airv

domenica 6 giugno 2010

Raid in via Novara, ferite tre trans "Una vendetta per le condanne ai rom" (la Repubblica)

Raid in via Novara, ferite tre trans "Una vendetta per le condanne ai rom"Le trans in tribunale dopo la lettura della sentenza 

Tre slavi erano stati condannati due giorni prima per averle rapinate e picchiate
In aula le minacce ai testimoni: "Vi tagliamo le teste e le appendiamo agli alberi"

di SANDRO DE RICCARDIS
Avevano giurato vendetta. «Vi tagliamo le teste e le appendiamo agli alberi di via Novara», avevano urlato contro le trans nell’aula del processo, pochi minuti dopo la sentenza, giovedì scorso, che aveva condannato i loro parenti, tre nomadi slavi, a pene fino a nove anni di carcere per rapine e violenze a colpi di bastone, proprio in via Novara. E la promessa di vendetta si è concretizzata in un raid punitivo che ha colpito prima Camilla, transessuale brasiliana di 30 anni, poi Fernanda e Laila, altre due trans che con la loro presenza in tribunale hanno sostenuto fino alla sentenza la lotta delle amiche che avevano denunciato i loro aguzzini.

Di fronte al Boscoincittà è stata aggredita per prima Camilla. All’una di notte vede un furgone rosso che si avvicina e si ferma. Dall’interno partono i primi insulti, poi scendono in due e iniziano a spingere e colpire a pugni. Camilla finisce a terra e si ritrova piena di sangue e col setto nasale rotto. Viene medicata al San Carlo, poi rifiuta il ricovero perché avrebbe dovuto restare nel reparto maschile dell’ospedale. «Non so in quanti fossero a bordo del camioncino  ha raccontato  Due però sono scesi, erano slavi. Hanno iniziato a colpirmi. Li hanno visti anche dal baracchino dei panini lì vicino, ne sono certa».

Ma per i trans di via Novara avere testimoni non significa automaticamente aiuto nei processi: un negoziante e due avventori di un bar di via Novara, infatti, avevano cercato di coprire gli aguzzini fornendo loro un alibi che al dibattimento si è rivelato falso, e perciò sono stati denunciati per falsa testimonianza. Camilla, giovedì scorso, era in tribunale insieme alle altre ragazze di “Samantha”, l’associazione che riunisce le transessuali per difenderle da sfruttamento e aggressioni e per fornire assistenza legale. E in tribunale, a festeggiare la sentenza, c’erano anche Fernanda e Laila, le altre due vittime del raid di ieri notte in via Novara.

Sono le tre. In fondo alla via, verso Figino, il furgone rosso ricompare e l’aggressione si ripete. Le due trans vengono rapinate e spintonate, poi colpite a pugni. Ferite in maniera meno grave di Camilla, decidono di non andare in ospedale. Impaurite, scelgono anche di non fare denuncia, almeno per il momento. «Camilla si è già rivolta alla polizia  spiega l’avvocato Debora Piazza, legale delle trans e garante dell’associazione Samantha  le altre due ragazze sono spaventate ma le convinceremo e le aiuteremo».

Al processo le vittime del gruppo di slavi hanno ottenuto risarcimenti per circa 40mila euro. E ora, di fronte alle ritorsioni, non intendono lasciarsi intimidire. «Non ci fermeranno con queste aggressioni - dice ancora l’avvocato Piazza - per averla vinta dovranno fermare anche me. La condanna di giovedì scorso è la prima e deve far capire che non ci sarà più impunità per chi aggredisce persone indifese come i trans».

Nessun commento:

Posta un commento