Ferruccio Fazio - Ministro della Salute |
Un bel po' di confusione al Ministero dopo la richiesta di un parere sulla vicenda del donatore gay di Milano. Le reazioni sono varie ma tutte giustamente negative.
Fazio chiede parere a Cons. sup. sanità su no a donazione
Dopo caso del ragazzo gay non accettato a policlinico di
Milano
Roma, 23 lug. (Apcom) - Dopo la denuncia di un ragazzo
omosessuale che si è visto rifiutare la sua donazione di
sangue a
Milano perché gay, il ministro della Salute Ferruccio Fazio
ha
chiesto un parere al Consiglio superiore di sanità sui
"comportamenti a rischio" che possono determinare l'esclusione
dalla donazione del sangue.
Il ministro della Salute Ferruccio Fazio - si legge infatti in
una nota del ministero della Salute - "in merito a notizie
relative all'esclusione dalla donazione di sangue di persone
dichiaratamente omosessuali che si è verificata presso il
Policlinico di Milano ha posto un quesito al Consiglio Superiore
di Sanità per chiarire gli ambiti interpretativi delle norme
europee e nazionali in merito ai 'comportamenti a rischio' che
possono determinare l'esclusione permanente o temporanea dalla
donazione del sangue".
Così il ministro interviene dopo la denuncia di un ragazzo gay,
donatore di sangue "storico" messo alla porta dall'ospedale
Gaetano Pini di Milano, perché, come la responsabile del servizio
del Pini ha poi confermato via mail a un utente che chiede lumi,
"dopo l'integrazione del nostro Servizio Trasfusionale con il
Centro Trasfusionale della
Fondazione Policlinico, avvenuta lo scorso aprile, abbiamo
adottato i medesimi criteri di selezione dei donatori, che
attualmente non ammettono alla donazione persone di sesso
maschile che abbiano avuto rapporti sessuali con persone di sesso
maschile".
SANGUE: ESPERTA, LEGGE CHIARA, NO DISCRIMINAZIONI PER GAY
(ANSA) -
ROMA, 23 LUG - ''Nessuna discriminazione nei
confronti degli omosessuali. La legge parla chiaro e
specifica
che non ci sono categorie a rischio ma solo comportamenti a
rischio''. Cosi' Gabriella Girelli, professoressa di
immunomatologia all'Universita' di Roma 'La Sapienza', commenta
l'episodio, avvenuto presso il Policlinico Pini di Milano, di
una persona che si e' dichiarata omosessuale e a cui non e'
stato permesso di donare il sangue.
''Non abbiamo una goccia di sangue, figuriamoci se uno si puo'
permettere di fare i sofisticati'', aggiunge l'esperta,
sottolineando che ''la normativa e' cambiata dal 2001 (prima si
parlava appunto di categorie a rischio, inclusi i gay, Ndr)
e
che oggi a decidere e' il medico in base a una serie di
comportamenti considerati a rischio. Comportamenti - aggiunge -
che lo stesso medico deve valutare per capire se ci possa essere
il rischio di trasmettere infezioni con la trasfusione. Ma e'
bene ribadirlo per non fare falsa informazione - conclude - i
gay non devono subire nessuna discriminazione, cosi' come
tutte
le altre categorie''.
FP CGIL SU DONAZIONI GAY, FAZIO ASSECONDA PULSIONI
OMOFOBICHE
Roma, 23 lug. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - "Caro ministro, di
'comportamenti a rischio' vediamo solo il suo, che cosi' facendo
asseconda le peggiori pulsioni omofobiche, il bigottismo e il clima di
intolleranza che, nei confronti delle tante diversita', vive il
Paese". Rossana Dettori, segretaria generale di Fp Cgil, in una nota
commenta la richiesta del ministro della Salute Ferruccio Fazio di un
parere del Css in riferimento agli episodi di esclusione dalla
donazione di sangue di persone dichiaratamente omosessuali.
Una richiesta che, a detta della Dettori, "potrebbe sembrare uno
scherzo di cattivissimo gusto. Il chiarimento lo diamo noi al
ministro: gli omosessuali non sono soggetti a rischio in
quanto tali,
almeno non piu' di quanto lo siano gli eterosessuali".
BASSOLI(PD),DISCRIMINATORIA RICHIESTA DI FAZIO A CSS
(ANSA)
ROMA, 23 LUG - La richiesta del ministro della
Salute Ferruccio Fazio di un parere al Consiglio Superiore di
Sanita' sulla donazione di sangue gay ''ci sembra superflua
e
discriminatoria'' perche' ''la stessa preoccupazione dovrebbe
esserci anche per la donazione da eterosessuali. Cosi' una nota
della senatrice Fiorenza Bassoli, capogruppo Pd in commissione
Igiene e Sanita' del Senato.
''Il problema della garanzia della donazione di sangue -
precisa la senatrice - non e' l'orientamento sessuale del
donatore, ma il controllo e la verifica sulle sacche di sangue
perche' le malattie sessualmente trasmissibili'' come l'Aids
''sono in aumento in particolare tra gli eterosessuali, come ci
e' stato confermato recentemente durante l'audizione in Senato
dalla commissione tecnica che si occupa di Aids''.
Il problema, per Bassoli, e' ''sapere se il controllo sulle
sacche viene fatto o no, e se viene esteso anche ad altre
malattie non strettamente trasmissibili per via sessuale'', come
le epatiti. ''Questa dovrebbe essere la preoccupazione del
ministro - conclude la senatrice Pd - insieme al fatto che siamo
un Paese dove le donazioni sono in diminuzione, e dove diventa
sempre piu' difficile far fronte alle emergenze''.
LILA, FAZIO INCAPACE DI PRENDERE UNA POSIZIONE
(ANSA)
ROMA, 23 LUG - ''Mentre alla XVIII Conferenza
mondiale sull'Aids e' riunito il gotha della lotta all'Aids,
l'Italia non trova di meglio da fare che rispolverare ammuffiti
e pretestuosi dibattiti. Che ci raggiungono e ci colpiscono
mentre assistiamo alla seduta plenaria che chiude la
Conferenza''. Lo afferma un comunicato della Lila (Lega italiana
per la lotta contro l'Aids) in merito all'episiodio
avvenuto al
Policlinico Pini di Milano, sottolineando che ''un omosessuale
viene escluso dalla donazione del sangue'' ed evidenziando che
il ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, ''non e' in grado di
prendere una posizione e decide di prendere tempo richiedendo un
parere al Consiglio Superiore di Sanita'''. Secondo
l'associazione, dunque, che stigmatizza ''le imbarazzanti
esternazioni di un ex ministro alla Salute'', Gerolamo Sirchia,
''l'umiliazione che ancora devono subire le persone
ingiustamente discriminate da chi, a tutti i livelli, agisce
sulla base del moralismo e delle ideologie e ignora l'evidenza
scientifica, e' cosa grave. Non solo perche' offensiva per le
persone coinvolte, ma perche' ci fa fare passi indietro nella
lotta all'Hiv/Aids e impedisce di avviare politiche di
prevenzione realmente efficaci''.
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