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sabato 24 luglio 2010

Laurea con lode a Barbara Berlusconi suscita vivaci polemiche - La storia

Barbara Berlusconi laureata
20 luglio 2010 (la Repubblica)
Con una tesi sull'economista indiano Amartya Sen, premio Nobel nel 1998, Barbara Berlusconi si è oggi laureata con lode in filosofia all'Università San Raffaele di Milano.


Barbara è stata la prima a essere ascoltata dalla commissione. Durante la proclamazione è arrivato al San Raffaele il premier Silvio Berlusconi, che si è seduto per ascoltare la cerimonia di proclamazione, tenuta dal rettore don Luigi Verzè, a cui lo stesso premier è molto legato. Al termine c'è stato il tradizionale lancio in aria del tocco, il cappello dei laureati. Alla proclamazione erano presenti anche il compagno di Barbara, Giorgio Valaguzza, e i due fratelli Eleonora e Luigi, ma non la madre Veronica Lario e nemmeno i suoi due figli. E una docente del San Raffaele polemizza con don Verzè: "Quella cerimonia ha offeso insegnanti e studenti"

22 luglio 2010 (Corriere.it)
Laurea a Barbara, c’è un caso
L’accusa della prof. De Monticelli: violato il principio di pari dignità.
Il relatore: fango sul nostro lavoro «Non ci sono state proposte di lavoro né discriminazioni nei confronti di altri»

MILANO — Roberta De Monticelli, professore ordinario di Filosofia della persona all'Università Vita-Salute San Raffaele, ha trovato piuttosto inusuale martedì mattina essere stata «esclusa» dalla commissione esaminatrice di Barbara Berlusconi, la figlia del premier e di Veronica Lario, che si è laureata con lode con una tesi su «Il concetto di benessere libertà e giustizia nel pensiero di Amartya Sen», premio Nobel per l'economia nel 1998.

Spiega la sorpresa «soprattutto in relazione al fatto che ero l'unica che era stata in commissione il giorno prima, mattina e sera, e lo sarei stata anche per le quattro discussioni successive a quella della giovane Berlusconi». Non vuole fare illazioni, e soprattutto sottolinea: «Non vorrei mai che ci fosse il sospetto che io sia stata esclusa intenzionalmente». Si limita a osservare i fatti, spinta dall'amore per la parresia, «il dire la verità», che, è convinta, «anima anche un cattolico come don Verzé».

La docente, già titolare a Ginevra della cattedra che fu di Jeanne Hersch (con Hannah Arendt e Raymond Klibansky la miglior allieva di Jaspers), ricorda: «Con i miei colleghi ci eravamo messi d'accordo per ritrovarci il mattino dopo alle 9 nell'aula Leonardo da Vinci, nella quale si sarebbero discusse cinque tesi. Alle 9.30 era prevista la prima candidata. La mia presenza in commissione però era programmata dalle 10. Allora ho capito che la prima sarebbe stata Barbara Berlusconi». La proclamazione l'ha seguita tra il pubblico. Ed è lì che, quando don Luigi Verzé è intervenuto, non si è riconosciuta nelle parole del rettore. Per Roberta De Monticelli, infatti, «ogni parola è pietra, è posizione, è contributo alla chiarezza e all'onestà», va calibrata in base «a ruolo e contesto». Per questo, lo scambio tra il rettore e Barbara Berlusconi le è sembrato «incongruo»: «Chiedere a lei e non a uno degli altri quattro neolaureati se poteva nascere una facoltà di Economia sul pensiero dell'autore sul quale verteva la sua tesi, davanti al presidente del Consiglio, conteneva un'implicita richiesta di finanziamento. E Barbara Berlusconi, che magari potrebbe anche diventare una grande economista, gli ha risposto di sì».

Così ha scritto una lettera pubblicata da Repubblica e ripresa da altri quotidiani per «dissociarsi apertamente e pubblicamente da una violazione del principio di pari dignità». L'ateneo ha replicato precisando che «non era certo una proposta di lavoro né tantomeno una discriminazione nei confronti degli altri neodottori». Ha anzi aggiunto: «Chi frequenta don Luigi sa che egli considera i nostri discenti i nostri primi docenti. Quello di restare, di continuare a studiare, è l'invito che lui fa, da sempre, a ognuno». Centinaia di studenti ed ex studenti hanno scritto alla docente per ringraziarla. Nessun collega del San Raffaele. Ieri, anzi, al consiglio di facoltà è stata lei stessa a introdurre, tra le «varie ed eventuali», il tema del registro tenuto dal rettore. «Mi hanno detto che non condividono assolutamente la mia presa di posizione nei modi e nella forma».

