sabato 3 luglio 2010
Oggi il Treviglio Pride con immancabile polemica tra associazioni gay (queerblog)
pubblicato: sabato 03 luglio 2010 da aelred
Con i cortei di oggi a Roma e Treviglio si conclude simbolicamente la stagione dei Pride in giro per l’Italia. In particolare a Treviglio, in provincia di Bergamo, va in scena l’evento conclusivo di un percorso intitolato “Guardiamoci in faccia”, con l’obiettivo di favorire la visibilità e contrastare l’omofobia, sia nella società sia nelle istituzioni.
Appuntamento oggi pomeriggio alle 15 in piazza Cameroni (piazza Mercato) per il corteo che partirà alle 16 e prevede alcune regole (per esempio, niente bandiere di partito), nonché un documento di convocazione, cui si chiede di aderire.
Proprio questo ha suscitato critiche e polemiche all’interno del mondo lgbt: molti sostengono, infatti, che il Pride è un momento di rivendicazione e di visibilità e nessuno può stabilire a priori chi può partecipare e come e chi no. Gli organizzatori, da parte loro, ribattono che
è una giornata troppo importante e i cittadini di Treviglio e della provincia di Bergamo hanno aspettative legittime che nessuno ha il diritto di turbare o tradire.
Siamo qui per difendere un percorso politico che ci ha impegnato per anni e che alla vigilia del pride ha dato i riscontrii positivi che altrove non si sono ottenuti. Guarda caso.
Uno sconto intestino che purtroppo non è nuovo all’interno del movimento. Certo, a Treviglio non si parla di poltrone o soldi pubblici - per fortuna - ma di ideali, che spingono gli uni in una direzione e gli altri in un’altra. I critici di questa impostazione ribadiscono che non si possono rivendicare diritti di proprietà sul Pride e che ormai ci sono troppi personalismi. In ogni caso, visto il bisogno di visibilità e di impegno in provincia, chi può vada a Treviglio che è a un passo da Milano e da Bergamo. Buon Pride.
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il mio commento
Il punto è che gli organizzatori del Pride di Treviglio hanno convocato - appunto - un Pride, che non è altro che la celebrazione dell’inizio dei moti di Stonewall, una liturgia laica che coinvolge tutta la comunità LGBT del mondo dal 1969. Non è che all’improvviso qualcuno possa cambiare questa cosa. Il Pride è una manifestazione di libertà perché ricorda la lotta di liberazione dei gay di New York vessati dalla polizia. Invece pare che i nostri compagni di Treviglio abbiano voluto inscenare una pantomima rassicurante per una popolazione che ritengono (chissà chi gliel’ha detto…) non pronta ai gay liberati, dimenticando che una delle ragioni per cui si sfila per le strade, invece di organizzare dei cocktail, è proprio mostrarsi a tutti nella nostra libertà e col pieno orgoglio di ciò che siamo, e comunque siamo.
Amen!
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Sono stato ai vari prode e sabato sono stato anche al Treviglio Pride. Credo, e lo dico con sincerità, sia il pride a cui mi sono divertito di più, e che è riuscito a commuovermi nel cuore.
RispondiEliminaFatte le dovute proporzioni, c’era tantissima gente, molta più di quanto mi aspettassi (considerate le polemiche). Tante persone coloratissime, allegre che ballavano e danzavano.
Certo, l’impianto audio lasciava un po’ a desiderare, ma è stato compensato benissimo dai cori delle persone che cantavano le canzoni a tutto volume.
La cosa che più mi ha commosso è stata l’accoglienza delle persone, lungo la strada, affacciati alle finestre e sui balconi che rispondevano ai saluti lanciati dai partecipanti, volte con un po’ di timidezza che poi si scioglieva in un sorriso, a volte con applausi.
Ricordo con affetto le nonnine che ci salutavano, e poi una intera famiglia al balcone con la mamma che diceva alla bambina di fare ciao, gli applausi degli infermieri affacciati alle finestre di quello che immagino fosse un ospedale.
