mercoledì 27 aprile 2011
NUCLEARE: DI PIETRO, IL 'TAPPETARO' HA SVELATO LA TRUFFA
martedì 26 aprile 2011
La Milano dei diritti - incontro tra Arcigay e Giuliano Pisapia il 30 aprile alle 2030
La Milano dei diritti
Sala Bausch, Teatro Elfo Puccini, Corso Buenos Aires 33. Laura Balbo e Giani Rossi Barilli dialogano con Giuliano Pisapia. Giuliano Pisapia incontra la comunità lgbt raccogliendo l'invito avanzato da Arcigay Milano attraverso la campagna di sensibilizzazione cittadina”Milano siano anche noi” sui temi dei diritti civili, dell'inclusione sociale e della laicità contenente 10 proposte amministrative per la città.venerdì 22 aprile 2011
AMMINISTRATIVE MILANO - VOLANTE (IDV): CI VOLEVA LA VARICELLA PER FAR INTERESSARE AD INTERNET L'ASSESSORE AL TURISMO MORELLI
Marco Volante
Candidato IDV al Consiglio Comunale di Milano e al Consiglio di Zona 4
Volante (Idv): "La Lega scopre la Rete solo quando è malata" (Affaritaliani)
Candidato IDV al Consiglio Comunale di Milano e al Consiglio di Zona 4
Morelli ha la varicella e si informa e comunica tramite internet, bravo! Vorrei fare una domanda all’assessore leghista al turismo e al marketing territoriale: visto che ha tanta dimestichezza con il web, perché non ha mai pensato di implementare la rete WI-FI così da rendere più facile la vita a milioni di turisti, ai duecentomila studenti universitari, a chi usa internet ogni giorno per allacciare e mantenere reti di contatti fondamentali per far camminare la macchina produttiva di Milano? La banda larga è il presente e il futuro, il discrimine tra una città integrata nel mondo e un’isola depressa e merita una programmazione seria come quella che ha prospettato Pisapia e che l’IDV milanese ha nel suo programma. Morelli forse è più “legato” alla delega all’identità (padana?) di Milano che alle altre che invece presuppongono una grande attenzione alla comunicazione e alla tecnologia.
Astensionismo e indifferenza davanti alla violenza sono la stessa cosa?
giovedì 21 aprile 2011
GAY: VOLANTE (IDV), A MILANO MORATTI NON HA FATTO NULLA CONTRO OMOFOBIA ANCHE QUI CONTINUE AGGRESSIONI A LGBT Milano, 21 apr. (Adnkronos)
GAY: GRILLINI (IDV), SOLIDARIETA' A CONCIA NECESSARIA LEGGE CONTRO OMOFOBIA Roma, 21 apr. - (Adnkronos) - "Nell'esprimere tutta la solidarieta' affettuosamente possibile a Paola Concia, per l'aggressione vigliacca che ha subito ieri sera nei pressi del parlamento, non possiamo che essere d'accordo sull'assoluta necessita' di una legge contro l'omofobia che equipari gli atti omofobici al razzismo vero e proprio". Lo dichiara in una nota Franco Grillini, responsabile diritti civili dell'Idv e presidente dell'associazione giornalisti 'Gaynet', in seguito all'episodio di omofobia, verificatosi ieri sera a Roma, ai danni del deputato Pd, Paola Concia. "Stupisce e colpisce l'indifferenza dei passanti - prosegue Grillini - verso l'aggressione di cui e' stata vittima l'onorevole, segno di un degrado culturale ed umano che e' spia di una omofobia diffusa che va combattuta con le armi della lotta culturale oltreche' della legislazione". "Il prossimo 17 maggio - conclude il presidente di Gaynet - sara' la giornata internazionale contro l'omofobia e puo' essere occasione di lotta e di impegno per tutti in particolare dei media e delle istituzioni". (Mds/Pn/Adnkronos)
GAY: CONCIA; DI PIETRO, BRUTALE AGGRESSIONE DA CONDANNARE (ANSA) - ROMA, 21 APR - ''E' un'aggressione vile che non ha bisogno di commenti quella di cui sono state vittime ieri la deputata Pd, Paola Concia e la sua compagna. L'Italia dei Valori esprime piena solidarieta' e vicinanza per questa orribile vicenda che si aggiunge ai troppi casi di omofobia avvenuti negli ultimi tempi in Italia''. Lo dice in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. ''La violenza e la brutalita' delle parole usate contro la deputata - aggiunge - sono da condannare con ogni strumento in modo da difendere ad ogni costo la dignita' umana e la liberta' individuale''. (ANSA)
La proposta di Pisapia: come Zingaretti, a Milano 5000 punti wi-fi (da Affaritaliani.it)
mercoledì 20 aprile 2011
Il Pdl: «Si modifichi la Costituzione: Il Parlamento conti più di tutti gli altri»
proposta di legge del deputato Remigio Ceroni. Nel mirino anche Consulta e Quirinale
Il Pdl: «Si modifichi la Costituzione: Il Parlamento conti più di tutti gli altri»
«Le Camere vengono prima di altri organi». Ironico Bersani: «Perché non fondarla su Scilipoti?»