Sul contenuto della tesi, invece, non vuole intervenire: «Non le avrei dato la lode se avessi giudicato che la tesi non ne fosse stata degna. Ma siccome non ero in commissione, non posso che confidare nel giudizio dei colleghi». Sarebbe stata invece curiosa di leggere il lavoro conclusivo fatto da Barbara Berlusconi: «Ne avevo fatto richiesta in segreteria a Veronica Milani, ma non c'erano più copie». Il relatore della tesi, Roberto Mordacci, ha accolto le dichiarazioni della collega con sconforto: «Gettano fango sul lavoro svolto finora dall'Università. Pagheremo un effetto di immagine che è completamente falso rispetto alla realtà. Lei ha voluto denunciare un atteggiamento un po' gigione da parte di don Luigi, ma chi lo conosce sa che lui è fatto proprio così. Voleva solo incoraggiare Barbara Berlusconi a rendersi degna di un incarico di docente». E prima di chiudere precisa: «Qui non siamo tutti berlusconiani: io scrivo per Europa e da intellettuale ho collaborato a varie iniziative del Pd».

Elvira Serra

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LA LETTERA
"Quella cerimonia per Barbara Berlusconi ha offeso noi professori e i nostri studenti"
La lettera di una docente dell'Università San Raffaele dopo la laurea della figlia del premier
"Il rettore don Verzè si è rivolto solo a lei, alla presenza del premier, offrendole una cattedra"
di ROBERTA DE MONTICELLI

"Quella cerimonia per Barbara Berlusconi ha offeso noi professori e i nostri studenti"

Insegno filosofia della persona alla facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è  certamente  in mio nome che il nostro rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolta alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una facoltà di Economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia.

Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira a essere.

Tengo a dissociarmi nettamente e pubblicamente e da queste parole e dalla logica che le sottende, logica che da una vita combatto, come combatto da sempre  il corporativismo e i sistemi clientelari dell’Università italiana, e il progressivo affossamento di tutti i criteri di eccellenza e di merito, oltre che dell’Università stessa come scuola di libertà.

Me ne dissocio individualmente, anche se spero che la deprecazione dell’accaduto sia unanime fra il corpo docente. Ma tengo a ribadire con questa mia serena dichiarazione che non sono né di principio né di fatto corresponsabile dell’andamento di questa cerimonia: non di principio per le profonde ragioni di dissenso che ho qui espresso, non di fatto, perché in effetti non figuravo fra i componenti della commissione relativa alla candidata in questione, e certamente non perché avessi chiesto di esserne esonerata.

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Cacciari difende i professori
La polemica dopo la discussione della tesi della figlia del premier e una battuta del rettore Don Verzè
Il caso - Lo scontro tra una docente e il rettore

MILANO — Martedì mattina, nell'aula Leonardo da Vinci dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, si è laureata con 110 e lode Barbara Berlusconi, figlia del premier e di Veronica Lario, con una tesi su Il concetto di benessere libertà e giustizia nel pensiero di Amartya Sen. Durante la proclamazione, il rettore don Luigi Verzé ha chiesto alla neodottoressa se, secondo lei, può nascere una facoltà di Economia del San Raffaele basata sul pensiero di Sen, invitandola a proseguire gli studi e diventarne un giorno docente. In aula era presente Roberta De Monticelli, professore ordinario di Filosofia della persona, nella commissione giudicante delle altre quattro tesi discusse quella mattina.

LE CRITICHE DELLA DOCENTE - La docente ha trovato inopportune le parole del rettore alla figlia del premier e ha scritto una lettera, pubblicata da Repubblica, nella quale si è dissociata «apertamente e pubblicamente». Ieri sul Corriere della Sera l'insegnante ha ribadito la sua posizione dicendo che «ogni parola è pietra, è posizione, è contributo alla chiarezza e all'onestà» e va calibrata «in base a ruolo e contesto». Il relatore della tesi di Barbara Berlusconi, Roberto Mordacci, l'ha accusata di «gettar fango sul lavoro svolto finora dall'Università». La professoressa oggi chiarisce ulteriormente i principi che hanno animato il suo dissenso. A lei rispondono il preside della facoltà di Filosofia Michele Di Francesco e il prorettore vicario Massimo Cacciari.

