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giovedì 14 aprile 2011

Se un etero guida Arcigay

La notizia di queste ore fa discutere tutti, al congresso dell'Arcigay di Bari è stato eletto presidente Francesco Brollo un giovane regista impegnato, un intellettuale veneto trapiantato al sud, un vero paladino dei diritti civili... ma eterosessuale.
Tutti si chiedono: può un eterosessuale guidare un'associazione gay?
A mio avviso il punto è tutto politico. Come ha detto Giuliano Ferrara, gongolante, questa elezione scardina una volta di più la primazia della cultura gay sulle battaglie per i diritti delle persone omosessuali, quindi l'interrogativo da porci non è se sia giusto o meno che un eterosessuale si batta per i nostri diritti, perché da sempre anche il movimento gay dice chiaramente che i nostri diritti sono i diritti di tutti, ma piuttosto se sia giusto che le battaglie per i diritti degli omosessuali possano essere indirizzate strategicamente al netto dello specifico gay, che poi non è altro che una nuova versione l'annosa questione se si possa o meno sfilare al gay pride in giacca e cravatta.
A Milano l'Arcigay locale è stata presieduta per alcuni anni da Deborah Lambillotte, donna lesbica ex transessuale che oggi dirige ILGA Europe, la massima associazione europea. Non era certo gay eppure a nessuno è venuto in mente di mettere in discussione la sua idoneità a dirigere l'associazione. Il suo vissuto di militante per i diritti civili e quello personale di persona che ha passato la vita a combattere per la propria dignità le hanno dato un certificato di garanzia inoppugnabile che l'ha portata anche più in là dell'associazionismo locale.
Francesco Brollo è un eterosessuale che dà il buon esempio, un militante per i diritti civili, insomma un uomo ammirevole, ma la sua elezione è un ulteriore sintomo della estrema debolezza del movimento gay che infatti da anni sembra scomparso dalla scena politica nazionale, non ha più un rappresentante in Parlamento e, salve pochissime eccellenti eccezioni (IDV con Grillini e Verdi con Silvestri), non ha più neppure rappresentanti nei partiti che riescano a incidere sulle politiche dei diritti civili.
Auguro a Francesco di fare un buon lavoro in team con i militanti gay della sua Associazione e auguro a tutti noi di riuscire a smuovere il movimento dal pericolosissimo torpore in cui pare essere caduto.

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