Omosessualità e centrodestra
di Paolo Fallico
Non c'è la minima nota di indecisione
nella voce di Davide Betti, consigliere comunale a Collegno e
coordinatore per la regione Piemonte di Gaylib, l'associazione dei gay
liberali e di centro-destra, quando attacca Vaticano e sinistra
partitica: "Le alte gerarchie vaticane considerano ancora
l'omosessualità peccaminosa, o una patologia; parte della chiesa
cattolica nega ai gay l'eucarestia e l'estrema unzione, dimenticando di
essere cristiana. Lo dico con amarezza perché sono credente, cristiano
pentecostale. La sinistra, da parte sua, ha sempre illuso il mondo LGBT
(lesbiche-gay-bisessuali-transessuali), senza fare mai nulla di
concreto".
Il "manifesto politico"
dell'associazione si articola in alcuni punti caratterizzanti. A
differenza del mondo cattolico, ma in accordo con quanto affermato dai
gruppi lgbt di sinistra, Gaylib sostiene che la coppia omosessuale è
una famiglia e si fonda sugli stessi principi di solidarietà ed amore
di tutte le famiglie. Meno favorevole è il giudizio sui Pacs (patti
civili di solidarietà) o le unioni civili, ritenuti istituti ad hoc per
persone di serie B. Betti ritiene, inoltre, che le coppie omosessuali
possano adottare un minore, perché sono in grado di dargli amore come i
genitori eterosessuali.
Secondo ricerche note all'associazione,
i gay dichiarati sono oltre il 10% della popolazione italiana, quasi
7.000.000, il 38% dei quali vota per i partiti della destra. Ma lo
sforzo principale di Gaylib è sensibilizzare il centrodestra al
riconoscimento dei diritti delle persone omoaffettive, formulando
proposte alternative a quelle della sinistra e la costruzione di una
destra laica e libertaria, come afferma il segretario nazionale Gaylib
Daniele Priori, senza tuttavia escludere iniziative di lotta comuni in
seno al mondo lgbt.
Per Betti, i ministri Sandro Bondi e
Mara Carfagna, con il presidente della Camera Gianfranco Fini, si sono
fatti paladini dei diritti delle coppie gay; questo viene anche
ribadito da Enrico Oliari, presidente nazionale Gaylib; insomma gli
omosessuali liberali e di centrodestra sono convinti che la componente
parlamentare e governativa dell'area Pdl sia in grado di portare
l'Italia al passo con l'Unione Europea in materia di diritti civili.
Altro discorso per quanto riguarda la Lega Nord, che non ha mai
mostrato alcuna sensibilità ed attenzione alle istanze del popolo lgbt.
Secondo Gaylib i gay pride sono
fondamentalmente delle manifestazioni sindacali e, comunque, un momento
di rivendicazione di diritti e di proposizione fattiva delle tematiche
care alla minoranza omosessuale nel suo complesso (compresa per esempio
l'associazione Armi che riunisce i gruppi lgbt di polizia, carabinieri
e forze armate, fondata a Torino da Luana Zagara, funzionario di
polizia e coordinatrice Gaylib per la regione Veneto). "Deve essere
invece essere esclusa dai gay pride ogni forma di provocazione
autoreferenziale e gli atteggiamenti indecorosi e volgari che non fanno
altro che produrre un'immagine distorta ed impopolare del mondo
omosessuale" dice ancora Betti, ed aggiunge con durezza: "esistono già
in Italia forti pregiudizi, che talvolta sfociano nell'omofobia, figlia
della barbarie dell'intolleranza". Il coordinatore piemontese di
Gaylib, con amarezza, ricorda le persecuzioni di cui sono vittime gli
omosessuali nei paesi arabi, nell'Africa nera e nel nordest europeo. Le
sue considerazioni, tuttavia, riportano poi il discorso all'Italia,
dove, secondo Betti, esiste ancora uno strisciante pregiudizio verso
l'arcipelago culturale lgbt. Fa riferimento al caso Marrazzo, l'ex
governatore del Lazio, politicamente distrutto a causa dei suoi
incontri con transessuali.
Betti torna ad attaccare la sinistra
partitica, secondo lui responsabile dell'affossamento, in Parlamento,
della proposta di legge contro l'omofobia presentata dall'onorevole
Paola Concia (PD), che non ha superato lo scoglio della pregiudiziale
di incostituzionalità avanzata dall'Udc. In realtà la maggioranza
(tranne una pattuglia di finiani) ha votato l'incostituzionalità del
provvedimento, dopo essere stata battuta sul tentativo di rinviare
tutto in commissione. La pregiudiziale di incostituzionalità dell'Udc
ha ricevuto 285 voti favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti, suscitando
uno strascico di polemiche tra maggioranza ed opposizione.
Ma, al di là del duello tra le forze
politiche, ed in attesa che prosegua l'iter del DDL presentato da
Brunetta e Rotondi, rimane l'amarezza per la preziosa occasione perduta
dal Paese di dotarsi di una legge seria contro l'omofobia e la
transfobia, relegando l'Italia, con Malta, Cipro e Grecia, ai margini
del consesso delle nazioni che appartengono al mondo civile. Staremo a
vedere.
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