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venerdì 25 giugno 2010

Festival Mix: la poesia e l'amore gay di Allen Ginsberg in Howl (queerblog)




Nel 1955 a San Francisco, Allen Ginsberg - poeta simbolo della poesia beat - recitò pubblicamente il suo poema, Howl, in italiano L’Urlo, pietra miliare della poesia del Novecento e vero e proprio grido di dolore, di denuncia, ma anche di gioia e di rivendicazione di una generazione che proponeva un mondo nuovo. Con lo stesso titolo, Howl, un film adesso racconta quella poesia, quell’esperienza e quella battaglia civile, che ha al centro proprio l’amore omosessuale, come strumento di conoscenza di sé e di liberazione dalle convenzioni della società. Ieri questo film, che vede protagonista uno strepitoso James Franco nei panni di Ginsberg è stato proiettato in anteprima nazionale al Festival Mix Milano di cinema gaylesbico e queer culture.
È stato finora il momento più alto di questo festival, grazie a un film che in realtà sarebbe dovuto essere un documentario, tanto che i registi - Bob Epstein e Jeffrey Friedman sono notissimi per i documentari che in passato hanno fruttato loro anche premi Oscar, come The Times of Harvey Milk, Paragraph 175, The Celluloid Closet (in Italia noto come “Lo schermo velato”). Nel corso della produzione, i due registi si sono resi conto che per riprodurre la forza delle parole di Ginsberg era necessario anche mostrare il poeta da giovane: quella dei beatnik era una rivolta che aveva a che fare con la gioventù, il sesso, l’energia vitale, il rifiuto delle convenzioni.
E allora ne è nato un film vero e proprio, presentato al Sundence festival, in cui si intrecciano quattro piani narrativi: Ginsberg (incarnato da un Franco quasi irriconoscibile, ma sempre di una bellezza struggente e capace di trasmettere emozioni straordinarie) che legge il suo poema nella Six Gallery di San Francisco, il processo in cui il suo editore Laurence Ferlinghetti è messo alla sbarra per aver pubblicato un’opera ritenuta “oscena”, lo stesso Ginsberg/Franco che rilascia un’intervista in cui spiega l’origine e il senso della sua poesia e infine un’animazione molto suggestiva, che prova a rendere visivamente le immagini poetiche di Howl.

Una scelta molto felice che ci aiuta a immergerci nelle atmosfere oniriche create da Ginsberg e ci permette, anche se non conosciamo bene l’inglese (ci sono anche i sottotitoli) di apprezzare il valore poetico delle parole al di là del loro significato. Anche se il senso di questo poema è importante, per noi come comunità gay e per tutta la comunità umana. A un certo punto Ginsberg spiega che uno dei versi più rivoluzionari e scandalosi del suo poema è quello che recita:
who let themselves be fucked in the ass by saintly motorcyclists, and screamed with joy,  
che si lasciavano fottere in culo da motociclisti santie urlavano di gioia,
Il pubblico, spiega Ginsberg, si aspetta che urlino di dolore e invece urlano di gioia: è il massimo inno all’amore omosessuale che il poeta accetta di mettere in versi, ammettendolo finalmente a sé stesso e agli altri. L’omosessualità quindi supera il valore che ha di per sé e assurge a espressione dell’originalità e diversità di ciascun uomo, che è autentico solo quando comprende ciò che possiede di speciale e lo celebra nella vita e, se è un poeta, nella poesia.
Non vi preoccupate se ieri non eravate a Milano: il film sarà distribuito in Italia (spero in versione originale sottotitolata) dal 27 agosto da Fandango. Qui c’è il trailer originale:

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