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mercoledì 23 giugno 2010

Zingaretti: una casa d'accoglienza per i gay cacciati dalle famiglie (Corriere della Sera)

Il presidente della Provincia sta riflettendo sull'ipotesi di aprire a Roma una struttura per ragazzi e ragazze omosessuali emarginati dai genitori che non accettano la loro identità sessuale. Imma Battaglia: "Proposta lodevole". L'incomunicabilità in famiglia protagonista anche della nuova campagna di Gay Help Line

Aprire una casa di prima accoglienza per ragazzi gay e lesbiche maggiorenni emarginati dalle famiglie che non accettano la loro identità sessuale. A 10 giorni dall'appuntamento con il Gay pride romano, in programma il 3 luglio per le strade della capitale, arriva la proposta del presidente della Provincia Nicola Zingaretti di aprire una struttura per i giovani discriminati dai loro stessi familiari. Zingaretti ne ha parlato oggi per la prima volta nel corso della presentazione dell'agenda anti-stalking Alba, realizzata dall'Associazione differenza donna in collaborazione con l'associazione ChiamaMilano. Ma l'ipotesi dell'accoglienza si inserisce nel ventaglio delle inizitive su cui le istituzioni laziali stanno riflettendo dopo le aggressioni e gli episodi di omofobia registrati negli ultimi tempi a Roma.

In questo clima di lotta all'intolleranza si inserisce anche l'ultima campagna di comunicazione di Gay Help Line promossa dal Comune con il sostegno di Provincia e Regione, che focalizza l'attenzione proprio su incomunicabilità e rapporti familiari per lanciare il numero verde gratuito 800.713.713. Protagonisti dei manifesti e dello spot, genitori consapevoli dell'omosessualità dei figli che non riescono ad affrontare l'argomento e  giovani spaventati che rinunciano al dialogo.

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La casa-famiglia per lesbiche e gay sarebbe una novità assoluta per la capitale, anche se l'esperienza è abbastanza diffusa all'estero, in Francia e in Inghilterra. Per adesso, da noi, è solo un'ipotesi. "Sto riflettendo - ha spiegato Zingaretti - su quella che potrebbe essere l'utilità di una struttura di prima accoglienza per gay e lesbiche maggiorenni che potrebbe occuparsi di quei giovani che hanno dei problemi nel rapportarsi con le loro famiglie, che ne rifiutano l'identità sessuale". L'idea però piace alle associazioni. "Trovo che la proposta di Zingaretti di creare una casa di accoglienza per giovani gay e lesbiche cacciati di casa perchè non accettati dalle loro famiglie - dichiara Imma Battaglia, presidente di Gay Project - sia importante, lodevole e innovativa e vada nel senso di dare un forte contributo alla lotta contro l'omofobia, permettendo inoltre ai giovani di non sentirsi come spesso accade soli e deboli". "E' fondamentale, e sono certa che Zingaretti già ne abbia tenuto conto - aggiunge - che il progetto includa anche le persone transessuali".

Plaude all'iniziativa anche Aurelio Mancuso, esponente della comunità gay italiana: "E' la migliore notizia in questo triste periodo storico costellato da continue aggressioni, violenze, discriminazioni nei confronti delle persone lgbt. Spero ardentemente che questo progetto si realizzi, perché sarebbe il primo servizio del genere in Italia e si tratterebbe finalmente di una risposta concreta nei confronti di tante persone omosessuali costrette a scappare di casa, senza avere una possibilità di aiuto e di orientamento. In altri Paesi europei - aggiunge - questo tipo di servizi sono attivi da anni, si tratta, quindi, di raccogliere informazioni ed esperienze e adattarle alla nostra realtà". Soddisfatti pure il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, e la presidente di ArciLesbica Roma, Eugenia Milozzi: "un progetto significativo che proponiamo da molti anni". (a.ri.)

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