Il Parlamento conti più di tutti gli altri»
Il deputato Pdl Remigio Ceroni con Gasparri (Ansa) |
La bugia nucleare del Governo.
domenica 17 aprile 2011
sabato 16 aprile 2011
laRepubblica Torino - Thyssen, 16 anni e mezzo all'ad Colpevole di omicidio volontario
Un verdetto che segna la storia del diritto, oltre che di una città. La ferita inferta dalla tragedia della Thyssenkrupp, il 6 dicembre 2007, non ha solamente cambiato la sensibilità nazionale nei confronti delle morti bianche, ma ha permesso alla procura di contestare per la prima volta un’accusa capace di scuotere le coscienze degli imprenditori. Risarciti anche enti locali e sindacati
di PAOLO GRISERI e SARAH MARTINENGHILa risposta Thyssen. Immediata la reazione dell'azienda, che in un comunicato ha definito la condanna di Herald Espenhahn "incomprensibile e inspiegabile". "Per l'ulteriore corso del procedimento - si afferma ancora nella nota - si rimanda alle dichiarazioni degli avvocati difensori". Per l'avvocato Cesare Zaccone, uno dei difensori appunto della Thyssen, "vedere cose di questo tipo è sconsolante. Faremo appello ma non credo che otterremo molto di più".
L'azienda è stata condannata a un milione di euro di sanzione pecuniaria, all'esclusione da contributi e sovvenzioni pubbliche per sei mesi e al divieto di farsi pubblicità per sei mesi. La multinazionale dell'acciaio è stata chiamata in causa come persona giuridica. La sentenza, per ordine dei giudici, dovrà essere pubblicata su una serie di quotidiani e affissa nel Comune di Terni, dove c'è la principale sede italiana del gruppo.
L'unico sopravvisuto. Per Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al rogo è una sentenza "esemplare", in grado di fare "giurisprudenza e di essere utile per tutti gli altri processi sugli infortuni sul lavoro". "E' stata scritta una pagina importante", ha aggiunto Boccuzzi.
I risarcimenti. Per quanto riguarda le parti civili, la corte ha riconosciuto un risarcimento di un milione di euro al Comune di Torino, di 973.300 euro alla Regione Piemonte, di 500 mila euro alla Provincia di Torino e di 100 mila euro ciascuno ai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uim-Uilm, Flm-Cub. Cento mila euro di risarcimento anche all'associazione Medicina Democratica.
L’attesa. Prima di riunire il collegio in camera di consiglio per decidere la sentenza, la presidente della Corte di Assise di Torino, Maria Iannibelli, si era rivolta al pubblico chiedendo di tenere un rigoroso silenzio al momento della lettura della sentenza. La lettura è stato l'ultimo atto di un processo durato due anni e tre mesi, racchiusi in 87 udienze, per arrivare a una sentenza che segnerà la storia del diritto, oltre che di una città. La ferita inferta dalla tragedia della Thyssenkrupp, il 6 dicembre 2007, non ha solamente cambiato la sensibilità nazionale nei confronti delle morti bianche, ma ha permesso alla procura di contestare per la prima volta un'accusa capace di scuotere le coscienze degli imprenditori: l'omicidio volontario con dolo eventuale. E' su questo reato (contestato solo all'amministratore delegato Harald Espenhahn ma che ha trascinato anche tutti gli altri imputati davanti a una corte d'assise con tanto di giuria popolare), che si è concentrata l'attenzione maggiore da parte dell'accusa e della difesa fin dall'udienza preliminare. Ed è questo reato che è stato riconosciuto dalla corte d'assise.
La decisione. Per i pm erano infatti state raccolte prove certe contro l'ad della Thyssen che portavano a ritenere che Espenhahn si sia "rappresentato", e "abbia accettato" il rischio che si potesse verificare un infortunio mortale, ma ciò nonostante abbia preferito una "logica del risparmio economico" rispetto alla tutela della sicurezza in uno stabilimento in fase di dismissione e abbandonato a se stesso. Una fabbrica carente sia in pulizia che in manutenzione, eppure ancora sottoposta al torchio stressante della produzione, nonostante tutte le figure di riferimento, ovvero gli operai più specializzati, fossero ormai andati via da corso Regina.