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LA «CONTROLETTERA»
«Da Don Verzè una battuta paterna»
Di Francesco e Cacciari: voto di laurea meritato, nessuna esclusione per De Monticelli, basta con le insinuazioni

Milano – Visto il perdurare delle polemiche di stampa relative alla recente laurea della signora Barbara Berlusconi presso l’Ateneo Vita-Salute San Raffaele, desideriamo precisare quanto segue.

Non c’è stata alcuna “esclusione” intenzionale o non intenzionale (qualunque cosa una esclusione non intenzionale possa essere) della professoressa De Monticelli dalla commissione di laurea della signora Barbara Berlusconi, ma solo la nomina di una commissione della quale la professoressa De Monticelli non faceva parte, come non ne facevano parte altri nove colleghi di ruolo della facoltà (a partire da Massimo Cacciari, Matteo Motterlini, Andrea Tagliapietra, Massimo Donà, ecc.).

La signora Barbara Berlusconi si è presentata alla sessione di laurea con una media di 108,37/110 (corrispondente al 29,55/30) e dieci lodi. Con un curriculum di questo tipo la sorpresa sarebbe stata se non si fosse laureata a pieni voti e non il contrario.

L’idea che una battuta paterna del Rettore Don Verzé, peraltro ripetuta in passate occasioni nei confronti di altri studenti, possa essere interpretata come la proposta formale nei confronti della signora Barbara Berlusconi di far parte del corpo docente del San Raffaele sfida ogni ragionevolezza e ogni criterio di buon senso. Al San Raffaele, come in ogni università italiana l’accesso alla docenza è regolato dalle leggi dello Stato che governano i concorsi universitari.

Nel rigettare quindi con forza le affermazioni e le insinuazioni lesive della professionalità dei colleghi della Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, vorremmo infine invitare chi desidera avere una visione meno parziale e fuorviante della Facoltà, del suo spirito e della sua missione, a visitarne il sito web, in modo di farsi un’idea del valore innovativo della sua offerta didattica, del prestigio e della qualità dei suoi docenti e della loro produzione scientifica (riportata in un apposito report in omaggio a un modello di trasparenza piuttosto rara nel nostro Paese). Su questo, e non sul gossip, le illazioni, il nulla, va giudicata un’istituzione volta all’insegnamento e alla ricerca.

Michele Di Francesco
Preside della Facoltà di Filosofia, Università Vita-Salute San Raffaele
Massimo Cacciari
Prorettore Vicario dell’Università Vita-Salute San Raffaele

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La controreplica
23 luglio
«Non getto fango sull’ateneo ma difendo la libertà di critica»

Ho avuto il privilegio di lavorare, dal mio ritorno in Italia, nella Facoltà di Filosofia forse più viva e nuova dell’Università italiana, all’interno di un Ateneo che anche per le altre Facoltà non ha bisogno di presentazioni. A questa privilegiata avventura, che ho condiviso dalla fondazione della Facoltà, proprio come tutti gli altri colleghi ho dedicato le mie migliori energie. La mia personale presa di posizione ribadita nell’intervista al Corriere di ieri dopo la laurea a Barbara Berlusconi è una presa di distanza alle parole pronunciate dal Rettore, non un giudizio sul lavoro della commissione o sulla sua composizione. Il titolo afferma quello che non ho detto («esclusa dalla commissione») nella conversazione con la giornalista che ha riportato correttamente il mio pensiero. Non un attacco, dunque, né al lavoro della laureata cui il nostro Rettore si è rivolto, né alla commissione che l’ha giudicata, o al giudizio da questa emesso. Prendere le distanze da parole che si considerano avvilenti è il contrario esatto del gettar fango su un’istituzione o sul lavoro dei colleghi: è testimoniare il proprio rispetto per l’istituzione, la propria fedeltà ai principi di etica proclamati dallo stesso fondatore e Rettore e condivisi con tutti i colleghi, e primo fra questi il principio di libertà che è il cuore e l’anima dell’insegnamento della filosofia. È difendere il senso del proprio lavoro— direi di più, il senso della propria vita. Ma non soltanto della propria: è difendere la fatica e l’orgoglio di ogni persona, studente o docente, che dell’attenzione al peso e al valore delle parole, e del rispetto per le regole e il diritto (al di fuori dei quali solo esiste l’impero della forza) ha fatto la ragione della propria vita.

Roberta De Monticelli
Docente di Filosofia della persona
Università Vita e Salute-San Raffaele

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