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mercoledì 14 luglio 2010

La Provincia di Milano censura Pasolini (la Repubblica)

"Via quello spettacolo, non è educativo"

L'assessore alla Cultura ha chiesto di cancellare "Orgia" dal cartellone di una rassegna
Il direttore del teatro: "Dicono che è meglio evitare temi scabrosi come l'omosessualità"

di SARA CHIAPPORI
A trentacinque anni dalla sua morte, c’è ancora qualcuno che considera Pier Paolo Pasolini un cattivo maestro. Sembra pensarla così l’assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Novo Umberto Maerna, che si è assunto la responsabilità di vagliare gli spettacoli da inserire in "Invito a Teatro", la trentennale iniziativa della Provincia (oggi governata dalla giunta di centrodestra del pdl Guido Podestà) che prevede un abbonamento trasversale a prezzo politico ai teatri milanesi di produzione.

Dal suo punto di vista, alcuni titoli potrebbero veicolare messaggi negativi. E poco importa che si tratti di autori consacrati come Pasolini. Un esempio? Orgia di Pasolini, in programma per la prossima stagione all’Out Off. Mino Bertoldo, direttore del teatro, è stato convocato negli uffici di piazza Oberdan e, tramite un paio di funzionari, gli è stato garbatamente suggerito di sostituire quel titolo con un altro. Motivo? «Mi hanno detto che sarebbe meglio non toccare temi scabrosi come l’omosessualità. Una cosa imbarazzante, qui si sta parlando di Pasolini».

E quindi? «Ho chiesto di avere per iscritto una comunicazione ufficiale che giustificasse la richiesta. Resto in attesa, ma non ho nessuna intenzione di fare marcia indietro. Se una amministrazione pubblica pretende di decidere che cosa va visto e che cosa no, non mi sembra fuori luogo parlare di censura». Dello stesso parere Renato Sarti del Teatro della Cooperativa, anche lui convocato in Provincia. Nel suo caso gli spettacoli che «sarebbe opportuno sostituire» sono due suoi testi: Trilogia del benessere, ovvero tre atti unici che raccontano storie di gente ai margini tra solitudine, droga e prostituzione (la prima, Libero, la mise in scena Strehler nel ’91), e Chicago Boys, farsa nera sul neoliberismo.

«Dicono che non sono in sintonia con le linee culturali dell’assessorato, che trasmettono messaggi poco positivi per i nostri giovani. Mi sembra un fatto abbastanza grave, che colpisce l’intero sistema teatrale milanese. Certo che è censura, con l’aggravante che non hanno il coraggio di dichiararlo». Altro teatro “convocato” il Franco Parenti: Andrée Ruth Shammah sarà ricevuta oggi. Il motivo ufficiale non si sa, potrebbe trattarsi anche solo di una chiacchierata. Vista l’andazzo, però, non è da escludere che lo spettacolo sia Quale droga fa per me di Kai Hensel con Anna Galiena, testo rappresentato in mezza Europa e già portato da Shammah al Piccolo un paio di stagioni fa.

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