In cerca di sostegno della Chiesa contro violenze omofobica
Belgrado - Gay Lesbian Info
Center (Glic), gruppo serbo di attivisti per i diritti degli
omosessuali, ha chiesto di incontrare il Patriarca della Chiesa serbo
ortodossa, Irinej. Lo si apprende da una nota pubblicata sul sito
dell'associazione (www.gayecho.com), in cui si denuncia che "la
popolazione Glbt in Serbia si confronta ogni giorno con la violenza e la
maggioranza di coloro che la praticano si giustifica alla luce del
proprio credo e degli insegnamenti della Chiesa serbo ortodossa".
Lo scorso settembre il secondo Gay Pride della storia di Belgrado - dopo quello del 2001 sfociato nei sanguinosi scontri contro gli esponenti di estrema destra - venne annullato all'ultimo momento, proprio a causa delle pericolose minacce ai manifestanti, avanzate dagli ambienti ultra nazionalisti. In quell'occasione, l'allora reggente della Chiesa Serba, il metropolita ultraconservatore Amfilohije, non esitò a bollare pubblicamente il gay pride come "la sfilata della vergogna, la parata di Sodoma e Gomorra".
Irenej- nel frattempo succeduto alla guida del Patriarcato serbo - è esponente della corrente più moderata del Sinodo e, forse, anche per questo la comunità omosessuale ha ritenuto di poter infrangere questo secolare tabù, facendogli notare che "la chiesa può giocare un ruolo nel ridurre la violenza". Nessuna reazione ufficiale si registra al momento da parte del Patriarcato.
La comunità omosessuale serba lavora attivamente in questi mesi all'organizzazione di un nuovo Gay pride a Belgrado, in autunno.
Lo scorso settembre il secondo Gay Pride della storia di Belgrado - dopo quello del 2001 sfociato nei sanguinosi scontri contro gli esponenti di estrema destra - venne annullato all'ultimo momento, proprio a causa delle pericolose minacce ai manifestanti, avanzate dagli ambienti ultra nazionalisti. In quell'occasione, l'allora reggente della Chiesa Serba, il metropolita ultraconservatore Amfilohije, non esitò a bollare pubblicamente il gay pride come "la sfilata della vergogna, la parata di Sodoma e Gomorra".
Irenej- nel frattempo succeduto alla guida del Patriarcato serbo - è esponente della corrente più moderata del Sinodo e, forse, anche per questo la comunità omosessuale ha ritenuto di poter infrangere questo secolare tabù, facendogli notare che "la chiesa può giocare un ruolo nel ridurre la violenza". Nessuna reazione ufficiale si registra al momento da parte del Patriarcato.
La comunità omosessuale serba lavora attivamente in questi mesi all'organizzazione di un nuovo Gay pride a Belgrado, in autunno.
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