrire servizi di connessione wi-fi all’aperto utilizzando un modello di autenticazione semplificata fornito dalla costituenda Rete Municipale. Questo sistema verrà proposto anche ad Atm al fine di allacciare alla  rete le fermate dotate di pensilina, oggi oltre 2.500. Con questo sistema complessivo si potrà raggiungere nel tempo e a regime un numero di punti accessibili superiore a 5.000, facendo diventare Milano capitale europea del Wireless, un servizio molto atteso dai tanti studenti che popolano la Città (sono circa 200.000 a Milano) e dalla moltitudine di professionisti e city users che considerano la Rete uno strumento essenziale per il proprio lavoro e per l’utilità quotidiana. Per non parlare dei vantaggi per gli 11 milioni di turisti che frequentano ogni anno la nostra Città, da aggiungersi ai tanti visitatori che frequenteranno Milano con l’avvicinarsi di Expo 2015. Questo elimina le distanze reali e virtuali. Uno strumento ancora più importante e un’opportunità per le persone con disabilità, in quanto Milano sarà senza barriere non solo architettoniche.
Secondo i calcoli di sostenibilità effettuati da esperti che hanno collaborato al progetto Wi-Fi X Milano l’infrastruttura di connessione potrebbe essere realizzata con un costo contenuto (non superiore a 5 milioni di €) e limitate spese di gestione, che potrebbero consentire l’accesso a internet free per un tempo pro capite di 1h e 30minuti al giorno. Un’infrastruttura municipale così capillare potrà offrire numerosi servizi che potranno essere identificati nell’ambito di una progettazione partecipata insieme agli attori della Città. Tra i servizi che potranno essere messi a disposizione ci saranno anche attività di utilità pubblica:
• sistema di rilevazione del degrado urbano: buche, semafori rotti, danneggiamenti ecc, che il cittadino potrà fotografare, segnalandoli in tempo reale al Comune con un servizio apposito di geo-localizzazione;
• sistema di pagamento municipale: sarà applicato per regolare la sosta nei parcheggi, nonché l’accesso a zone limitate al traffico;
• servizi ‘live’: possibilità di conoscere in tempo reale tutti i servizi offerti nella zona che si sta attraversando, con un sistema che condurrà come un navigatore nel luogo richiesto.
 “Milano ha bisogno di una rivoluzione digitale – afferma Giuliano Pisapia, candidato sindaco di Milano per il centrosinistra – per sfruttare il potenziale che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione consentono nella creazione di nuovi posti di lavoro e nell’inclusione sociale. Con internet e con il Wi-Fi noi possiamo, infatti, immaginare una nuova economia per Milano sulla base di quanto è successo in tante città americane. Una  nuova economia che ha fatto nascere opportunità di lavoro per i giovani”.
“Una città moderna - dichiara Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma - deve assolutamente allargare i suoi confini anche attraverso la connessione internet. Il progetto Wi-Fi X Milano e l’infrastruttura che abbiamo sviluppato a Roma sono l’esempio della volontà di rilanciare il ruolo della connettività nella vita quotidiana dei cittadini, dei turisti e dei lavoratori per un pieno sviluppo socio-economico dei nostri territori”.

mercoledì 20 aprile 2011

Il Pdl: «Si modifichi la Costituzione: Il Parlamento conti più di tutti gli altri»

proposta di legge del deputato Remigio Ceroni. Nel mirino anche Consulta e Quirinale

Il Pdl: «Si modifichi la Costituzione: Il Parlamento conti più di tutti gli altri»

«Le Camere vengono prima di altri organi». Ironico Bersani: «Perché non fondarla su Scilipoti?»

proposta di legge del deputato Remigio Ceroni. Nel mirino anche Consulta e Quirinale
Il Pdl: «Si modifichi la Costituzione:
Il Parlamento conti più di tutti gli altri»
«Le Camere vengono prima di altri organi». Ironico Bersani: «Perché non fondarla su Scilipoti?»
Il deputato Pdl Remigio Ceroni con Gasparri (Ansa)
Il deputato Pdl Remigio Ceroni con Gasparri (Ansa)

La bugia nucleare del Governo.



