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sabato 22 maggio 2010

55° EUROFESTIVAL: TUTTE LE CANZONI DELLA SECONDA SERATA (gaynews.it)


Ad una settimana esatta dalla seconda diretta da Oslo, vi presentiamo le 17 canzoni (più 2) che partecipano (e votano) alla prima semifinale 
di Daniel N. Casagrande
      
La seconda semifinale è in programma alle 21:00 del 27 maggio (canale 556, 558, 572 o 577 di SKY), a giocarsi gli ultimi 10 posti in finale saranno altri 17 paesi, eccoli in ordine di apparizione:

1 – LITUANIA / InCulto / Eastern European Funk. Rischiava l’esclusione perché in odore di “pezzo politico”, ma in realtà è un “brano di denuncia”, almeno tanto quanto lo possono essere certe canzoni di Elio e le storie tese. “Noi costruiamo le vostre case, noi laviamo i vostri piatti affinché le vostre mani restino soffici e pulite. Però non siamo uguali a voi”, una sorta di sfogo in note nei confronti di quei paesi europei che marciano ad una velocità doppia rispetto all’Est, anche grazie al lavoro sottopagato di quest’ultimi. Belle le armoniche, le percussioni e le dinamiche vocali del gruppo. VOTO: 6

2 – ARMENIA / Eva Rivas / Apricot Stone. Ad Oslo se la giocheranno il superfavorito l'israeliano Harel, la canzone della Danimarca, incalzati dal “derby” Armenia vs Azerbaijan. Il brano della Rivas evoca ricordi d’infanzia di un est lontano (nel tempo, nella mente e nei luoghi), ottimo il testo da seguire con attenzione, un buon pop dai ritmi etnici arricchito da un’interpretazione peculiare. VOTO: 8

3 – ISRAELE / Harel Skaat / Milim. Harel è giovane, è bellissimo, è il trionfatore di A Star Is Born ed il superfavorito di quest’anno. La sua canzone pare destinata a raccogliere voti da tutti i paesi, ma per le nostre orecchie il brano somiglia a quei lamentosi pezzi sanremesi tutt’archi che la regia televisiva ingigantisce con ostentate inquadrature della brava orchestra, ma alla fine della fiera è destinata all’oblio. VOTO: 5

4 – DANIMARCA / Chanée & N’evergreen / In A Moment Like This. Loro sono bravi, intensi, pieni di fascino, il testo e gli arrangiamenti sono ottimi, l’esibizione con cui hanno vinto il Dansk Melodi Grand Prix ha subito conquistato il web, ma… ma ascoltando bene la canzone, la mente vola subito alla base ritmica di “Every Breath You Take” dei Police, ma poco importa, il brano è straordinario e destinato ai piani alti della classifica. VOTO: 9

5 – SVIZZERA / Michael von der Heide / Il pleut de l’or. La Svizzera è stata una delle prima a scegliere, puntando sul cantautore Michael von der Heide, nato 38 anni fa ad Amden nel cantone St. Gallen. Von der Heide è dichiarato ed attivista del movimento gay elvetico, lo scorso 6 giugno ha aperto il concerto dell’Europride di Zurigo dando il benvenuto ai 50.000 che hanno sfilato per le strade della città svizzera. Occhio al titolo malizioso della canzone, perché velatamente si allude proprio a quello…. VOTO: 7

6 – SVEZIA / Anna Bergendahl / This Is My Life. La Svezia, patria degli ABBA, è per eccellenza la regina della competizione, ma negli ultimi anni si è sempre piazzata nei piani bassi della classifica, quest’anno il suo destino è nelle mani della bella e biondissima Anna Bergendahl, anche lei Disco d’Oro in patria. Al Melodifestivalen era la vincitrice annunciata, lasciando al palo, tra gli altri, anche gli Alcazar; il brano è una ballata in salsa country. VOTO: 6

7 – AZERBAIJAN / Safura / Drip Drop. Con i suoi 17 anni è la più giovane in gara, che sia tra le favorite già è stato scritto, il brano è di autori svedesi, dalle parole alla musica, quel che esula dal lato artistico è il fatto che in questa edizione l’Azerbaijan dovesse essere squalificato: lo scorso anno la polizia azera interrogò 43 cittadini che televotarono per la canzone armena, l’Ebu in mancanza di una normativa ad hoc ha potuto solo sanzionare la tv di stato, introducendo però da quest’anno una norma che prevede la squalifica per diverse edizioni. VOTO: 6

8 – UCRAINA / Alyosha / Sweet People. Paese che vai, usanza che trovi: cambiato il Governo, si cambiano i vertici della tv di stato, cambiati i vertici si provvede ad azzerare gli ultimi provvedimenti presi della precedente gestione, e tra questi la scelta del brano per Oslo. Si riparte da zero a meno di una settimana dal termine per ufficializzare chi rappresenterà il paese, si organizza in tutta fretta, con tanto di televoto, una trasmissione ad hoc. Si sceglie una canzone più brutta della precedente. Dopo qualche giorno si scopre che non era inedita. Si riparte da zero. Ma nel frattempo i termini sono scaduti, si rischia la squalifica, scatta una penale, un tanto al dì per ogni giorno di ritardo. In tutta fretta si pesca questo brano, sicuramente il meno brutto dei tre, ma la figuraccia ormai è fatta. VOTO: 2

9 – OLANDA / Sieneke / Ik ben verliefd (Sha-la-lie). Ecco un brano che fa la felicità di tutti i detrattori dell’Eurofestival: una 18enne con l’aspetto di una casalinga 40enne che canta un brano di un 75enne che ormai si era dato alle pazze gioie della pensione. Il brano è imbarazzante, baraccone oltre ogni decenza, nemmeno nel trash più spinto degli anni ’80 si era visto nulla del genere. VOTO: 1

