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lunedì 17 maggio 2010

Omosessualità e centrodestra (nuovasocieta.it)

Omosessualità e centrodestra

di Paolo Fallico
Non c'è la minima nota di indecisione nella voce di Davide Betti, consigliere comunale a Collegno e coordinatore per la regione Piemonte di Gaylib, l'associazione dei gay liberali e di centro-destra, quando attacca Vaticano e sinistra partitica: "Le alte gerarchie vaticane considerano ancora l'omosessualità peccaminosa, o una patologia; parte della chiesa cattolica nega ai gay l'eucarestia e l'estrema unzione, dimenticando di essere cristiana. Lo dico con amarezza perché sono credente, cristiano pentecostale. La sinistra, da parte sua, ha sempre illuso il mondo LGBT (lesbiche-gay-bisessuali-transessuali), senza fare mai nulla di concreto".
Il "manifesto politico" dell'associazione si articola in alcuni punti caratterizzanti. A differenza del mondo cattolico, ma in accordo con quanto affermato dai gruppi lgbt di sinistra, Gaylib sostiene che la coppia omosessuale è una famiglia e si fonda sugli stessi principi di solidarietà ed amore di tutte le famiglie. Meno favorevole è il giudizio sui Pacs (patti civili di solidarietà) o le unioni civili, ritenuti istituti ad hoc per persone di serie B. Betti ritiene, inoltre, che le coppie omosessuali possano adottare un minore, perché sono in grado di dargli amore come i genitori eterosessuali.
Secondo ricerche note all'associazione, i gay dichiarati sono oltre il 10% della popolazione italiana, quasi 7.000.000, il 38% dei quali vota per i partiti della destra. Ma lo sforzo principale di Gaylib è sensibilizzare il centrodestra al riconoscimento dei diritti delle persone omoaffettive, formulando proposte alternative a quelle della sinistra e la costruzione di una destra laica e libertaria, come afferma il segretario nazionale Gaylib Daniele Priori, senza tuttavia escludere iniziative di lotta comuni in seno al mondo lgbt.
Per Betti, i ministri Sandro Bondi e Mara Carfagna, con il presidente della Camera Gianfranco Fini, si sono fatti paladini dei diritti delle coppie gay; questo viene anche ribadito da Enrico Oliari, presidente nazionale Gaylib; insomma gli omosessuali liberali e di centrodestra sono convinti che la componente parlamentare e governativa dell'area Pdl sia in grado di portare l'Italia al passo con l'Unione Europea in materia di diritti civili. Altro discorso per quanto riguarda la Lega Nord, che non ha mai mostrato alcuna sensibilità ed attenzione alle istanze del popolo lgbt.
Secondo Gaylib i gay pride sono fondamentalmente delle manifestazioni sindacali e, comunque, un momento di rivendicazione di diritti e di proposizione fattiva delle tematiche care alla minoranza omosessuale nel suo complesso (compresa per esempio l'associazione Armi che riunisce i gruppi lgbt di polizia, carabinieri e forze armate, fondata a Torino da Luana Zagara, funzionario di polizia e coordinatrice Gaylib per la regione Veneto). "Deve essere invece essere esclusa dai gay pride ogni forma di provocazione autoreferenziale e gli atteggiamenti indecorosi e volgari che non fanno altro che produrre un'immagine distorta ed impopolare del mondo omosessuale" dice ancora Betti, ed aggiunge con durezza: "esistono già in Italia forti pregiudizi, che talvolta sfociano nell'omofobia, figlia della barbarie dell'intolleranza". Il coordinatore piemontese di Gaylib, con amarezza, ricorda le persecuzioni di cui sono vittime gli omosessuali nei paesi arabi, nell'Africa nera e nel nordest europeo. Le sue considerazioni, tuttavia, riportano poi il discorso all'Italia, dove, secondo Betti, esiste ancora uno strisciante pregiudizio verso l'arcipelago culturale lgbt. Fa riferimento al caso Marrazzo, l'ex governatore del Lazio, politicamente distrutto a causa dei suoi incontri con transessuali.
Betti torna ad attaccare la sinistra partitica, secondo lui responsabile dell'affossamento, in Parlamento, della proposta di legge contro l'omofobia presentata dall'onorevole Paola Concia (PD), che non ha superato lo scoglio della pregiudiziale di incostituzionalità avanzata dall'Udc. In realtà la maggioranza (tranne una pattuglia di finiani) ha votato l'incostituzionalità del provvedimento, dopo essere stata battuta sul tentativo di rinviare tutto in commissione. La pregiudiziale di incostituzionalità dell'Udc ha ricevuto 285 voti favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti, suscitando uno strascico di polemiche tra maggioranza ed opposizione.
Ma, al di là del duello tra le forze politiche, ed in attesa che prosegua l'iter del DDL presentato da Brunetta e Rotondi, rimane l'amarezza per la preziosa occasione perduta dal Paese di dotarsi di una legge seria contro l'omofobia e la transfobia, relegando l'Italia, con Malta, Cipro e Grecia, ai margini del consesso delle nazioni che appartengono al mondo civile. Staremo a vedere.

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