Altro che passo indietro sul nucleare. L’emendamento del governo che stoppa la costruzione di centrali atomiche nel nostro paese, è solo l’ennesimo tentativo di stendere una cortina fumogena per nascondere le reali intenzioni dell’esecutivo Berlusconi: boicottare il referendum sul nucleare per disinnescare anche la bomba sul legittimo impedimento che costringerebbe il premier a farsi processare.  Oggi, sono stati gli stessi membri della maggioranza parlamentare ad ammettere i veri motivi di questa marcia indietro. Intervenendo questa mattina alla trasmissione "Ora di punta" di Radio Città Futura, condotta da Valerio Bianchi, il senatore del Pdl Pasquale Giuliano, presidente della Commissione Lavoro, ha svelato la manovra ardita da Berlusconi ai danni dei cittadini. “Mi pare che una moratoria in questo momento sia doverosa – ha detto il senatore pidiellino - anche per rispetto dell’opinione pubblica molto preoccupata di quello che è accaduto e potrebbe ancora accadere. Rimaniamo comunque convinti di dover percorrere la via del nucleare perché è l'unica strada che ci consente, non dico un’indipendenza, ma almeno un’autosufficienza energetica, però ovviamente il gravissimo incidente giapponese non può che imporre questa sospensione e riflessione”.  Incalzato dal responsabile del dipartimento Lavoro e Welfare dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, che gli ha chiesto più chiarezza, Giuliano ha sottolineato che "moratoria anche nel significato letterale del termine non significa assolutamente una rinuncia ma soltanto una riflessione”. E sullo svolgimento del referendum? "Dal punto di vista formale e giuridico – ha continuato Giuliano - il referendum non si fa ogni volta che si raccolgono le firme, ma ogni volta che la legge che dev’essere abrogata non viene modificata nelle sue parti essenziali. Nel momento in cui la normativa cambia, il referendum salta”. E, tanto per essere precisi, il presidente della Commissione Lavoro al Senato ha concluso: “Non è una rinuncia al nucleare perché in tal caso significherebbe negare il progresso, il futuro e anche l’atteggiamento di una comunità internazionale. Il governo e la comunità internazionale riprenderanno poi il discorso nucleare”.  Sulla stessa linea il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, che in un’intervista di oggi al “Messaggero” dice senza lasciar spazio a dubbi: “E’ una sospensione.  Non sono contento di questa decisione, anche se mi rendo conto che dopo ciò che è accaduto in Giappone era in qualche modo inevitabile. Resto dell’idea che prima o poi l’Italia debba entrare nel nucleare”.  È evidente che il governo “gioca a riampiattino, ma con i giochini non si ferma il referendum”, per dirla con le parole di Antonio Di Pietro, leader Idv. “Noi siamo disponibili al fischio anticipato di fine partita – ha aggiunto Di Pietro - ma a condizione che il governo ammetta di avere sbagliato: deve essere abrogata la legge del 2009, e fa bene farlo in Parlamento o con il referendum”.

sabato 16 aprile 2011

laRepubblica Torino - Thyssen, 16 anni e mezzo all'ad Colpevole di omicidio volontario

Un verdetto che segna la storia del diritto, oltre che di una città. La ferita inferta dalla tragedia della Thyssenkrupp, il 6 dicembre 2007, non ha solamente cambiato la sensibilità nazionale nei confronti delle morti bianche, ma ha permesso alla procura di contestare per la prima volta un’accusa capace di scuotere le coscienze degli imprenditori. Risarciti anche enti locali e sindacati

di PAOLO GRISERI e SARAH MARTINENGHI 
La seconda corte d’assise di Torino, presieduta da Maria Iannibelli, ha condannato Harald Espenhahn, amministratore delegato della Thyssen, a 16 e sei mesi; Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafuerri a 13 anni e 6 mesi e Daniele Moroni a 10 anni e 10 mesi. I giudici hanno dunque accolto le richieste dell'accusa, aumentando la pena al solo Moroni (per il quale i pm avevano chiesto 9 anni). I giudici hanno accolto in toto le richieste dei magistrati, confermando l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale per l'amministratore delegato e quella di cooperazione in omicidio colposo per gli altri manager.

La risposta Thyssen. Immediata la reazione dell'azienda, che in un comunicato ha definito la condanna di Herald Espenhahn "incomprensibile e inspiegabile". "Per l'ulteriore corso del procedimento - si afferma ancora nella nota - si rimanda alle dichiarazioni degli avvocati difensori". Per l'avvocato Cesare Zaccone, uno dei difensori appunto della Thyssen, "vedere cose di questo tipo è sconsolante. Faremo appello ma non credo che otterremo molto di più".

L'azienda è stata condannata a un milione di euro di sanzione pecuniaria, all'esclusione da contributi e sovvenzioni pubbliche per sei mesi e al divieto di farsi pubblicità per sei mesi. La multinazionale dell'acciaio è stata chiamata in causa come persona giuridica. La sentenza, per ordine dei giudici, dovrà essere pubblicata su una serie di quotidiani e affissa nel Comune di Terni, dove c'è la principale sede italiana del gruppo.

