E per farlo, su Facebook lo scorso cinque luglio ha fatto la sua comparsa un gruppo che ha deciso d'indire una giornata dell'orgoglio etero, da celebrare a Viterbo il prossimo ventisei settembre.
Lo slogan, tra l'altro recitava: "Una giornata dell'orgoglio eterosessuale per dimostrare che siamo stanchi di certe porcherie".
Quindi, libertà di manifestare, con diritto d'insultare chi vive la propria sessualità in modo diverso.
La notizia ha fatto il giro della rete, ripresa dal portale Gay.it e dal blog Nanopress. Fino a far perdere ogni traccia. Gruppo compreso.
Forse perché d'iscritti non ne sono stati reclutati molti. Una cinquantina. Mentre i contrari sono stati molti di più. Anche tra gli etero, che probabilmente non hanno sentito molto l'esigenza di celebrare la gioia del loro status insultando chi ha uno stile diverso di vita.
O forse perché rispetto al Gay Pride, manca l'aspetto delle rivendicazioni. La tv a ogni parata preferisce mostrare altro, ma dietro piume di struzzo, parrucche, muscoli in bella mostra, si cela una domanda di rispetto e uguaglianza.
Quindi un pride etero per negare questi diritti sarebbe inutile. C'è già chi quotidianamente questi diritti li calpesta.
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