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mercoledì 30 giugno 2010

La crociata di Vendola contro i medici cattolici (Affaritaliani)

 
Mercoledí 30.06.2010 09:45

Di Ettore Mario Peluso

Nichi Vendola è alle prese con una grana molto pesante. In una delibera del marzo 2009, la n. 405, ripresa in mano recentemente dalla Giunta, si è approvata la riorganizzazione della rete consultoriale pugliese con gli obiettivi fondamentali di ottimizzare la distribuzione sul territorio di tali strutture e di fornire una multidisciplinarietà e completezza delle prestazioni.
Leggendo tra le righe del linguaggio burocratico che caratterizza tali atti, un punto in particolare della delibera impedisce ai medici obiettori ed alle ostetriche obiettrici di coscienza (contrari, cioè, alla pratica dell'aborto) di partecipare alle selezioni indette dalle ASL per svolgere la professione all'interno dei consultori, in nome di un generico "potenziamento del percorso di nascita".
Di conseguenza le ASL pugliesi hanno adottato o stanno adottando Piani attuativi locali che consentirebbero l'accesso ai consultori solo a ginecologi e ostetriche non obiettori.
La delibera è stata impugnata immediatamente davanti al Tar della Puglia da alcuni medici cattolici discriminati dal provvedimento perché obiettori di coscienza.
Di fatto, lamentano gli interessati, sarebbero esclusi dalle future assunzioni nei consultori tutti quei medici che hanno sollevato obiezione di coscienza ex art. 9 L. 194/1978 con espressa dichiarazione inviata al Dipartimento di Sanità Pubblica dell'ASL territorialmente competente.
E' doveroso ricordare che nel nostro Paese l'obiezione all'aborto è stata introdotta dall'art. 9 della legge 194/1978 sull'interruzione di gravidanza e si fonda su due basi portanti della nostra Costituzione: sulla libertà religiosa e di coscienza ex art. 19 Cost. e sulla libertà di pensiero ex art. 21 Cost.
Trova altresì fondamento nell'art. 2 Cost. (che garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità), dovendosi ritenere diritto inviolabile dell'uomo anche quello di non essere obbligato a compiere atti che ritiene diretti, al di fuori dello stato di necessità, a sopprimere una vita umana, sia pure al suo inizio.
Sul piede di guerra i sei Presidenti degli Ordini dei medici pugliesi ed i sindacati che hanno chiesto a gran voce il ritiro o la correzione parziale del provvedimento.
La Regione, dal canto suo, non sembra voler cedere alle pressioni esercitate dai medici ed anzi l'Assessore Regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, fa sapere di voler andare avanti perché a suo dire la percentuale di interruzioni di gravidanza nelle strutture pubbliche in Puglia sarebbe troppo bassa (circa l'11 %).
Monta la polemica a livello politico: nel centrodestra si parla di consultori come possibili "fabbriche di certificati di morte", i partiti del centrosinistra e della sinistra radicale, invece, invocano la non discriminazione delle donne che voglio interrompere la gravidanza.
Sulla questione è in atto anche un dibattito accademico: i Professori Aldo ed Isabella Loiodice (difensori di alcune Associazioni di sanitari e movimenti a tutela della donna) sono convinti della incostituzionalità della delibera regionale che violerebbe, tra gli altri, l'art. 3 della Costituzione che non ammette diseguaglianze tra i cittadini irragionevoli legate a opinioni e situazioni personali  e l'art. 51 Cost. che garantisce l'eguaglianza di accesso agli uffici pubblici.
Secondo i due Costituzionalisti è necessario garantire l'accesso ai concorsi a tutti: saranno successivamente le ASL a decidere l'equa distribuzione del personale.
Indipendentemente dal dibattito che è scaturito da una delibera così controversa, è opportuno ricordare che in Italia, da trent'anni a questa parte, il tasso di aborti è uno dei più bassi d'Europa. Un dato di fatto, però, va sempre tenuto presente: la pratica dell'aborto, anche se in costante diminuzione, interrompe una vita umana.
Per questo motivo è necessario che la donna incinta che voglia abortire sia consapevole, attraverso il consenso informato, di tutte le implicazioni connesse alla sua scelta, anche a tutela della sua stessa salute fisica e psichica.

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