L'unico sopravvisuto. Per Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al rogo è una sentenza "esemplare", in grado di fare "giurisprudenza e di essere utile per tutti gli altri processi sugli infortuni sul lavoro". "E' stata scritta una pagina importante", ha aggiunto Boccuzzi.

I risarcimenti. Per quanto riguarda le parti civili, la corte ha riconosciuto un risarcimento di un milione di euro al Comune di Torino, di 973.300 euro alla Regione Piemonte, di 500 mila euro alla Provincia di Torino e di 100 mila euro ciascuno ai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uim-Uilm, Flm-Cub. Cento mila euro di risarcimento anche all'associazione Medicina Democratica.

L’attesa
. Prima di riunire il collegio in camera di consiglio per decidere la sentenza, la presidente della Corte di Assise di Torino, Maria Iannibelli, si era rivolta al pubblico chiedendo di tenere un rigoroso silenzio al momento della lettura della sentenza. La lettura è stato l'ultimo atto di un processo durato due anni e tre mesi, racchiusi in 87 udienze, per arrivare a una sentenza che segnerà la storia del diritto, oltre che di una città. La ferita inferta dalla tragedia della Thyssenkrupp, il 6 dicembre 2007, non ha solamente cambiato la sensibilità nazionale nei confronti delle morti bianche, ma ha permesso alla procura di contestare per la prima volta un'accusa capace di scuotere le coscienze degli imprenditori: l'omicidio volontario con dolo eventuale.  E' su questo reato (contestato solo all'amministratore delegato Harald Espenhahn ma che ha trascinato anche tutti gli altri imputati davanti a una corte d'assise con tanto di giuria popolare), che si è concentrata l'attenzione maggiore da parte dell'accusa e della difesa fin dall'udienza preliminare. Ed è questo reato che è stato riconosciuto dalla corte d'assise.

La decisione. Per i pm erano infatti state raccolte prove certe contro l'ad della Thyssen che portavano a ritenere che Espenhahn si sia "rappresentato", e "abbia accettato" il rischio che si potesse verificare un infortunio mortale, ma ciò nonostante abbia preferito una "logica del risparmio economico" rispetto alla tutela della sicurezza in uno stabilimento in fase di dismissione e abbandonato a se stesso. Una fabbrica carente sia in pulizia che in manutenzione, eppure ancora sottoposta al torchio stressante della produzione, nonostante tutte le figure di riferimento, ovvero gli operai più specializzati, fossero ormai andati via da corso Regina.

Le richieste. Sedici anni e mezzo per Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, 3 anni e 6 mesi per i quattro dirigenti Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, e 9 anni per Daniele Moroni, tutti accusati di omicidio colposo e omissione di cautele antinfortunistiche. Erano state queste le richieste dei pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso al termine della lunga requisitoria (durata una decina di udienze) scritta e proiettata in aula con slides.

Il programma di Pisapia e quello dell'Italia dei Valori per Milano



PISAPIA: http://idvmilano.it/files/PISAPIA-PROGRAMMA-Officina-per-la-citta.pdf

IDV: http://idvmilano.it/files/IdV-PROGRAMMA-Comunali-Milano-2011.pdf

venerdì 15 aprile 2011

FUS: Moratti non ha vergogna!


Mentre l’integrazione del FUS di “ben” tre milioni di euro permette alla Scala (e gli altri teatri?) di sopravvivere, la Moratti spende quindici (ma c’è chi dice siano cinquanta) milioni di euro per tappezzare Milano con i suoi manifesti elettorali compresi quelli abusivi che da qualche giorno campeggiano illegalmente in ogni cartellone elettorale. Il nostro “caro” Sindaco continua a dare schiaffi alla povertà in cui una larga fetta di milanesi è costretta anche grazie alle politiche scellerate di quasi vent’anni di amministrazioni di centrodestra e il tutto con un sorriso sempre serafico, come se non ci fosse nulla di cui vergognarsi.
Marco Volante
Candidato IDV al Consiglio Comunale e al Consiglio di Zona 4

giovedì 14 aprile 2011

Caro Sindaco, si vergogni!

IL QUARTO POTERE: NOI CITTADINI
Caro Sindaco, si vergogni!

Giusto il tempo di segnalare la lodevole iniziativa del Comune di Milano di rimuovere i manifesti abusivi ed ecco che nientemeno che il Primo Cittadino torna ad imbrattare le città in totale spregio delle leggi, del buonsenso e del decoro! alcune domande ci sorgono spontanee.
Cara dottoressa Brichetto Moratti, i costi di questi manifesti e delle loro affissioni abusive saranno da Lei regolarmente denunciati nel rendiconto economico della Sua campagna elettorale?

