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mercoledì 20 aprile 2011

La bugia nucleare del Governo.



Altro che passo indietro sul nucleare. L’emendamento del governo che stoppa la costruzione di centrali atomiche nel nostro paese, è solo l’ennesimo tentativo di stendere una cortina fumogena per nascondere le reali intenzioni dell’esecutivo Berlusconi: boicottare il referendum sul nucleare per disinnescare anche la bomba sul legittimo impedimento che costringerebbe il premier a farsi processare.  Oggi, sono stati gli stessi membri della maggioranza parlamentare ad ammettere i veri motivi di questa marcia indietro. Intervenendo questa mattina alla trasmissione "Ora di punta" di Radio Città Futura, condotta da Valerio Bianchi, il senatore del Pdl Pasquale Giuliano, presidente della Commissione Lavoro, ha svelato la manovra ardita da Berlusconi ai danni dei cittadini. “Mi pare che una moratoria in questo momento sia doverosa – ha detto il senatore pidiellino - anche per rispetto dell’opinione pubblica molto preoccupata di quello che è accaduto e potrebbe ancora accadere. Rimaniamo comunque convinti di dover percorrere la via del nucleare perché è l'unica strada che ci consente, non dico un’indipendenza, ma almeno un’autosufficienza energetica, però ovviamente il gravissimo incidente giapponese non può che imporre questa sospensione e riflessione”.  Incalzato dal responsabile del dipartimento Lavoro e Welfare dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, che gli ha chiesto più chiarezza, Giuliano ha sottolineato che "moratoria anche nel significato letterale del termine non significa assolutamente una rinuncia ma soltanto una riflessione”. E sullo svolgimento del referendum? "Dal punto di vista formale e giuridico – ha continuato Giuliano - il referendum non si fa ogni volta che si raccolgono le firme, ma ogni volta che la legge che dev’essere abrogata non viene modificata nelle sue parti essenziali. Nel momento in cui la normativa cambia, il referendum salta”. E, tanto per essere precisi, il presidente della Commissione Lavoro al Senato ha concluso: “Non è una rinuncia al nucleare perché in tal caso significherebbe negare il progresso, il futuro e anche l’atteggiamento di una comunità internazionale. Il governo e la comunità internazionale riprenderanno poi il discorso nucleare”.  Sulla stessa linea il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, che in un’intervista di oggi al “Messaggero” dice senza lasciar spazio a dubbi: “E’ una sospensione.  Non sono contento di questa decisione, anche se mi rendo conto che dopo ciò che è accaduto in Giappone era in qualche modo inevitabile. Resto dell’idea che prima o poi l’Italia debba entrare nel nucleare”.  È evidente che il governo “gioca a riampiattino, ma con i giochini non si ferma il referendum”, per dirla con le parole di Antonio Di Pietro, leader Idv. “Noi siamo disponibili al fischio anticipato di fine partita – ha aggiunto Di Pietro - ma a condizione che il governo ammetta di avere sbagliato: deve essere abrogata la legge del 2009, e fa bene farlo in Parlamento o con il referendum”.

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