Nardò, festa del Crocifisso e 'gay night': parlano Donadei e Muci
Lecce (Salento) –
I due consiglieri Salvatore Donadei e Adriano Muci esprimono le loro
considerazioni in merito al dibattito che si è venuto a creare sul ‘Gay
Night’ che avrà luogo nel centro storico, proprio durante i giorni di
festa del Crocefisso del 15 maggio.
“Avremmo
preferito non intervenire – dichiarano Donadei e Muci -sulla querelle
nata dalla concomitanza tra le celebrazioni per la festa del Crocifisso
ed una manifestazione tenuta da un locale privato presso Piazza
Salandra; questo per rispetto delle differenti sensibilità esistenti
nella nostra società e che riteniamo meritino ciascuna considerazione,
non ultima l’iniziativa imprenditoriale privata”.
Ed ancora,
puntualizzano entrambi: “fatta salva la necessità di non mescolare
sacro e profano, tuttavia, abbiamo provato un certo disagio nel leggere
le esternazioni di vari movimenti e partiti politici neritini sulla
vicenda, da cui abbiamo tratto alcune riflessioni squisitamente
politiche”.
Non è mancato il
riferimento alla nota del PD: “ci è parsa sinceramente lunare nei
contenuti, non in quanto tali ma perché espressi dal partito di
maggioranza relativa del centrosinistra locale e che dovrebbe essere
portatore di istanze ‘progressiste’… dovrebbe appunto!”. Inoltre,
suggeriscono Donadei e Muci: “forse un esame di coscienza sulle
posizioni che un partito come il PD dovrebbe esprimere, se vuole
rappresentare le istanze del centro-sinistra sarebbe consigliabile… e
come direbbe Nanni Moretti, ‘PD, dì una cosa di sinistra’!”.
“Come non
evidenziare, poi, la ormai cronica confusione regnante nella
‘maggioranza-pollaio’- proseguono i due consiglieri- che amministra la
città, in cui un assessore esprime idee totalmente opposte a quelle
sostenute dal PD? Non è purtroppo una novità questa, in un’accozzaglia
di partiti, movimenti e singole personalità il cui unico legante appare
quello di restare abbarbicati alle proprie posizioni di potere”.
Concludono
Salvatore Donadei e Adriano Muci: “in merito poi a chi reclama
l’opportuna influenza dell’amministrazione comunale per la risoluzione
della questione, riteniamo questa una modalità più vicina a
consuetudini medievali che ad una politica moderna”.
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