A chi saranno addebitate le eventuali sanzioni e queste saranno mai pagate?
Nel rimuovere i manifesti abusivi gli incaricati del Comune avranno per Lei un occhio di riguardo?
Non crede che il Sindaco della "Capitale morale d'Italia" debba per primo rispettare le regole di una civile campagna elettorale?
Attendiamo fiduciosi le sue risposte.


L'inquietante grido di allarme di Alberto Asor Rosa: "Non c'è più tempo"... che ne pensate?

Alberto Asor Rosa: "Non c'è più tempo"


 Capisco sempre meno quel che accade nel nostro paese. La domanda è: a che punto è la dissoluzione del sistema democratico in Italia? La risposta è decisiva anche per lo svolgimento successivo del discorso. Riformulo più circostanziatamente la domanda: quel che sta accadendo è frutto di una lotta politica «normale», nel rispetto sostanziale delle regole, anche se con qualche effetto perverso, e tale dunque da poter dare luogo, nel momento a ciò delegato, ad un mutamento della maggioranza parlamentare e dunque del governo? Oppure si tratta di una crisi strutturale del sistema, uno snaturamento radicale delle regole in nome della cosiddetta «sovranità popolare», la fine della separazione dei poteri, la mortificazione di ogni forma di «pubblico» (scuola, giustizia, forze armate, forze dell'ordine, apparati dello stato, ecc.), e in ultima analisi la creazione di un nuovo sistema populistico-autoritario, dal quale non sarà più possibile (o difficilissimo, ai limiti e oltre i confini della guerra civile) uscire? Io propendo per la seconda ipotesi (sarei davvero lieto, anche a tutela della mia turbata tranquillità interiore, se qualcuno dei molti autorevoli commentatori abituati da anni a pietiner sur place, mi persuadesse, - ma con seri argomenti - del contrario). Trovo perciò sempre più insensato, e per molti versi disdicevole, che ci si indigni e ci si adiri per i semplici «vaff...» lanciati da un Ministro al Presidente della Camera, quando è evidente che si tratta soltanto delle ovvie e necessarie increspature superficiali, al massimo i segnali premonitori, del mare d'immondizia sottostante, che, invece d'essere aggredito ed eliminato, continua come a Napoli a dilagare.Se le cose invece stanno come dico io, ne scaturisce di conseguenza una seconda domanda: quand'è che un sistema democratico, preoccupato della propria sopravvivenza, reagisce per mettere fine al gioco che lo distrugge, - o autodistrugge? Di esempi eloquenti in questo senso la storia, purtroppo, ce ne ha accumulati parecchi. Chi avrebbe avuto qualcosa da dire sul piano storico e politico se Vittorio Emanuele III, nell'autunno del 1922, avesse schierato l'Armata a impedire la marcia su Roma delle milizie fasciste; o se Hinderburg nel gennaio 1933 avesse continuato ostinatamente a negare, come aveva fatto in precedenza, il cancellierato a Adolf Hitler, chiedendo alla Reichswehr di far rispettare la sua decisione? C'è sempre un momento nella storia delle democrazie in cui esse collassano più per propria debolezza che per la forza altrui, anche se, ovviamente, la forza altrui serve soprattutto a svelare le debolezze della democrazia e a renderle irrimediabili (la collusione di Vittorio Emanuele, la stanchezza premortuaria di Hinderburg).
Le democrazie, se collassano, non collassano sempre per le stesse ragioni e con i medesimi modi. Il tempo, poi, ne inventa sempre di nuove, e l'Italia, come si sa e come si torna oggi a vedere, è fervida incubatrice di tali mortifere esperienze. Oggi in Italia accade di nuovo perché un gruppo affaristico-delinquenziale ha preso il potere (si pensi a cosa ha significato non affrontare il «conflitto di interessi» quando si poteva!) e può contare oggi su di una maggioranza parlamentare corrotta al punto che sarebbe disposta a votare che gli asini volano se il Capo glielo chiedesse. I mezzi del Capo sono in ogni caso di tali dimensioni da allargare ogni giorno l'area della corruzione, al centro come in periferia: l'anormalità della situazione è tale che rebus sic stantibus, i margini del consenso alla lobby affaristico-delinquenziale all'interno delle istituzioni parlamentari, invece di diminuire, come sarebbe lecito aspettarsi, aumentano.
E' stata fatta la prova di arrestare il degrado democratico per la via parlamentare, e si è visto che è fallita (aumentando anche con questa esperienza vertiginosamente i rischi del degrado). La situazione, dunque, è più complessa e difficile, anche se apparentemente meno tragica: si potrebbe dire che oggi la democrazia in Italia si dissolve per via democratica, il tarlo è dentro, non fuori. Se le cose stanno così, la domanda è: cosa si fa in un caso del genere, in cui la democrazia si annulla da sè invece che per una brutale spinta esterna? Di sicuro l'alternativa che si presenta è: o si lascia che le cose vadano per il loro verso onde garantire il rispetto formale delle regole democratiche (per es., l'esistenza di una maggioranza parlamentare tetragona a ogni dubbio e disponibile ad ogni vergogna e ogni malaffare); oppure si preferisce incidere il bubbone, nel rispetto dei valori democratici superiori (ripeto: lo Stato di diritto, la separazione dei poteri, la difesa e la tutela del «pubblico» in tutte le sue forme, la prospettiva, che deve restare sempre presente, dell'alternanza di governo), chiudendo di forza questa fase esattamente allo scopo di aprirne subito dopo un'altra tutta diversa.
Io non avrei dubbi: è arrivato in Italia quel momento fatale in cui, se non si arresta il processo e si torna indietro, non resta che correre senza più rimedi né ostacoli verso il precipizio. Come?
Dico subito che mi sembrerebbe incongrua una prova di forza dal basso, per la quale non esistono le condizioni, o, ammesso che esistano, porterebbero a esiti catastrofici. Certo, la pressione della parte sana del paese è una fattore indispensabile del processo, ma, come gli ultimi mesi hanno abbondantemente dimostrato, non sufficiente. Ciò cui io penso è invece una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io definirei un normale «stato d'emergenza», si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale.
Insomma: la democrazia si salva, anche forzandone le regole. Le ultime occasioni per evitare che la storia si ripeta stanno rapidamente sfumando. Se non saranno colte, la storia si ripeterà. E se si ripeterà, non ci resterà che dolercene. Ma in questo genere di cose, ci se ne può dolere, solo quando ormai è diventato inutile farlo. Dio non voglia che, quando fra due o tre anni lo sapremo con definitiva certezza (insomma: l'Italia del '24, la Germania del febbraio '33), non ci resti che dolercene.