Le richieste. Sedici anni e mezzo per Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, 3 anni e 6 mesi per i quattro dirigenti Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, e 9 anni per Daniele Moroni, tutti accusati di omicidio colposo e omissione di cautele antinfortunistiche. Erano state queste le richieste dei pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso al termine della lunga requisitoria (durata una decina di udienze) scritta e proiettata in aula con slides.
Il programma di Pisapia e quello dell'Italia dei Valori per Milano
PISAPIA: http://idvmilano.it/files/PISAPIA-PROGRAMMA-Officina-per-la-citta.pdf
IDV: http://idvmilano.it/files/IdV-PROGRAMMA-Comunali-Milano-2011.pdf
venerdì 15 aprile 2011
FUS: Moratti non ha vergogna!
giovedì 14 aprile 2011
Caro Sindaco, si vergogni!
L'inquietante grido di allarme di Alberto Asor Rosa: "Non c'è più tempo"... che ne pensate?
Alberto Asor Rosa: "Non c'è più tempo"
Le democrazie, se collassano, non collassano sempre per le stesse ragioni e con i medesimi modi. Il tempo, poi, ne inventa sempre di nuove, e l'Italia, come si sa e come si torna oggi a vedere, è fervida incubatrice di tali mortifere esperienze. Oggi in Italia accade di nuovo perché un gruppo affaristico-delinquenziale ha preso il potere (si pensi a cosa ha significato non affrontare il «conflitto di interessi» quando si poteva!) e può contare oggi su di una maggioranza parlamentare corrotta al punto che sarebbe disposta a votare che gli asini volano se il Capo glielo chiedesse. I mezzi del Capo sono in ogni caso di tali dimensioni da allargare ogni giorno l'area della corruzione, al centro come in periferia: l'anormalità della situazione è tale che rebus sic stantibus, i margini del consenso alla lobby affaristico-delinquenziale all'interno delle istituzioni parlamentari, invece di diminuire, come sarebbe lecito aspettarsi, aumentano.
E' stata fatta la prova di arrestare il degrado democratico per la via parlamentare, e si è visto che è fallita (aumentando anche con questa esperienza vertiginosamente i rischi del degrado). La situazione, dunque, è più complessa e difficile, anche se apparentemente meno tragica: si potrebbe dire che oggi la democrazia in Italia si dissolve per via democratica, il tarlo è dentro, non fuori. Se le cose stanno così, la domanda è: cosa si fa in un caso del genere, in cui la democrazia si annulla da sè invece che per una brutale spinta esterna? Di sicuro l'alternativa che si presenta è: o si lascia che le cose vadano per il loro verso onde garantire il rispetto formale delle regole democratiche (per es., l'esistenza di una maggioranza parlamentare tetragona a ogni dubbio e disponibile ad ogni vergogna e ogni malaffare); oppure si preferisce incidere il bubbone, nel rispetto dei valori democratici superiori (ripeto: lo Stato di diritto, la separazione dei poteri, la difesa e la tutela del «pubblico» in tutte le sue forme, la prospettiva, che deve restare sempre presente, dell'alternanza di governo), chiudendo di forza questa fase esattamente allo scopo di aprirne subito dopo un'altra tutta diversa.
Io non avrei dubbi: è arrivato in Italia quel momento fatale in cui, se non si arresta il processo e si torna indietro, non resta che correre senza più rimedi né ostacoli verso il precipizio. Come?
Dico subito che mi sembrerebbe incongrua una prova di forza dal basso, per la quale non esistono le condizioni, o, ammesso che esistano, porterebbero a esiti catastrofici. Certo, la pressione della parte sana del paese è una fattore indispensabile del processo, ma, come gli ultimi mesi hanno abbondantemente dimostrato, non sufficiente. Ciò cui io penso è invece una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io definirei un normale «stato d'emergenza», si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale.
Insomma: la democrazia si salva, anche forzandone le regole. Le ultime occasioni per evitare che la storia si ripeta stanno rapidamente sfumando. Se non saranno colte, la storia si ripeterà. E se si ripeterà, non ci resterà che dolercene. Ma in questo genere di cose, ci se ne può dolere, solo quando ormai è diventato inutile farlo. Dio non voglia che, quando fra due o tre anni lo sapremo con definitiva certezza (insomma: l'Italia del '24, la Germania del febbraio '33), non ci resti che dolercene.