Ma quello che più mi ha emozionato è stata una coppia (marito e moglie) carichi delle borse del supermercato che mi hanno attraversato davanti. La signora per un secondo mi guarda (credo per leggere la scritta sulla maglietta) e allora, mentre sta per proseguire, io la saluto (pensando di farlo quasi provocatoriamente “buon giorno signora!”). Lei si rigira e mi risponde gridandomi (per farsi sentire nonostante la musica forte) “bravi, fate benissimo, guardate che noi siamo con voi”, col marito che faceva cenno di “si, si, è vero” con la testa. Ero commosso. Poteva essere mia madre.
E infine, pelle d’oca (reale! e non solo sulle mie braccia ma anche su quelle dei miei amici… ci siamo confrontati le braccia!) quando sul palco si presenta il sindaco con tutta la giunta comunale schierata ad applaudirci!!!
Anche il mio compagno, che trascino a forza ai pride, mi ha detto che per la prima volta non si è annoiato.
Non so che cosa vuole l’Arcigay. Io, ripeto. ho visto tantissima gente allegra, coloratissima e festosa. Certo, non ho visto grandi provocazioni o volgarità, Ma sinceramente non ne se ne sentiva la mancanza.
PS: Sento un commerciante dire: "non immaginavo ci fossero così tanti omosessuali"
Avrei voluto spiegargli che ce ne sarebbero stati molti di più se l'arcigy non si fosse comportata in modo infantile. Ma che cosa ne volete che ne capisca, o anche lo capisse, che cosa volete che gliene IMPORTI il commerciante di Treviglio, o la nonnina al balcone, delle beghe e delle ripicche intestine.
Se il gay prode di Treviglio fosse stato un fallimento, ci avremmo rimesso TUTTI QUANTI.
Quando scendiamo in piazza a chiedere diritti lo facciamo per tutti. Anche per chi non c'è.
Sono stato ai vari prode e sabato sono stato anche al Treviglio Pride. Credo, e lo dico con sincerità, sia il pride a cui mi sono divertito di più, e che è riuscito a commuovermi nel cuore.
RispondiEliminaFatte le dovute proporzioni, c’era tantissima gente, molta più di quanto mi aspettassi. Tante persone coloratissime, allegre che ballavano e danzavano. Certo, l’impianto audio lasciava un po’ a desiderare, ma è stato compensato benissimo dai cori delle persone che cantavano le canzoni a tutto volume.
La cosa che più mi ha commosso è stata l’accoglienza delle persone, lungo la strada, affacciati alle finestre e sui balconi che rispondevano ai saluti lanciati dai partecipanti, volte con un po’ di timidezza che poi si scioglieva in un sorriso, a volte con applausi.
Ricordo con affetto le nonnine che ci salutavano, e poi una intera famiglia al balcone con la mamma che diceva alla bambina di fare ciao, gli applausi degli infermieri affacciati alle finestre di quello che immagino fosse un ospedale.
Ma quello che più mi ha emozionato è stata una coppia (marito e moglie) carichi delle borse del supermercato che mi hanno attraversato davanti. La signora per un secondo mi guarda (credo per leggere la scritta sulla maglietta) e allora, mentre sta per proseguire, io la saluto (pensando di farlo quasi provocatoriamente “buon giorno signora!”). Lei si rigira e mi risponde gridandomi (per farsi sentire nonostante la musica forte) “bravi, fate benissimo, guardate che noi siamo con voi”, col marito che faceva cenno di “si, si, è vero” con la testa. Ero commosso. Poteva essere mia madre.
E infine, pelle d’oca (reale! e non solo sulle mie braccia ma anche su quelle dei miei amici… ci siamo confrontati le braccia!) quando sul palco si presenta il sindaco con tutta la giunta comunale schierata ad applaudirci!!!
Anche il mio compagno, che trascino a forza ai pride, mi ha detto che per la prima volta non si è annoiato.
Non so che cosa vuole l’Arcigay. Io, ripeto. ho visto tantissima gente allegra, coloratissima e festosa. Certo, non ho visto grandi provocazioni o volgarità, Ma sinceramente non ne se ne sentiva la mancanza.
Frank