Alberto Asor Rosa
Il Manifesto 13 aprile 2011

contraddizioni

Mi contraddico?
Ebbene sì, mi contraddico. 
Sono spazioso,
contengo moltitudini.
Walt Witman

Processo breve: Stato criminale - I beneficiari

Renzi censura Toscani

Renzi "mette i braghettoni" ai manifesti affissi a Firenze con l'art. 7 del regolamento comunale: 
«Gli impianti pubblicitari esposti non devono avere contenuto ed immagini rappresentative di violenza fisica o morale, nonché lesive del decoro, offensive delle convinzioni morali, civili e/o religiose delle appartenenze di genere, culturali e nazionali della persona»
A farne le spese il manifesto di Oliviero Toscani che rappresenta una donna nera a seno scoperto che ammicca invitando a brindare con lei... La dama del manifesto specifica però che l'unico bianco che ama è il vino pubblicizzato.
Voglio solo porre una questione. A parte il fatto che quella di Toscani è evidentemente l'ennesima provocazione che fa la differenza tra un fotografo e un artista geniale, ma non è abbastanza chiaro che quella signora sta figurando i suoi gusti sessuali e non certo una propensione al razzismo? Lei è una donna che decide cosa le piace e non ha difficoltà a dirlo, è una donna emancipata che sceglie gli uomini e non lascia scegliere agli uomini nemmeno il vino.
E poi, per favore, dare del razzista a Toscani...