10 – ROMANIA / Paula Seling & Ovi / Playing With Fire. Un brano velocissimo, dal ritmo serrato, con melodie moderne ed un occhio al pop più sofisticato, una canzone che gioca sull’eterna guerra tra i sessi. Paula Seling ha vinto gli MTV Romania Musica Awards nel 2002 come miglior voce femminile. Decisamente originali, ma non travolgenti. VOTO: 7

11 – SLOVENIA / Ansambel Žlindra & Kalamari / Narodnozabavni rock. Il virus olandese quest’anno ha contagiato anche la Slovenia, che si presenta con un brano difficile anche da descrivere: prendete 2 pezzi completamente diversi tra loro, uno rock e l’altro folk balcanico, mescolateli a casaccio, ed ecco che otterrete Narodnozabavni rock. Inquietante. VOTO: 2

12 – IRLANDA / Niamh Kavanagh / It’s For You. Il suo è uno di quei nomi che fa venire i brividi lungo la schiena agli eurofan più sfegatati: già vincitrice nel 1993, torna sulle scene dopo 17 anni con una ballata classica, intima, interpretata in maniera magistrale, con classe ed eleganza ormai lontane. L’Irlanda è il paese che detiene il record di vittorie, ben 7, ma manca dalla top 5 dal 1997. Se dipendesse solo dagli eurofan avrebbe già la vittoria in tasca, ma con 122 milioni di telespettatori e potenziali televotanti, purtroppo l’Eurofestival non si vince sull’onda dei ricordi e sulla nostalgia del (buon) passato. VOTO: 8

13 – BULGARIA / Miro / Angel si ti. Miroslav Kostadinov (in arte Miro) è nato nella città di Dobrich il 10 marzo 1976, artisticamente ha debuttato nel duo Karizma, per poi intraprendere dal 2007 la carriera solista, il suo primo successo si intitolava “Lose Control”, un trionfo di corpi, boxer D&G, frustini, baci gay e lesbo, e naturalmente lui, oliato e palestrato a dovere. Ad Oslo si presenta con un brano cantato coraggiosamente in bulgaro, non esattamente la lingua più musicale del mondo, ma il pezzo è bello e lui è un valore artistico aggiunto. VOTO: 7

14 – CIPRO / Jon Lilygreen & The Islanders / Life Looks Better In Spring. Per il giovane Lilygreen (gallese) si tratta del saggio di fine corso in una scuola di musica del Regno Unito che vedeva scozzesi, gallesi e ciprioti studiare assieme. Il brano è scritto da due ciprioti ed è prodotto da uno scozzese. Si tratta di una dolcissima ballata pop. VOTO: 6

15 – CROAZIA / Femminem / Lako je sve. Tornano sul palco dell’Eurofestival, ci avevano già provato per la Bosnia nel 2005, ma non andarono oltre una 14esima posizione; anche loro si presentano con una ballata, il problema è che all’Eurovision si canta dal vivo, e le esibizioni live non sono esattamente il loro forte. Una curiosità: per la prima volta dal 1998 è stata realizzata la versione italiana di un brano in gara all’Eurofestival, la ragione non è nota, ma è appezzabile il tentativo croato. VOTO: 5

16 – GEORGIA / Sofia Nizharadze / Shine. Lo scorso anno l’Italia era rappresentata dal triestino Daniele Moretti, tra gli autori del brano irlandese, quest’anno invece a difendere il tricolore ci pensa Christian Leuzzi, romano, classe 1977, autore delle musiche del pezzo georgiano, vincitore in passato di ben 2 Grammy Awards. Anche la Georgia, dopo l’esclusione lo scorso anno dovuta al brano ‘politico’ “We Don't Wanna Put In”, si presenta con una ballata romantica, ben arrangiata e ben interpretata. VOTO: 7

17 – TURCHIA / maNga / We Could Be The Same. Freschi vincitori del "Best European Act" agli MTV Awards di Berlino 2009, si presentano ad Oslo con un bellissimo brano pop rock che mette in risalto tutto il loro stile e la loro personale bravura. Top 5 assicurata. VOTO: 8

Fin qui i paesi che gareggiano nella seconda semifinale, presentati seguendo l’ordine di esibizione della serata; ma tra i 5 paesi già classificati per la finale (Big Four più il paese ospitante), due votano in questa serata, e nell’ordine sono:

NORVEGIA / Didrik Solli-Tangen / My Heart Is Yours. Lo sforzo produttivo ed organizzativo per Oslo 2010 non permetterebbero di organizzare due Eurofestival di fila, per cui NRK si presenta con un brano dignitoso, pronto a piazzarsi a metà classifica e quindi a non intimorire i dirigenti della tv scandinava. Un pop romantico cantato da un dignitoso performer. VOTO: 5

GRAN BRETAGNA / Josh / That Sounds Good To Me. Pete Waterman, e Mike Stock sono autori di successo, loro i brani di alcuni dei più grandi successi anni ’80 e ’90: “You Spin Me Round Like A Record” dei Dead or Alive, “Never Gonna Give You Up” e “Together Forever” di Rick Astley, “I Should Be So Lucky” di Kylie Minogue, “Venus” dei Bananarama, “This Time I Know It’s For Real” di Donna Summer. Sulla scia di questa musicalità hanno scritto ed arrangiato “That Sounds Good To Me”. Ma questa volta non confezionano un prodotto degno di nota, un vero peccato. VOTO: 5

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