Alberto Asor Rosa
Il Manifesto 13 aprile 2011
contraddizioni
Renzi censura Toscani
Se un etero guida Arcigay
lunedì 11 aprile 2011
L'Italia si chiama fuori dall'Europa e nessuno dice beh!
Pare che solo la Marcegaglia sia rimasta con la barra dritta a rivendicare i diritti della ricca borghesia industriale, peraltro totalmente sola e inascoltata.
I sindacati sono tutti impegnati a trattare con Marchionne sulla pelle della piccola borghesia e tutti gli altri, compresi i precari, i disoccupati, quelli che vanno a mangiare al convitto dei poveri, stanno lì, rincoglioniti, a seguire i predellini del berlusca, chi per osannarlo, chi per vedere se scivola e si rompe la testa, ma la sostanza non cambia, purtroppo.
NEL TUO VECCHIO PC C'E' UN TESORO!
sabato 9 aprile 2011
venerdì 8 aprile 2011
Perché mi candido al Consiglio di Zona 4 e al Consiglio Comunale di Milano (Italia dei Valori - Di Pietro)
Abramo Lincoln sull'ipocrisia e le menzogne
lunedì 4 aprile 2011
Mediatrade, la requisitoria del pm "Prezzi gonfiati, dietro c'era Berlusconi" da Repubblica.it
Movida in crisi, sos dei locali "Calo anche del 50 per cento" - Milano - Repubblica.it
L'appello dei gestori: "Il Comune ci ascolti". All'Arco della Pace finisce sotto accusa la Ztl
Corso Como e il Ticinese sono sempre più schiacciati dal traffico selvaggio e dallo spaccio
di TIZIANA DE GIORGIO I locali si preparano a riaprire i battenti alla movida estiva. Ma dalle zone più calde del divertimento notturno arriva l’ultimo appello al Comune, dopo un inverno nero per la crisi. A chiedere un intervento immediato di Palazzo Marino ci sono tutti i gestori dei locali dell’Arco della Pace, decisamente contrari alla zona a traffico limitato partita la scorsa estate: «La Ztl ha diminuito del 40 per cento le presenze in tutto il periodo invernale — spiega Fabio Acampora, presidente di Asco Sempione — ora temiamo che la tendenza si riconfermi nei mesi più affollati. Damo lavoro a 350 persone, c’è già chi ha dovuto ridurre il personale. Non si può andare avanti così».
E mentre l’amministrazione ha già pronta un’ordinanza che riconferma quasi in toto le stesse regole introdotte la scorsa estate — che vietano l’accesso delle auto a partire dalle 22 — i gestori di bar e ristoranti sono pronti a presentarsi in Comune: «Per conciliare la quiete del quartiere con il nostro lavoro ci basterebbero anche solo due ore di ossigeno in più dice Acampora in un momento così difficile chiediamo che l’inizio della Ztl venga posticipato a mezzanotte».
Ultimo appello anche dai locali di corso Como, che lamentano un calo degli affari, quest’inverno, fino al 50 per cento. A mettere in ginocchio la storica promenade delle ore piccole milanesi è stata sì la recessione, ma soprattutto l’annosa vicenda del cantiere del parcheggio sotterraneo di piazza XXV Aprile, in ritardo ormai da più di due anni, che scoraggia la clientela. «Visto che siamo in queste condizioni da anni, e non per colpa nostra — dice Marco De Padova, presidente dell’associazione pubblici esercizi di corso Como — i vigili potrebbero almeno chiudere mezzo occhio sulle auto parcheggiate male ed evitare di dare sfilze di multe come negli ultimi weekend, se le vetture non intralciano il traffico». E in XXV Aprile c’è anche la questione mai risolta dello spaccio: «Le forze dell’ordine non sono sufficienti — aggiunge De Padova— la gente deve sentirsi sicura nel venire qui, e in questo momento non lo è».
E mentre sui Navigli, in attesa che il Comune decida sull’isola pedonale estiva, i locali continuano a chiedere a gran voce un’isola permanente, nel Ticinese i gestori si uniscono al coro dei residenti, che invocano da tempo un presidio contro la movida selvaggia di via Vetere: «Non è possibile che la situazione degeneri ogni anno — spiega il gestore dell’Exploit — in questo modo ci rimette chiunque lavori in questa zona». Il Comune, commenta Alfredo Zini, presidente dell’Epam, l’associazione dei pubblici esercizi, «dovrebbe darsi una mossa e approvare provvedimenti per far convivere al meglio locali e cittadini, un aspetto fondamentale in questa fase di crisi. Manca pochissimo alle elezioni e non esiste ancora un nuovo regolamento: che almeno la giunta si dia un’accelerata».