Se un etero guida Arcigay

La notizia di queste ore fa discutere tutti, al congresso dell'Arcigay di Bari è stato eletto presidente Francesco Brollo un giovane regista impegnato, un intellettuale veneto trapiantato al sud, un vero paladino dei diritti civili... ma eterosessuale.
Tutti si chiedono: può un eterosessuale guidare un'associazione gay?
A mio avviso il punto è tutto politico. Come ha detto Giuliano Ferrara, gongolante, questa elezione scardina una volta di più la primazia della cultura gay sulle battaglie per i diritti delle persone omosessuali, quindi l'interrogativo da porci non è se sia giusto o meno che un eterosessuale si batta per i nostri diritti, perché da sempre anche il movimento gay dice chiaramente che i nostri diritti sono i diritti di tutti, ma piuttosto se sia giusto che le battaglie per i diritti degli omosessuali possano essere indirizzate strategicamente al netto dello specifico gay, che poi non è altro che una nuova versione l'annosa questione se si possa o meno sfilare al gay pride in giacca e cravatta.
A Milano l'Arcigay locale è stata presieduta per alcuni anni da Deborah Lambillotte, donna lesbica ex transessuale che oggi dirige ILGA Europe, la massima associazione europea. Non era certo gay eppure a nessuno è venuto in mente di mettere in discussione la sua idoneità a dirigere l'associazione. Il suo vissuto di militante per i diritti civili e quello personale di persona che ha passato la vita a combattere per la propria dignità le hanno dato un certificato di garanzia inoppugnabile che l'ha portata anche più in là dell'associazionismo locale.
Francesco Brollo è un eterosessuale che dà il buon esempio, un militante per i diritti civili, insomma un uomo ammirevole, ma la sua elezione è un ulteriore sintomo della estrema debolezza del movimento gay che infatti da anni sembra scomparso dalla scena politica nazionale, non ha più un rappresentante in Parlamento e, salve pochissime eccellenti eccezioni (IDV con Grillini e Verdi con Silvestri), non ha più neppure rappresentanti nei partiti che riescano a incidere sulle politiche dei diritti civili.
Auguro a Francesco di fare un buon lavoro in team con i militanti gay della sua Associazione e auguro a tutti noi di riuscire a smuovere il movimento dal pericolosissimo torpore in cui pare essere caduto.

lunedì 11 aprile 2011

L'Italia si chiama fuori dall'Europa e nessuno dice beh!

L'Italia si chiama fuori dall'Europa e nessuno dice beh! 
C'è chi fa notare che la borghesia pare non assolvere più allo storico compito di motore delle riforme e dei cambiamenti quando questi diventano necessari.
Io devo dire che sono molto scettico sul realismo di questa borghesia ipnotizzata dalla TV che non riesce nemmeno più ad attingere alle sue altrimenti note "doti" individualistiche per salvare se' stessa e, chissà mai, il Paese.
Pare che solo la Marcegaglia sia rimasta con la barra dritta a rivendicare i diritti della ricca borghesia industriale, peraltro totalmente sola e inascoltata.
I sindacati sono tutti impegnati a trattare con Marchionne sulla pelle della piccola borghesia e tutti gli altri, compresi i precari, i disoccupati, quelli che vanno a mangiare al convitto dei poveri, stanno lì, rincoglioniti, a seguire i predellini del berlusca, chi per osannarlo, chi per vedere se scivola e si rompe la testa, ma la sostanza non cambia, purtroppo.

NEL TUO VECCHIO PC C'E' UN TESORO!



NEL TUO VECCHIO PC C’E’ UN TESORO…
E ANCHE NELLE TUE MANI!

Sto cercando chi mi voglia aiutare a metter su un piccolo LABORATORIO TRASHWARE a Milano in zona Corvetto, per riciclare i vecchi pc e rimetterli in condizione di funzionare e andare in rete così da poter rifornire a titolo gratuito associazioni, enti, scuole e chi più ha bisogno di restare connesso.
Lo spirito dell’iniziativa, basata sul volontariato e assolutamente priva di ogni scopo di lucro, è fare qualcosa di concreto per ridurre il digital divide e affermare che la conoscenza deve essere un bene comune, diffuso quanto possibile grazie a tutte le tecnologie di cui siamo in possesso e al software libero. Trasformare una macchina obsoleta in un mezzo di comunicazione è parte di quel progetto fondamentale, e tutti noi possiamo parteciparvi.
Se sei un* smanetton* e sai metter mano in un pc ho bisogno di te.
Se hai un vecchio pc (min. pentium), una stampante o un monitor funzionante o qualsiasi parte o accessorio per pc di cui vuoi sbarazzarti, contattami senza esitare e lo stesso se la tua associazione ha bisogno di adottare un pc curato dai nostri “dottori”.

Marco Volante - marco.volante@tin.it – mi trovi anche su Facebook

Il TRASHWARE (parola macedonia derivata dalla contrazione dei termini inglesi trash, spazzatura e hardware) è la pratica di recuperare vecchio hardware, mettendo insieme anche pezzi di computer diversi, rendendolo di nuovo funzionante ed utile.
Parte integrante del trashware è l'installazione di software libero, ad esempio il sistema operativo GNU/Linux, per portare avanti lo spirito di libertà dell'iniziativa.
Il materiale informatico così ottenuto viene consegnato o regalato a persone ed enti che ne abbiano bisogno, in particolar modo legandolo ad iniziative che tentano di colmare il divario digitale (digital divide), ossia la differenza di mezzi a disposizione tra chi è informaticamente alfabetizzato e chi ancora non lo è. (da wikipedia)

RIUSA per creare ricchezza da ciò che diversamente diverrebbe rifiuto
RIDUCI  la differenza di strumenti di conoscenza tra chi è informaticamente alfabetizzato e chi no
RICICLA invece di inquinare
                                                                                                                                          

venerdì 8 aprile 2011

Perché mi candido al Consiglio di Zona 4 e al Consiglio Comunale di Milano (Italia dei Valori - Di Pietro)


AMARE MILANO!
 
