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giovedì 20 maggio 2010

Treviglio, il gay pride divide - L'assessore: non l'avrei fatto qui - Stefano Aresi: Ma il Treviglio Pride non divide, anzi unisce (bergamonews.it)

Il caso - Cittadini e commercianti sono divisi sulla possibilità di una sfilata in stile Gay pride romano, con drag queen sui carri e omosessualità ostentata.

E’ già clima teso a Treviglio in vista del Gay pride in programma il prossimo 3 luglio. A scatenare i “pro” e i “contro” la manifestazione è il corteo colorato che attraverserà le vie del centro. Cittadini e commercianti infatti sono divisi sulla possibilità, a dire il vero non prevista dagli organizzatori, di una sfilata in stile Gay pride romano, con drag queen sui carri e omosessualità ostentata. Perplessità che non nasconde anche l’amministrazione comunale. Le elezioni 2011 sono ormai alle porte e un corteo di questo tenore fa storcere il naso anche a molti elettori di centrosinistra. Soprattutto nella cattolicissima Bergamasca. E' vero, il Comune non può negare il diritto di manifestare. Però l’elettore è abituato a scaricare tutte le responsabilità di quello che avviene sul territorio sugli amministratori. Forse anche per questo motivo, il sindaco Ariella Borghi ha deciso di affidare ogni commento all’assessore alla Cultura Daniela Ciocca. Che, pur parlando a titolo personale, è molto chiara: “Io sarei andato a farlo in un altro paese – commenta -, ma la mia è un’opinione personale. E anche il corteo è una modalità che non condivido. Non è un problema di autorizzazione o meno, quello è un compito della questura. Il movimento gay ha il diritto, sancito dalla Costituzione, di manifestare le proprie idee come ritiene opportuno. Sia ben chiaro: l’amministrazione non ha la libertà di impedire o meno un corteo. Il fatto che il Gay pride si svolga a Treviglio è puramente una dislocazione geografica. Io posso non essere d'accordo con gli organizzatori, ma sono persone serie, che stanno organizzando bene l'evento”. Il Comune però non ha dato il patrocinio a tutta la manifestazione. "Abbiamo scelto alcuni eventi culturali - continua l'assessore Ciocca - come un forum organizzato con l'associazione immagine sospesa".

La polemica - Il portavoce Stefano Aresi sottolinea che la giornata è "organizzata e strutturata proprio per favorire su ogni piano ed in ogni modo un sereno dialogo in merito alle tematiche proposte".
"Ma il Treviglio Pride non divide, anzi unisce"






Il portavoce del Treviglio Pride, Stefano Aresi, interviene sulla giornata organizzata da varie associazioni che, a suo parere, non divide ma unisce la popolazione.

Gentile Redazione,
come portavoce del Treviglio Pride 2010 resto molto stupito nel leggere oggi il vostro articolo "Treviglio, il gay pride divide", accostato, a giustificare le tesi addotte, a "Omofobia a Treviglio? Una messinscena di Canale 5", in cui vengono rese note le dichiarazioni (guarda caso, palesemente omofobe) di un sigolo cittadino - particolarmente avverso al riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e transessuali - senza alcun contradditorio con terzi o con gli organizzatori dell'evento.
Al di là di questo, ciò che stupisce davvero è che nel vostro articolo si parli di "clima teso": tale clima, al comitato organizzatore, non risulta esistere. Per quanto ci è dato di vivere ogni giorno, infatti, il Pride a Treviglio non divide, ma unisce, anche perché organizzato e strutturato proprio per favorire su ogni piano ed in ogni modo un sereno dialogo in merito alle tematiche proposte.
Le riprove principali dell'inaderenza dell'articolo alla realtà sono per certo le collaborazioni - alcune particolarmente entusiaste - che questo comitato sta ottenendo con le associazioni locali (L'immagine sospesa, Uscita di sicurezza, ecc.), la sottoscrizione del manifesto da parte di non poche realtà aggregative bergamasche e specificatamente trevigliesi (tra cui Nuvole in viaggio, Naviganti e Sognatori, Legambiente, UAAR, La città invisibile, The Game’s Rebels, Spazio Aperto, Collettivo Millepiani, ArciBloom, ecc.), l'adesione di un numero sempre crescente di commercianti (che voi dichiarate "divisi") alle proposte di convenzione, il fatto che i due principali sponsor dell'evento siano proprio esercizi commerciali trevigliesi non legati al cosiddetto "mondo glbt (Gay, Lesbico, Bisessuale, Transessuale)", la serena e dinamica collaborazione con le forze dell'ordine, i costanti contatti che questo comitato sta tenendo con tanti elementi della realtà civile trevigliese (ivi inclusi alcuni enti religiosi), e, per finire, la curiosità, vicinanza e solidarietà che ci vengono costantemente espresse da non pochi cittadini.
Il titolo sensazionalistico da voi proposto presuppone una analisi dello stato della situazione (che dovrebbe essere comprovata da fonti) che pare in feroce contraddizione con tutto quanto abbiamo appena citato. Così come temiamo che le dichiarazioni dell'assessore Ciocca siano state quantomeno fraintese dato che, se l'assessorato avesse davvero in astio la manifestazione, probabilmente non avrebbe provveduto a concedere i patrocinii agli eventi culturali, patrocinii che - sia ben inteso - sono gli unici che questo comitato abbia mai richiesto (ecco il motivo per il quale l'amministrazione comunale di Treviglio non si è mai dovuta porre il problema di estenderli all'intera manifestazione... semplicemente, ribadiamo, non è mai stato richiesto).
Speriamo che la natura un poco raffazzonata dell'articolo da voi pubblicato sia esclusivo frutto di fretta, poiché forse non è chiaro quanto creare un allarme sociale in merito a presunte spaccature e divisioni, laddove si sta lavorando con impegno da più parti per un sereno ed amichevole dialogo, non fa che risultare lesivo, ancora una volta, dell'immagine e della dignità del lavoro di coesione che una manifestazione come il Pride punta a stimolare. Forse, tale leggerezza è segno che, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale contro l'Omofobia che ha visto i rappresentanti delle realtà omo e transessuali salire al Quirinale per la prima volta nella storia della Repubblica, ancora molto c'è da fare perché gli argomenti relativi alle rivendicazioni dei diritti del mondo glbt (gay, lesbico, bisessuale, transessuale) e alla nostra rappresentazione sociale vengano trattati con la dovuta delicatezza e competenza professionale.
Cordiali saluti,
Stefano Aresi, portavoce del Treviglio Pride 2010

Nessuna volontà di creare allarme sociale, ma semplice informazione. Quella che Bergamonews, nel silenzio generale, ha sempre dato sulle iniziative delle associazioni gay. Che non tutti siano d'accordo sull'iniziativa, che detto per inciso riteniamo perfettamente legittima, è dimostrato dai commenti che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere. Stupisce, infine, leggere che per trattare argomenti relativi alla comunità gay occorra la "dovuta delicatezza e competenza professionale". Dopo tante battaglie per l'uguaglianza, adesso servirebbe un giornalismo specializzato? Boh.
c.zap.

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