Perché mi candido al Consiglio di Zona 4  e al Consiglio Comunale di Milano nella lista Italia dei Valori – Di Pietro

Una ventina d’anni fa Milano ha iniziato una trasformazione, o meglio una trasfigurazione, che la fa apparire come una Città inospitale, in cui è difficile vivere se non si hanno tanti soldi. A Milano ci sono sempre meno residenti e i giovani che decidono di venire a cercare lavoro qui non pianificano subito la propria vita organizzandola per stabilirvisi, ma restano per anni in un limbo di precarietà fatto di affitti in condivisione, come eterni studenti fuori sede. Milano attrae ancora tanto per le prospettive che offre ai più intraprendenti, per la sua vitalità culturale underground, per l’indiscussa potenzialità di ritornare ad essere una capitale europea, ma a chi finalmente fa il grande passo e decide di lasciarsi tentare la vita appare subito difficile. Difficile è trovare un lavoro che dia una parvenza di stabilità economica, difficile è trovare un alloggio dignitoso a un prezzo adeguato al portafogli di un giovane precario, difficile è avere una vita sociale per la scarsa capillarità e costanza oraria del sistema dei servizi pubblici, ancora più difficile è mettere su famiglia in una Città così poco salubre e solidale, in cui i diritti costituzionali alla salute, al lavoro, alla casa e alla piena realizzazione della propria personalità sono – quando va bene – merce di scambio.
Milano, sempre più affollata di giorno, in cui è difficile parcheggiare vicino a casa per via delle centinaia di  migliaia di automobili che entrano in Città ogni mattina, in cui le code a qualunque sportello pubblico sono epici episodi di sopportazione, questa Milano così ingolfata in realtà ha mezzo milione di residenti meno di vent’anni fa. Questo è il chiaro sintomo del malessere profondo della nostra Milano, in cui un tempo tutti sognavano di vivere.
Cosa possiamo fare?
Sebbene la situazione sia oggettivamente molto grave, le soluzioni sono piuttosto semplici. In realtà la soluzione principe è una soltanto: AMARE MILANO!
D’altronde in un programma politico è fondamentale specificare anche le azioni necessarie per iniziare a cambiare le cose, passo cruciale per restituire alla Città il suo normale splendore. Per questo penso che la prima cosa da fare sia istituire in ogni assemblea elettiva, a partire dai Consigli di Zona, l’INFOCITTADINO, uno sportello (reale e virtuale) che dia tutte le informazioni necessarie sulle attività dei Consigli, delle Commissioni e dei singoli Consiglieri e che permetta di protocollare le proposte e le lamentele dei cittadini stabilendo un tempo massimo ragionevole per le risposte o l’eventuale convocazione del cittadino da parte dell’Organo cui si rivolge. In questo modo si avrà il necessario contatto con la realtà dei cittadini e un grado di efficienza e trasparenza che permetteranno ai cittadini di realizzare il proprio DIRITTO ALLA PARTECIPAZIONE del governo della Città su cui si fonda la democrazia e una sana idea di federalismo “dal basso”.
La Zona 4 ha un territorio vasto, è tra le più popolose dell’intero Comune e ha vocazioni multiple: commercio, artigianato, industria, e turismo, ma è anche certamente tra quelle a più alta vocazione agricola. La particolare posizione adiacente l’intersezione tra le tangenziali e l’Autostrada del Sole ne caratterizza il traffico e i relativi problemi, connessi anche col massiccio insediamento dei servizi logistici.
A ognuna di queste peculiarità corrisponde una problematica e insieme a voi cercherò di svilupparle singolarmente al fine di elaborare insieme, fin da ora, una strategia risolutiva.
Per questo vi esorto a seguirmi sul mio blog, http://marcovolante.blogspot.com , dove avremo modo di conoscerci meglio e collaborare per migliorare la nostra Zona 4.


Marco Volante
INFO: 3478888708
Facebook: Marco Volante

Abramo Lincoln sull'ipocrisia e le menzogne


Potete ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo. A. Lincoln

lunedì 4 aprile 2011

Mediatrade, la requisitoria del pm "Prezzi gonfiati, dietro c'era Berlusconi" da Repubblica.it


IL PROCESSO 
Mediatrade, la requisitoria del pm "Prezzi gonfiati, dietro c'era Berlusconi" 
MILANO - "Silvio Berlusconi è stato socio occulto di Agrama anche da premier". E' uno dei passaggi della discussione che il pm milanese Fabio De Pasquale sta svolgendo davanti al gup, nell'ambito dell'udienza preliminare del processo Mediatrade. Secondo il rappresentante della pubblica accusa, Berlusconi avrebbe contribuito anche da presidente del Consiglio a "gonfiare" - attaraverso Publitalia - i prezzi dei diritti televisivi e cinematografici, insieme all'imprenditore Farouk Agrama, anche egli indagato nella vicenda.  Berlusconi, per il quale De Pasquale chiederà oggi il rinvio a giudizio assieme al figlio Piersilvio e a Fedele Confalonieri - deve rispondere di appropriazione indebita e frode fiscale. Il Cavaliere, impegnato a Tunisi, non ha avanzato il legittimo impedimento ma  non era presente all'udienza.

Sul web i manifesti che rispondono alla furbesca campagna elettorale della Moratti


 









Movida in crisi, sos dei locali "Calo anche del 50 per cento" - Milano - Repubblica.it

Movida in crisi, sos dei locali "Calo anche del 50 per cento" - Milano - Repubblica.it

L'appello dei gestori: "Il Comune ci ascolti". All'Arco della Pace finisce sotto accusa la Ztl
Corso Como e il Ticinese sono sempre più schiacciati dal traffico selvaggio e dallo spaccio

di TIZIANA DE GIORGIO

I locali si preparano a riaprire i battenti alla movida estiva. Ma dalle zone più calde del divertimento notturno arriva l’ultimo appello al Comune, dopo un inverno nero per la crisi. A chiedere un intervento immediato di Palazzo Marino ci sono tutti i gestori dei locali dell’Arco della Pace, decisamente contrari alla zona a traffico limitato partita la scorsa estate: «La Ztl ha diminuito del 40 per cento le presenze in tutto il periodo invernale — spiega Fabio Acampora, presidente di Asco Sempione — ora temiamo che la tendenza si riconfermi nei mesi più affollati. Damo lavoro a 350 persone, c’è già chi ha dovuto ridurre il personale. Non si può andare avanti così».

E mentre l’amministrazione ha già pronta un’ordinanza che riconferma quasi in toto le stesse regole introdotte la scorsa estate — che vietano l’accesso delle auto a partire dalle 22 — i gestori di bar e ristoranti sono pronti a presentarsi in Comune: «Per conciliare la quiete del quartiere con il nostro lavoro ci basterebbero anche solo due ore di ossigeno in più dice Acampora in un momento così difficile chiediamo che l’inizio della Ztl venga posticipato a mezzanotte».

Ultimo appello anche dai locali di corso Como, che lamentano un calo degli affari, quest’inverno, fino al 50 per cento. A mettere in ginocchio la storica promenade delle ore piccole milanesi è stata sì la recessione, ma soprattutto l’annosa vicenda del cantiere del parcheggio sotterraneo di piazza XXV Aprile, in ritardo ormai da più di due anni, che scoraggia la clientela. «Visto che siamo in queste condizioni da anni, e non per colpa nostra — dice Marco De Padova, presidente dell’associazione pubblici esercizi di corso Como — i vigili potrebbero almeno chiudere mezzo occhio sulle auto parcheggiate male ed evitare di dare sfilze di multe come negli ultimi weekend, se le vetture non intralciano il traffico». E in XXV Aprile c’è anche la questione mai risolta dello spaccio: «Le forze dell’ordine non sono sufficienti — aggiunge De Padova— la gente deve sentirsi sicura nel venire qui, e in questo momento non lo è».

E mentre sui Navigli, in attesa che il Comune decida sull’isola pedonale estiva, i locali continuano a chiedere a gran voce un’isola permanente, nel Ticinese i gestori si uniscono al coro dei residenti, che invocano da tempo un presidio contro la movida selvaggia di via Vetere: «Non è possibile che la situazione degeneri ogni anno — spiega il gestore dell’Exploit — in questo modo ci rimette chiunque lavori in questa zona». Il Comune, commenta Alfredo Zini, presidente dell’Epam, l’associazione dei pubblici esercizi, «dovrebbe darsi una mossa e approvare provvedimenti per far convivere al meglio locali e cittadini, un aspetto fondamentale in questa fase di crisi. Manca pochissimo alle elezioni e non esiste ancora un nuovo regolamento: che almeno la giunta si dia un’accelerata».